Rassegna storica del Risorgimento
FENICIA (FAMIGLIA) CARTE; RUVO DI PUGLIA STORIA 1627-1870
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Libri e periodici
tonnellaggio che ormai le principali marinerie cominciavano ad impiegare sulle lunghe rotte oceaniche, per facilitare e rendere economiche le operazioni di carico e scarico, in una parola per accrescerne la competitività rispetto ai principali porti stranieri che fiancheggiavano la penisola ad Est e ad Ovest: Trieste e Marsiglia. Per suo conto, Bixio era convinto che navigare verso l'estremo Oriente con una nave adatta, di cui egli fosse nello stesso tempo armatore e comandante (con tutta la libertà di decisioni che ciò comportava), stabilirvi basi mercantili, riconoscere le possibilità di interscambio commerciale, fosse un'iniziativa di interesse anche nazionale, un esempio che altri avrebbero presto potuto seguire con vantaggio dell'intera comunità. In tutto questo, Bixio potè forse peccare di ingenuità, di soverchio ottimismo, di qualche intemperanza e temerità (specie finanziaria), in accordo col suo temperamento; ma certamente l'entusiasmo che egli pose nella realizzazione del progetto fu assolutamente sincero e la sua impresa rappresentò il primo tentativo serio anche se sfortunato di sprovincializzare gli ambienti mercantili e marittimi dell'a Italietta , il che non sembra davvero piccolo merito.
Il volume del Milani non è però solo la narrazione di questa impresa, né poteva esserlo: giacché non si potrebbe intenderne appieno il significato, il valore, le motivazioni, senza una conoscenza più ampia della vita di Bixio. A tal fine l'autore utilizza una tecnica, per cosi dire, cinematografica, mediante ripetuti flashbacks. In altre parole, ogni capitolo del filone principale offre al Milani uno spunto, un aggancio, per compiere una più o meno ampia diversione sul passato. Così ci vengono presentate, anche se non in rigoroso ordine cronologico, la turbolenta giovinezza priva di affetto familiare, le precedenti avventure marinare, i fatti d'armi salienti (Palermo, Maddaloni, Custoza), l'azione politica fra il '60 e il '70, e naturalmente, l'episodio di Brente. È in queste parti, soprattutto, che si fa serrata la polemica del Milani nei confronti dei più recenti biografi che, non paghi di avere abbattuta la figura di Bixio dal piedestallo ottocentesco, hanno creduto di poterla ri presentare come quella di un mediocre, se non addirittura tristo, personaggio: violento, fazioso, arrivista, opportunista; una specie di squadrista (o persino di nazista) ante litteram o. come ha scritto Staglieno, a l'Italo Balbo del tempo suo , al quale si può tutt'al più riconoscere la sola qualità del coraggio fisico. Gli argomenti del Milani sono perfettamente validi, fondati come sono su fonti originali, soprattutto il vastissimo epistolario (E. Morelli, Epistolario di N. B.t 4 voli., Roma, 1939-54), che altri mostrano di avere male utilizzate o addirittura travisate. L'autore ha buon gioco nel mostrare, fra l'altro, come nell'intento di abbassare il personaggio anche sul piano privato e familiare, siano stati spacciati come verità, senza il minimo vaglio critico, e amplificati con ricami di fantasia, pettegolezzi volgari, assolutamente non provati e non provabili.
Riguardo a Bronte, il Milani ricostruisce accuratamente i fatti e mette in chiara evidenza che Bixio, inviato in fretta e furia da Catania su richiesta di quel governatore e per espresso ordine di Garibaldi, si oppose con estrema fermezza alla richiesta (da parte dei notabili brontesi e dei suoi stessi gregari, impressionati dai segni delle devastazioni e della carneficina) di rappresaglia indiscriminala; ottenne la consegna delle armi nascoste, e il pagamento di una tassa di guerra; arrestò i principali indiziati; lasciò Bronte per due giorni, con una scorta limitata, toccando altri paesi circostanti (Randazzo, Cesarò, Regalbuto, Cen-turipe) dove pure erano scoppiati tumulti e vi riportò l'ordine. E tutto ciò senza sparare un solo colpo di fucile. Tornato a Bronte, dove nel frattempo la commissione di guerra aveva istruito un processo sommario ed irrogato cinque condanne a morte, ebbe il compito di far eseguire la sentenza. Con quale animo stravolto lo abbia fatto non è materia di congetture, ma risulta dal suo stesso rapporto al governatore di Catania (a Si è eseguita or ora la sentenza della commissione straordinaria che condannava alla fucilazione. Triste missione per noi venuti a combattere per la libertà! ... Io dichiaro... che dato l'esempio di Bronte io non punirò nessun altro che i capi delle amministrazioni, ì delegati, i comandanti le Guardie Nazionali che non sieno al loro posto ); da successive dichiarazioni dello stesso Bixio (Atti del Parlamento Nazionale, Camera dei Deputati, tornata del 3 luglio 1862, in C. Lazzari ni. Nino Bixio, Forlì, Ho ni andini, 1911); e da testimonianze di prima mano (cfr., per es., F. Grandi, Memorie di uno dei Mille, in // l'onte, n. 7 del 1960, Pp. 1078-1101). e È davvero ignobile dichiara il Milani il tentativo... di presentare Bixio come un Raeder o un Kappler . Approfondendo l'indagine storico-politica e riferen-