Rassegna storica del Risorgimento

ESULI ROMANI BRASILE 1837
anno <1978>   pagina <163>
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Detenuti politici romani in Brasile 163
invitando il Savi a rivolgersi al Governo pontificio, ** la questione andò sempre pra complicandosi, e nessun concreto risultato ottenne il Fabbrini. H Savi, a sua volta, sembrava più una vittima egli stesso, che non l'autore dell'imbroglio, la cui responsabilità era da attribuirsi alla Società di colonizzazione di Bahia.
Morto il Fabbrini, il suo successore, mons. Ambrogio Campodonico, descri-veva il Savi come un poveruomo spinto dalla fame z> che, dopo aver chiesto già nel 1840 la naturalizzazione brasiliana, per vivere si occupa nel far vedere ai curiosi una camera ottica, o pano-rama .a" Il Savi, per realizzare qualche cosa, nel 1843 vendette il proprio credito all'avvocato brasiliano Àranjo Basto, in cambio del pane quotidiano, più metà della somma che si sarebbe ottenuta dal Governo brasiliano, dedotte le spese. H Basto si rivolse al Campodonico, propo­nendogli che il Governo pontificio rinunciasse al credito in suo favore; in cam­bio egli avrebbe soddisfatto il credito stesso. H Campodonico, però, non accordò alcuna fiducia alla strana proposta. Inoltre, riferi al segretario di Stato che seb­bene il credito nostro sia di circa seimila scudi, questi signori intendono obbli­garsi a pagarne soli duemila e cinquecento:232* qui le cifre non concordano con quelle della stessa contabilità pontificia di qualche anno prima.
H successore del Campodonico, mons. Gaetano Bedini, sollecitò ancora la questione, la quale e anch'egli confermava che ciò era avvenuto per gli in* brighi del Savi era finita al Consiglio di Stato, organo consultivo in Brasile. Il Consiglio di Stato si pronunciò in senso negativo, cioè contro l'esistenza di un debito del Governo brasiliano nei confronti di quello pontificio.B3)
Ancora nel 1847 il Bedini scriveva al segretario di Stato che tutte le insi­stenze erano state vane, e che gli si diceva che se proprio avesse voluto una rispo­sta scritta sulla questione, essa sarebbe stata negativa (l'impegno del 5 giugno 1839 era ormai evidentemente considerato privo di valore).234)
8. Frattanto, a Bahia gli emigrati romani, poco dopo l'arrivo, fecero nuo­vamente parlare di sé. Molti di essi, almeno fra i deportati politici, presero parte, difatti, alla rivolta indipendentista e repubblicana nota con il nome di Sabinada, dal suo principale esponente, Francisco Sabino Alves de Rocha Vieira.235)
* Lettera del Fabbrini n. 680 (Brasile 516) del 14 febbraio 1840, in ASV, SS, a. 1847, rnbr. 7, fase. 2, e. 106.
23) Lettera del Campodonico al segretario di Stato, n. 96 del 27 maggio 1834, in ASV, SS, b. 453, rubr. 251, anni 1843-50, fase. 1, Nunziatura del Brasile, 1837-43 .
an Lettera del Fabbrini n. 681 (Brasile 517) del 14 febbraio 1840, in ASV, SS, rnbr. 251, b. 452, anni 1838-1843, fase. 4, Eredità Fabbrini, 1839-1842 .
2) Lettera del Campodonico n. 96 del 27 maggio 1843, citata.
2H) Ampio carteggio su questo argomento è in ASV, SS, a. 1847, rubr. 7, fase. 2, cit. D Savi affermava che nulla era dovuto al Governo pontificio, in quanto questo aveva già guadagnato molto esonerandosi dal peso di mantenere e sostentare i politici nelle pri­gioni (lettera del Fabbrini n. 706, Brasile 536, del 30 maggio 1840, ivi, ce. 147-148), al che la segreteria di Stato controbatteva che per raggiungere questo risultato non sarebbe stato necessario inviare i detenuti sino in Brasile, essendo sufficiente espellerli dallo Stato wmtmcio, come era stato fatto con tanti altri, che si erano stabiliti in Francia, in Spagna o in Grecia (minuta di lettera della Segreteria di Stato al Fabbrini, del 10 novembre 1840,
C'> Lettera del Bedini n. 59 defl'll gennaio 1847, in ASV, SS, a. 1847, rubr. 7,
fase. 2, ce, 179-180.
255) La rivolUf .oppiata il 7 novembre 1837, ebbe inwahncnte pieno successo. Bahia fu proclamata indipendente, come Repubblica Baiense, la quale, pero, avrebbe do-