Rassegna storica del Risorgimento
FENICIA (FAMIGLIA) CARTE; RUVO DI PUGLIA STORIA 1627-1870
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1978
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Libri e periodici
Barante: Ne pas se brouiller avec la Franco et se garder de son infiucnce (p. 101); tanto più che il carattere irresoluto del re (sul quale gravava l'influenza della cabala congregazionista e gesuita (p. 105), i timori del governo per moti sovversivi (p. 110), gli intrighi legittimisti a Nizza e in Piemonte (pp. 133, 141) non facilitavano certamente un miglioramento di rapporti tra Francia e Regno di Sardegna che, stando al La Tour, non poteva opporsi all'Austria, considerata naturale difesa contro le rivoluzioni liberali in Italia (p. 146). Ma, a parte gli intrighi legittimisti e l'attività degli esuli italiani in Francia (per es. Mazzini, pp. 182, 475 e sgg.) o le grosse questioni internazionali che solo marginalmente potevano interessare il gabinetto piemontese, Barante nei suoi dispacci come nelle relazioni finali del '32 e '33 non mancava di sottolineare il carattere incerto e contraddittorio della politica piemontese (pp, 222, 233), tanto nelle questioni importanit quanto in altre minori; l'atteggiamento del governo per le manifestazioni di simpatia a Silvio Pellico, o la sospensione della rappresentazione di tragedie del Pellico (pp. 240, 245) ad istanza austriaca era un sintomo sufficiente a indicare il peso presso la corte sarda del ministro Bombelles. D'altro lato i timori e le preoccupazioni del governo nei confronti dei moti liberali o delle cospirazioni mazziniane non erano privi di fondamento (pp. 247, 261, 275 sgg.), mentre la dura repressione dei moti rivoluzionari si rivelava, alla fine, controproducente alienando le simpatie della pubblica opinione al gabinetto piemontese e al re Carlo Alberto (pp. 274, 287). L'azione politica di Barante che si dispiegava al fine di migliorare le relazioni tra il Regno di Sardegna e la Francia, di consolidare il ce prestigio francese nella penisola, di impedire il riavvicinamento tra il Regno piemontese e l'Austria, doveva superare molteplici difficoltà e ostacoli, maggiori e minori, anche se talora ebbe a trovare qualche positivo apprezzamento da parte del governo piemontese (pp. 328, 362, 382); il problema poi dei rifugiati piemontesi in Francia o la spedizione di Savoia, le trame car-liste o il riconoscimento della regina Isabella in Spagna, i rapporti con la Svizzera ecc. costituivano altrettanti punti di discussione e di confronto tra i due governi, mentre si andava lentamente modificando la politica piemontese sia verso la Francia (p. 448), sia all'interno con l'amnistia e la commutazione di sentenza ai condannati del '21, e con l'avvio della discussione sulle riforme: Ainsi, depuis quelque temps, il est fort question de réformes et d'améliorations. C'est le mot d'ordre du moment. Le roi en parie; les ministres disent qu'ils vont s'en occuper; les vieux courtisans airs-mem.es assurent qu'il y a des choses utiles à faire. Il est au moins douteux que ces paroles ayent un résultat prochain (p. 449). Ma aveva ragione Barante di ritenere che assai lunga sarebbe stata la via da intraprendere ai fini di un <c ammodernamento dello Stato sabaudo, per le notevoli forze che si opponevano ai sia pur timidi tentativi di modifica e di miglioramento delle strutture amministrative o politiche dello Stato.
RENATO GIUSTI
VIGENTE CARCHI. ORTI, Politica eclesial de los gobiernos liberale* espanoles 1830-1840 Pamplona, Ed. Universidad de Navarra, 1975, in 8, pp. 530, S.p.
Nell'ambito della collezione di storia della Chiesa presso l'Università di Navarra è uscito di recente il volume di Vicente Carcel Orti che da un lato studia le linee generali della politica seguita dal governo spagnolo verso la Chiesa tra il '30 ed il '40, dall'altro analizza alcuni aspetti fondamentali di essa, le relazioni diplomatiche con la S. Sede, la legislazione ecclesiastica ecc., tenendo presente che si tratta di un periodo di particolare tensione tra la Spagna e la S. Sede. Utilizzando la scarsa bibliografia specifica e compiendo una ampia ricerca sulle fonti archivistiche (Archivio segreto vaticano, Ministero degli Esteri spagnolo, Ministero di Giustizia, delle Cortes ecc.), l'autore riesce a dare un panorama generale dell'epoca, iniziando il suo discorso dalla nunziatura Tibcri (1827-34), parlando noi del nunzio Amat, della politica ecclesiastica dei vari Gabinetti fino alla rottura delle relazioni diplomatiche da parte della S. Sede ed alla conclusione della reggenza di Maria Cristina. Se la dichiarata neutralità della S. Sede circa il problema della successione in Spagna (manifesta simpatia però verso i Cartisti) e se l'atteggiamento della S. Sede, condizionata dalle tre potenze del Nord e dalla politica del Mettermeli, si contrapponevano di