Rassegna storica del Risorgimento

FENICIA (FAMIGLIA) CARTE; RUVO DI PUGLIA STORIA 1627-1870
anno <1978>   pagina <65>
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Libri e periodici 65
fatto ai moderati governi liberali del decennio, è da dire che le violenze della guerra civile nel Nord della Spagna, la promulgazione dello Statuto reale, la soppressione delle mani-morte ecclesiastiche, il consolidamento del regime liberale aggravavano l'atteggiamento e la situazione effettiva della Chiesa spagnola, allo studio dei quali problemi l'autore dedica l intera seconda parte del suo lavoro in una visione d'insieme e con precisi riferimenti allo stato concreto delle varie diocesi. Una sintetica conclusione, indici, bibliografia, introdu­zione metodologica e note completano il volume.
RENATO GIUSTI
La ruota (1840-1842), a cura di MICHELA SACCO MESSINEO; Roma, Edizioni dell'Ateneo, 1975, in 8, pp. 254. L. 7.000.
Giudicato di solito nella luce deformante di una tardiva polemica fra romantici e classicisti in Sicilia, il battagliero giornale palermitano vede, ora, ed in entrambi i casi con ri contributo del C.N.R., convergere l'attenzione di due studiose: M. Jolanda Palazzolo, che gli dedica un ampio capitolo del volume Intellettuali e giornalismo nella Sicilia preunita­ria (Catania, 1975) e M. Sacco Messineo, che specificamente lo esamina e valuta nel vo­lume che qui è oggetto della nostra recensione.
Impostato in chiave ideologica e volto a cogliere, di là dalle formule letterarie, le comuni spinte degli intellettuali siciliani del periodo verso un progresso della società iso­lana, lo studio della Palazzolo desta, invero, qualche perplessità nelle sue strutture infor­mative. Ad una finalità filologica più severa risponde, invece, il volume curato dalla Sacco Messineo per la collana di indici ragionati dei periodici letterari europei, promossa dal­l'Istituto di filologia moderna dell'Università di Urbino.
Preceduto da una lucida presentazione di Giorgio San tari gelo, il lavoro della Sacco secondo il felice modulo scelto per la collana si articola in una introduzione, nella schedatura del periodico che consente di seguirlo analiticamente per tutto l'arco della sua vita (327 schede: dal 10.1.1840 al 30.8.1842) e nei relativi indici: dei collaboratori, delle materie e dei soggetti, degli autori dei libri recensiti, dei giornali citati nelle schede, dei melodrammi citati nelle schede, dei nomi citati nelle schede. Chiudono alcune notizie bio­bibliografiche sui collaboratori.
La Ruota sottolinea senz'altro la Sacco merita l'attenzione degli studiosi, per­ché s'inserisce con pieno diritto nel circuito letterario nazionale , con l'aprirsi della sua redazione alla problematica contemporanea, della quale coglie le voci nella stampa italiana e straniera (son ben 42 le testate cui si fa riferimento). D'altronde, la battaglia antiroman­tica, nella quale il giornale sembrò attardarsi, non solo è moderata dal riconoscimento della funzione sociale e civile della letteratura, ma acquista anche un senso politico ove la si veda in funzione della tradizione indipendentistica antinapoletana.
Quel riconoscimento e quella tradizione costituiscono, anzi, V humus nel quale ha le sue radici la Ruota e nel quale si muovono uomini che vanno <c dagli atteggiamenti libe­raleggianti dello Scordia... alle posizioni più radicali del Ferrara, del D'Ondes, del Casti-glia, dell'Amari . Nel cammino dei compilatori (la Sacco si sofferma su Benedetto e G. B. Castiglia e sul Morello) e dei <c soci corrispondenti che furono vicini ispiratori del giornale giova, invero, cogliere il difficile cammino di tutta una generazione meridionale che, pur con i limiti ed i condizionamenti di un'area depressa ed arretrata, come è quella siciliana, riesce a farsi portavoce del movimento progressista per Punita d'Italia . E più gio­verebbe, ci sembra, approfondire in sede di storia economica e sociale i motivi e le forme onde una tale a esistenza di studiosi, di gruppi intellettuali, rimane un fenomeno di
vertice .
Giustamente la Sacco vede come figura emblematica del giornale e dell'epoca la per­sonalità di Benedetto Castiglia, ohe della redazione fu il propulsore. Di lui sottolinea il maturarsi degli interessi nell'incontro con Perez, D'Antoni, Stabile, Amari e poi con Emi­liani Giudici e Bertolami; ne rileva l'ammirazione per Sterne, Foscolo ed Alfieri, ma so­prattutto 0 culto per Dante (culto, peraltro, comune a romantici e classicisti) e per Vico. Ma non meno indicativa è la valutazione sostanzialmente positiva del Guerrazzi, e si veda, in particolare, l'articolo Una rivoluzione nel romanzo storico (sch. 98).