Rassegna storica del Risorgimento

ESULI ROMANI BRASILE 1837
anno <1978>   pagina <153>
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Detenuti politici romani in Brasile 153
chirurgo Minelli ed esclusi i familiari, 56 erano bolognesi e romagnoli, 14 mar-chigiani, 4 umbri, 15 del Lazio e 4 di altri Stati italiani (tre toscani ed un san-marinese). Con le famiglie, formate da 21 o 22 unità nove donne e 12 o 13 bambini la spedizione ammontava complessivamente a 114 o 115 persone.I81) Vi si aggiunsero ancora tre frati cappuccini, che andavano a raggiungere il loro convento a Bahia, la cui presenza fu prescritta dalla Segreteria di Stato, per l'assistenza spirituale alla spedizione. Si trattava di due missionari, Fr. Giovanni Evangelista da Potriés, spagnolo, e Fr. Candido da Taggia, ,82> e del fratello laico Liberato da Alatri.183)
5. La direzione della spedizione fu affidata a colui che era senza dubbio in quel momento il miglior marinaio romano : Alessandro Cialdi, che aveva già com­piuto un avventuroso viaggio in Brasile. Al Cialdi fu conferito, per dargli una qualifica ufficiale, il grado di capitano onorario (cioè senza stipendio) della Marina militare pontificia e fu promesso un compenso di 130 scudi, da pagarsi al termine della spedizione, quando questa sia eseguita con soddisfazione del Governo pontificio . 184>
Il comando del bastimento rimase invece affidato al capitano napoletano Bal­samo, che aveva ai propri ordini un equipaggio di quindici uomini. La Madonna delle Grazie salpò dunque con circa 135 persone a bordo, fra equipaggio, frati cappuccini, deportati, emigranti volontari, donne e ragazzi.
Sia i deportati politici che gli emigranti volontari si obbligarono a rimbor­sare al Governo pontificio il prezzo del passaggio per il Brasile, stabilito in 50 scudi a persona (nel contratto con il Savi il Governo pontificio si era obbligato per 36 scudi), ridotti a 25 per i ragazzi (calcolando 101 adulti senza il chirurgo e i frati e 12 ragazzi, si trattava complessivamente di 5.350 scudi), ed in più a restituire le somme che molti di essi, trovandosi nella più completa miseria, avevano ricevuto a titolo di prestito. Tutti i politici avevano ricevuto sovvenzioni, in misura diversa: da un minimo di scudi 0,40 (Bassi, Guai ducei, Pianori) ad un massimo di se. 37,45 per l'Errani, che si imbarcava con la moglie e due figlie, una delle quali, di un anno di età, fu esonerata dal pagamento del prezzo del passaggio. Anche così, però, il poveretto, dovendo pagare 50 scudi per sé, 50 per la moglie, 25 per la figlia maggiore e dovendo altresì restituire la somma rice­vuta a titolo di temporaneo sussidio, partiva con un debito di se. 152,45.
isi) Ccntoquindici secondo il citato elenco inviato il 10 febbraio 1837, cioè il giorno successivo alla partenza, dall'Ispettore Ferrini: condannati 63, liberi 30, donne 9, ragazzi 13; soltanto centotredici, invece, secondo il bollettino quindicinale del 1-15 febbraio 1837 del­l'Ufficio di Polizia della Delegazione apostolica di Civitavecchia (AS Roma, miscellanea così detta della Gendarmeria pontificia , b. 201, Civitavecchia, fase, dell'anno 1837).
182) Lettera del 13 gennaio 1837, n. 55667, riservata, al P. Generale dei PP. Cappuc­cini, in ASV, SS, rubr. 7, a. 1847, fase. 1, cit., ce. 10-11.
A dissipare i timori dei religiosi, la Segreteria di Stato affermava che a bordo il nu­mero delle persone libere eguagliava quello dei deportati; ohe l'equipaggio era formato da 12 uomini, tutti armati; che il noleggio del bastimento, da dividersi fra i membri del­l'equipaggio medesimo, sarebbe stalo pagato solo in Brasile, dove la gente di bordo aveva quindi tutto l'interesse ad arrivare; che vari deportati, infine, avevano seco la propria famiglia.
**> Il foglio è lacerato ed il nome è di lettura incerta.
184) Lettera da Bahia, agosto 1837, al Delegato apostolico di Civitavecchia, in ASV, SS, rubr. 7, a. 1847, fase. 1, cit., ce. 42-43.