Rassegna storica del Risorgimento
FENICIA (FAMIGLIA) CARTE; RUVO DI PUGLIA STORIA 1627-1870
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1978
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Libri e periodici
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tica esposizione delle linee generali di politica marittima seguite dall'Austria in Adriatico. Con la nascita del Governo Marittimo di Trieste, nel 1851, all'originaria visione a postale , intesa come mezzo di penetrazione e di accrescimento dell'influenza politica in Levante, andarono sostituendosi nel tempo nuove prospettive legate alla cattura economica e al controllo politico dei territori periferici dell'Impero, la Dalmazia prima, la Bosnia poi. L'esito delle vicende belliche del primo conflitto mondiale poneva drammaticamente termine ad ogni tentativo: la bandiera imperiale non avrebbe mai più sventolato sulle acque dell'Adriatico.
MAURIZIO VERNASSA
A. SALANDRA, Memorie politiche 1916-1925; Reggio Calabria, ed. Parallelo 38, 1975, in 8, pp. 157. L. 3.500.
Lo storico Giambattista Gif uni, di recente scomparso, ha curato per lungo tempo la pubblicazione delle memorie di Antonio Salandra; l'ultimo volume uscito comprende il breve, ma intenso spazio di tempo dal 1916 al 1925, e cioè dalla caduta del governo Salandra al suo volontario allontanamento dalla scena politica a causa del dissenso con il governo fascista. Come il curatore annuncia nella prefazione, questa seconda edizione delle Memorie politiche dello statista pugliese (la prima era uscita nel 1951), risulta notevolmente accresciuta rispetto alla precedente, soprattutto nelle parti che riguardano i suoi rapporti con il Partito Liberale e quelli indiretti col filosofo Giovanni Gentile, così come inediti sono taluni accenni alla partecipazione di Salandra alla Conferenza di Ginevra.
Il volume è diviso in quattro argomenti fondamentali che rappresentano altrettanti momenti-chiave della vita politica dello statista di Lucerà: la crisi di governo del 1916, seguita appunto alle dimissioni del Gabinetto Salandra; l'avvento del fascismo, le tensioni e le polemiche che precedettero la formazione del primo governo Mussolini; l'iniziale collaborazione col governo fascista; la partecipazione alle trattative della Società delle Nazioni.
La relazione al Re, redatta dal Salandra in terza persona, circa le vicende relative al proprio governo e a quelle del successore, Boselli, mostra la crisi che si era aperta nel paese e, di riflesso, nel governo dopo il tramonto definitivo delle facili illusioni che avevano portato a prevedere una rapida conclusione delle ostilità che avevano condizionato lo ammette anche lo stesso Salandra. Le difficoltà di governo, l'ostilità dei due partiti di massa (socialisti e popolari: i primi nettamente neutralisti e i secondi più moderati, ma certamente non molto soddisfatti del colpo di mano salandrino del 24 maggio), le difficoltà frapposte dalla presenza continua quanto discreta di un neutralista, ingombrante quale Giovanni Giolitti, misero a dura prova la stabilità di un governo che, come lo stesso Salandra afferma, intendeva, tra le altre cose, instaurare un nuovo metodo di governo che non fosse il famigerato giolittismo .
H governo, quindi, era palesemente fragile e non si reggeva tanto su una propria precostituita maggioranza solidale con Salandra, quanto sull'appoggio, condizionato e condizionante, di illustri personalità del mondo liberale e conservatore. Infine le alterne vicende belliche spinsero più di uno a preferire un governo che avesse appoggi più convinti, e lo stesso Salandra mostrò di rendersene conto offrendo in un primo tempo l'incarico allo stesso avversario Giolitti, e suggerendo successivamente il nome di Paolo Boselli per la successione.
Sono interessanti i rapporti personali ed epistolari che intercorsero tra Salandra e Bissolati, dall'estate all'inverno del 1916, quando il Capo del Governo, per uscire dall'immobilità alla quale la situazione lo costringeva, decise di invitare il capo dei socialisti riformisti ad entrare nel governo. In questo caso il conservatore-liberale Salandra mostrò di saper guardare al di là del proprio ambito ideologico e politico, gettando le basi di una collaborazione dei social-riformisti al governo che si attuerà con il successivo Gabinetto
Boselli.
Che la situazione militare abbia influito sulle dimissioni di Salandra, emerge dall'accenno che l'uomo politico pugliese fa a proposito di un dissidio di notevole portata tra lo stesso e il gen. Cadorna, risolto successivamente da un a altissimo benefico intervento , certamente proveniente dal Quirinale. comunque da notare come in queste pagine vi sia