Rassegna storica del Risorgimento

FENICIA (FAMIGLIA) CARTE; RUVO DI PUGLIA STORIA 1627-1870
anno <1978>   pagina <49>
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L'archivio della famiglia Fenicia 49
Al contrario notevole fu la sua attività nell'ambito dell'archeologia. Egli, infatti, compose numerose memorie e saggi d'argomento archeologico e raccolse un'im­portante collezione di vasi apuli, monete e gioielli seconda soltanto alla colle­zione del citato Jatta12) che ancora si conserva e che, secondo il catalogo pub­blicato a Napoli nel 1869, enumera oltre duemila oggetti archeologici di grande valore. Per queste sue competenze, nel 1840 fu nominato dal Ministro degli Af­fari Interni Presidente della Commissione dei Regi Scavi di Ruvo ed in questa qualità compilò il catalogo del Museo Reale Borbonico.
Tale museo egli contribuì ad arricchire di molti pezzi preziosi rinvenuti negli scavi o di sua proprietà, come un vaso rarissimo che donò a Ferdinando II nel 1859 ed in cambio del quale ebbe la Croce di Cavaliere di Grazia dell'Or­dine Costantiniano ed il dono di una tabacchiera d'oro con brillanti. Inoltre un implicito riconoscimento delle sue capacità in materia d'archeologia sono le let­tere indirizzategli da Heinrich Brunn direttore, con G. Henzen, dell'Istituto di corrispondenza archeologica di Roma del quale Salvatore Fenicia diverrà, nel 1853, membro. Comunque l'interesse di tali lettere non risiede tanto nel fatto che esse contengono positivi apprezzamenti nei confronti del nobile ruvese ol­tre ad una richiesta di attiva collaborazione di quest'ultimo da parte di colui che viene considerato il fondatore, dopo Winkelmann, dell'archeologia mo­derna, quanto nella loro testimonianza del ruolo di tramite per l'esportazione di opere d'arte italiane in Germania svolte dall'importante Istituto Tedesco a Roma.I2) A questo riguardo, però, c'è da dire che il Fenicia dovette mostrarsi piuttosto contrario all'uscita di reperti archeologici dal Napoletano.
Tuttavia, di favori, il Presidente oltre che richiesto di dispensarne ne do­mandò anche, e sebbene non si possa affermare che la sua ricerca di amicizie importanti e di rapporti con personaggi influenti sia dovuta ad un interessato disegno, è lecito pensare che certe conoscenze abbiano dovuto giovargli soprat­tutto in questioni riguardanti oneri fiscali e la concessione di onorificenze delle quali egli, in armonia con i suoi tempi e con il suo status di nobile meridio­nale, non era mai appagato.
Di questi rapporti il più emblematico è quello con Luigi Cibrario, di cui pubblichiamo alcune lettere, al quale Salvatore Fenicia si rivolse per ottenere favori intrattenendo una corrispondenza che era motivata, però, anche da altri e più disinteressati motivi. Ambedue, infatti, possedevano ima grande debo­lezza per le onorificenze e le decorazioni,14) appartenevano al patriziato sanma-rinese ed a numerosissime accademie scientifiche,5' di ogni parte del mondo ed infine, comune era la passione per l'archeologia ed il collezionismo di oggetti
13 Vedi A. M. CHIECO BIANCHI MARTINI, voce Ruvo, in Enciclopedia dell'arte antica, Roma, 1965, voi. VI, pp. 1039-1040.
*3) U Fenicia fu in contatto anche con un altro insigne rappresentante della cul­tura tedesca: Theodor Mommsen (cfr. G. MAI.CAGNI, op. cit.). Tuttavia non vi è traccia di tale rapporto nell'archivio che però, va ricordato, è incompleto.
14) XI Fenicia apparteneva, tra l'altro, all'Ordine Gerosolimitano, quello Costantiniano e divenne quindi Cavaliere dell'Ordine Maurizìano per l'interessamento del Cibrario che ne era Pruno Segretario (vedi A. MOSCATI, / ministri del Piemonte dopo Novara, Napoli, 1963, pp. 301-309).
,5) Fenicia fu socio, ad esempio, dell'Accademia degli Aspiranti Naturalisti di Bene­vento, ma anche dell'Istituto Storico e dell'Accademia Universale delle più lontane Londra e Parigi e di numerose altre istituzioni. Fu anche pastor arcade col nome di Citi irò Oroneo e membro dell'Accademia Virgiliana di Mantova.