Rassegna storica del Risorgimento
FENICIA (FAMIGLIA) CARTE; RUVO DI PUGLIA STORIA 1627-1870
anno
<
1978
>
pagina
<
62
>
62
Libri e periodici
La parabola dell'Alessandri riveste dunque un ruolo emblematico nella stagione del riformismo toscano, che naufragò nei tumulti della primavera del '90, durante i quali furono presi di mira particolarmente gli ecclesiastici più impegnati nella politica riformatrice ed, in primo luogo, mons. Ricci. Il vescovo di Cortona scrive l'A. era disponibile alle riforme ben conoscendo le condizioni morali e materiali in cui troppi ecclesiastici si trovavano, era consapevole di troppi abusi e desiderava sinceramente il risveglio della coscienza religiosa del suo gregge ; però, di fronte al preoccupante convergere delle posizioni del granduca con restremismo ricciano, <c rifiutò (...) un metodo riformatore che tendesse a distaccare la Chiesa toscana da quella di Roma e che mirasse a ristabilire le prerogative dei vescovi a discapito dell'autorità pontificia (p. 137), anche perché, con l'evolversi delle circostanze, risultò chiaro che l'anticurialismo ricciano avrebbe affrancato i vescovi toscani dall'oppressione romana soltanto per sostituirla con quella dinastica (p. 25). Il netto capovolgimento di fronte fu quindi la conseguenza di un profondo travaglio interiore. Resta tuttavia difficile stabilire quanto esso fosse frutto di personale presa di coscienza e quanto invece fosse determinato da pressioni gerarchiche e curialiste in genere, tanto più che maturò allorquando più insistente e capillare divenne l'azione di ambienti e personaggi legati alla linea romana.
Le fasi cui si è fatto cenno sono rivissute con metodo paziente e sicuro dall'A., che si avvale di un ricco materiale archivistico, ancorando la figura del vescovo nel contesto cortonese e toscano. Ella analizza quanto di valido o di municipalistico si attestò in un dibattito di ampia risonanza, nel quale s'incontrarono spinte religiose e motivazioni economico-politiche; comprova e avvalora nota V. E. Giumella nella Presentazione mediante un'indagine dal basso, le conclusioni cui sono giunti, a livello generale, studiosi quali il Passerin d'Entrèves, il Wandruszka, il Rosa ecc. L'indagine accompagna l'Alessandri fino alla morte, avvenuta l'I novembre 1802, quando ormai, dopo i giorni tumultuosi dell'occupazione francese e dell'insorgenza e dopo l'ascesa di Ludovico I di Borbone al trono d'Etruria, ce si stava cancellando perfino il ricordo del riformismo ecclesiastico leo-poldino (p. 81).
Il volume è completato da un'appendice documentaria e dall'indice dei nomi.
CABLO VERDUCCI
NORA FRANCA POLIAGHT, Un Italiano con Napoleone e Stendhal: Bartolomeo Bertolini (1776-1871); Trieste, Marino Bolaffio editore, 1976, in 8, pp. 305 con ili. e tav. S.p.
L'occasione del lavoro, qui esaminato, è nata da una serie di circostanze concomitanti che hanno incuriosito a tal punto l'autrice da spingerla a tralasciare l'iniziale idea di un articolo di terza pagina per scrivere un'opera ben più vasta. L'argomento, accostato più per caso che per effettiva determinazione, ha assunto, però, ben presto un suo obiettivo fondamentale: quello di dimostrare l'infondatezza del processo infamatorio, cominciato nel 1908 e ripreso nel 1928, ai danni di Bartolomeo Bertolini, e di giungere a poter, quindi, identificare, per concomitanze di date e di luoghi di probabile incontro, l'innominato stendhaliano della lettera del 17 gennaio 1831 con lo stesso Bertolini. Un incontro che deve essere stato veramente felice se Stendhal definisce il capitano napoleonico ce vero amico T> (p. 12); un incontro probabilmente facilitato anche da convergenze di carattere e personalità che li hanno portati, entrambi ce senza ambizioni, senza diffidenza, senza artificio , uomini moralmente Uberi e rispettosi dell'essere uomo e delle sue necessità (p, 248), a reagire in maniera simile alle vicende tormentate del loro tempo maturando un comune giudizio sull'uomo che le aveva determinate e offrendo una prospettiva comune dei fatti e delle persone in essi implicati. Una simile concomitanza di personalità ne ha facilmente determinata una pari letteraria ed ecco che allora si risolve completamente il quesito che può sorgere sul significato del titolo di questo studio, quando ancora non si siano affrontati i diversi capitoli. Bartolomeo Bertolini, fregiato della Legion d'onore, capitano napoleonico, che ha sofferto tutte le campagne senza tralasciare neanche quella di Russia, soldato napoleonico al cento per cento, si accosta a Napoleone non solo come devoto soldato, ma