Rassegna storica del Risorgimento

FENICIA (FAMIGLIA) CARTE; RUVO DI PUGLIA STORIA 1627-1870
anno <1978>   pagina <47>
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L'archivio della famiglia Fenicia 47
Naturalmente vi furono decise resistenze a questa legge da parte dei Fran­cesi ed in primo luogo dal còrso Cristoforo Saliceti, Ministro di Polizia e della Guerra di Giuseppe Bonaparte. I Francesi, infatti, pensavano di mettere in ven­dita tutti i possedimenti degli Ordini religiosi e morali non appena questi fos­sero stati soppressi, in modo da poter disporre al più presto di una forte entrata anziché limitarsi alla riscossione delle rendite dei canoni.
Tuttavia la legge sul Tavoliere venne approvata, e ciò soprattutto per me­rito di due giureconsulti che, sebbene non avessero aderito alla Repubblica Napoletana, ricoprirono importanti cariche pubbliche durante la permanenza dei Francesi a Napoli: Francesco Ricciardi che fu Consigliere di Stato e Mini­stro di Giustizia e Giovanni Jatta, avvocato ruvese, che sostenne la legge del 1806 facendo riferimento alle precedenti leggi di ammortizzazione emesse dal re Ferdinando a partire dal 1769 e mettendo a frutto l'esperienza in materia feudale accumulata durante la lotta condotta contro la casa dAndria come avvo­cato del Comune di Ruvo.
In particolare lo Jatta, che con i Fenicia era imparentato e del quale nel­l'archivio si conservano alcune lettere, era guidato, oltre che da considerazioni di ordine storico e giuridico, anche da intelligenti vedute economiche come testimoniano alcune sue considerazioni esposte nel Cenno storico sull'antichis­sima città di Ruvo nella Peucezia1) dove, a proposito delle leggi emesse da Fer­dinando con le quali si dichiaravano allodiali quei fondi dei Luoghi Pii che fossero stati concessi ad affittuari per lunghi periodi, sì legge: brillantissimi si erano stati i risultamenti primo colFessersi moltiplicati i piccoli proprietarj più utili sempre allo Stato; secondo col notabile miglioramento di tanti fondi per Io innanzi molto mal tenuti. Osservai quindi che lo stesso effetto avrebbe prodotto la censuazione dei terreni azionali del Tavoliere .8) Inoltre, la redi­stribuzione delle proprietà ed il miglioramento dei criteri di coltivazione ebbero un ulteriore incremento con i decreti che nel 1817, in piena restaurazione Bor­bonica, confermarono gli articoli della legge sul Tavoliere, e con la legge del 1808 che portò alla chiusura dei terreni demaniali ed aperti.
Dunque, tra il primo ed il secondo decennio dell1 '800, si sviluppò nelle terre del Tavoliere una piccola e media proprietà che venne ad affiancarsi ed in parte a sostituire il grande latifondo, e questo dato rende ancora più interes­sante una ricerca che ricostruisca in quale modo sia andato formandosi un patrimonio che intorno al 1870 ammontava a circa 500 ettari, molti dei quali seminativi o coltivati a vigna, oliveto e mandorleto.
Il Giornale riporta con estrema precisione le vicende dei beni immobili della famiglia ed il loro valore, ma soltanto a partire dai primi decenni del­l'* 1800 e riferendosi spesso a valutazioni catastali. Le notizie riguardanti il vo­lume dei capitali che furono investiti in queste proprietà andrebbero ricercate in quei registri di cui si è detto, ma ciò non significa che il Giornale non sia lo stesso di grande interesse. Innanzi tutto attraverso i contratti d'aflitto che vi sono riportati dettagliatamente vediamo come le trasformazioni ed i migliora­menti ai terreni fossero finanziati non tanto con investimenti diretti di capitali
?) L'opera, che è stata pubblicata a Napoli sei 1844 ed ha avuto una seconda edi­zione a Ruvo nel 1929 con una prefazione di M. Jatta, rimane tuttora il miglior lavoro sulla storia della città pugliese. Vedi anche F. JATTA, Sintesi storica della città di Ruvo, Ruvo, 1930, e F. JURII.LI, RUVO di Puglia nella preistoria e nella storia, Trani, 1917.
*> G. JATTA, op. cit. p. 206.