Rassegna storica del Risorgimento
ESULI ROMANI BRASILE 1837
anno
<
1978
>
pagina
<
157
>
Detenuti politici romani in Brasile
157
e consegno al metropolita del Brasile la lettera del card. Lambruschini. Nono-stante 1 esplicita affermazione del segretario di Stato, che la spedizione dei coloni romani in Brasile era stata autorizzata dal Pontefice in quanto garantita dalla presenza dell'arcivescovo quale primo membro e responsabile della Società di colonizzazione, mons. de Seixas nulla fece perché la Società rispettasse gli impegni assunti con il Governo pontificio e lasciò il Cialdi e gli emigrati privi di ogni mezzo di sussistenza.
Partita da Bahia la nave con a bordo l'arcivescovo e il Calmon, il Cialdi tentò di avvalersi di una commendatizia che gli era stata data dal ministro brasiliano in Francia, Moultinho, per il presidente della Provincia. Questi, a sua volta, lo appoggiò presso il direttorio della Società di colonizzazione, ma senza alcun risultato. La Società si rifiutò di ricevere i coloni che aveva chiamato a Bahia e di dare ad essi persino vitto e ricovero.
Nella lontana Rio de Janeiro, non sembrava che l'incaricato d'Affari pontificio fosse molto al corrente della situazione. B 24 maggio 1837, cioè oltre un mese dopo l'arrivo dei coloni, nell'accusare ricevuta di un dispaccio del segretario di Stato del 18 febbraio relativo alla spedizione di varj coloni sudditi di Sua Santità, fattasi da Civitavecchia per Bahia >, dichiarava di sapere soltanto che vi erano già arrivati:
Su di ciò darò conto a Vostra Eminenza nel prossimo pacchetto, non avendo ancora avuto tempo di tener fondato discorso con Mgr. Arcivescovo e col Sig. Calmon, ambedue membri della Società di colonizzazione di quella città, arrivati qui da pochi giorni per assistere alla sessione della Camera,197)
i quali evidentemente cercavano di eludere l'argomento.
Per di più, i coloni trovarono una vivace ostilità nell'opinione pubblica locale, in quanto si sparse la voce che sotto mentite spoglie di un cappuccino si travasse nascosto fra loro il principe don Michele di Braganza, pretendente al trono portoghese ,I98) tanto che gli emigrati furono costretti a non uscire di sera ed a tagliarsi la barba per dimostrare l'infondatezza dell'accusa, che venne smentita anche dalla polizia.199)
Secondo un rapporto da Bahia al delegato apostolico di Civitavecchia dell'agosto 1837, invece, la voce di subito sparsa che erano uomini di vita faci-no[rosa] non li fece per certo attrattivi agl'occhi di questo popolo , formato, in genere, da individui poco affezionati alli forastieri di qualunque Nazione.200* Anche la Compagnia di colonizzazione giustificava il rifiuto di ricevere e rico-
or Relazione succinta citata. Cfr. anche la copia (in traduzione italiana) della lettera del Cialdi al Direttorio della Società di colonizzazione, datata Bahia, 1 maggio 1837, e di una lettera dello stesso Cialdi al Presidente della Provincia, nonché un fascicolo di Proteste ed altri atti giudiziali fatti in Bahia, in ASV, SS, rubr. 251, b. 453, anni 1843-1850, fase. 1, Nunziatura del Brasile, 1837-1847 , cit., da cui risulta come il Cialdi avesse tentato con ogni mezzo di ottenere che la Società rispettasse gli impegni presi nei confronti dei coloni.
197) Lettera n. 529 (Brasile n. 387) del Fabbri ni al segretario di Stato, in ASV, SS, rubr. 251 (7), b. 451, fase. B, Nunziatura del Brasile, anni 1833-1837.
19B> F. A. GUALTKBIO, op. cit., p. 108.
199> ASV, SS, Relazione succinta , cit.
200) n rapporto è in ASV, SS, rubr. 7, a. 1847, fase. 1, cit, ce. 42-43.