Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA POLITICA 1899-1901; SACCHI ETTORE
anno <1978>   pagina <41>
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Ettore Sacchi nel 1899-1901
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Evidente è, nelle risposte di Marcora, la riluttanza del vecchia patriota repubblicaneggiante, irritato probabilmente anche perché il primo invito era stato rivolto a Sacchi; ma è certo che anche fra i mareoriani era viva la spe­ranza di una partecipazione dei radicali al governo in formazione. Dalla Val-tellina Nemesio Sala scriveva a Marcora:
Il Ministero dei vecchioni è caduto: avete fatto bene: l'emendamento Fulci-Massi-mini era abbastanza comprensivo e chiaro. Il Parlamento ha fatto la sua designazione: ve­dremo ora il buon senso e il fiuto del potere sormontante. Nella formazione del nuovo ministero io penso come ho sempre pensato a te e a Sacchi.
E vero che, accettando, voi darete un po' d'olio alla macchina arrugginita, ma in ogni modo il paese si sentirà sollevato. 83>
Ma le trattative fallirono e lo stesso Sacchi finì col respingere l'invito di Zanardelli e Giolitti. Egli, pur tanto spesso giudicato come un ambizioso mirante solo ad un seggio ministeriale, vantava almeno sette anni di ininterrotta opposi­zione antigovernativa contro Crispi, contro di Budini, Pelloux e Saracco; ora finalmente poteva riconoscere una svolta democratica negli uomini e nei pro­grammi del ministero Zanardelli-Giolitti. Perché la sua adesione non giunse fino alla partecipazione al governo?
King e Okey hanno scritto: Il Sacchi ed un altro radicale non potettero accettare un portafoglio solo per divergenze su una questione di spese mili­tari >.M) Altri invece85) hanno visto nella questione delle spese militari soltanto un pretesto scelto dai radicali per giustificare il rifiuto.
A mio parere, per quanto riguarda il Sacchi, i principali motivi del rifiuto furono tre. Anzitutto la resistenza dei compagni di partito (spinti a ciò anche dagli amici repubblicani). Le pregiudiziali antidinastiche e l'abitudine all'oppo­sizione inducevano, infatti, consapevolmente o inconsapevolmente, non soltanto i milanesi > ma diversi altri radicali ad una preconcetta ritrosia di fronte ad ogni prospettiva di responsabilità ministeriali. Marcora, sollecitato da Sacchi al colloquio con Zanardelli, si mostra immediatamente contrario ad impegnarsi in trattative, che giudica inutili e compromettenti.865 E Sacchi vuole andare al governo solo con il consenso del partito (e, possibilmente, di tutta l'Estrema Si­nistra). Già il 4 dicembre 1900 era stato esplicito al riguardo: Non intendo un partito radicale che non sia un partito di governo (...) La protesta negativa e l'astensione sistematica non sono il contenuto di un partito moderno; il par­tito che non si dichiara rivoluzionario, negando l'essenza del diritto pubblico italiano, è in contraddizione dichiarandosi astensionista dal Governo, conti­nuando così quella stessa tradizione infeconda, per la quale una parte della democrazia si professò astensionista dal Parlamento. Ma aveva aggiunto se il partito radicale deve essere partito di governo, non però deve essere gradino alle ambizioni personali di alcuno né determinare un avvento di persone .87) Ancor più chiaro sarebbe Btato in un discorso del 30 giugno 1901:
Può certo ammettersi che anche un uomo solo di un partito vada al governo con altri di partito diverso; ma allora vi deve essere una missione, un fine supcriore, come vi fu per
*3) Lettera da Sondrio dell'8 febbraio 1901, nello stesso fascicolo (Mi'Archivio Marcora. M> BOLTOW KINC e THOMAS OKEY, L'Italia d'oggi, 2* ed., Bari, Laterza, 1904, p. 163.
85) Cfr. L. LODI, Venticinque anni cìk, pp. 43-44.
86) Cfr. i citati telegrammi del 13 febbraio.
w> A.P., Camera, Discussioni, 4 dicembre 1900, pp. 994-995.