Rassegna storica del Risorgimento

ESULI ROMANI BRASILE 1837
anno <1978>   pagina <167>
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Detenuti politici romani in Brasile 167
nota: pittore; le indicazioni corrispondono, compresa quella del mestiere di calzolaio; secondo il MAMBELLI, op. cit., lo Zattoni sarebbe nato però nel 1797, e pertanto nel 1838 avrebbe avuto 41 anni; già condannato a vita; esulato a vita); 22 - ...Pietro, calzolaio, da Lugo, di anni 27 prigioniero (il Fabbrini annota: Si suppone essere Pietro Zaganelli, calzolaio : le indicazioni relative corrispondono, tranne quella dell'età, sempre approssi­mativa; già condannato a 20 anni; esiliato fino al 30 agosto 1847).
Nel fornire al Fabbrini l'elenco dei compromessi, il Ney scriveva:
Credo di dover aggiungere disgraziatamente, a queste notizie, che la voce pubblica accusava vivacemente quest'Italiani di aver diretto e di aver presa la parte la più attiva agl'incendj, che si sono manifestati sopra diversi punti della città; del resto, a parte Inte­resse, ch'essi devono senza dubbio ispirare come compatriotti, Ella non ignora probabil­mente, Signore, ch'eglino sono stati quasi tutti costretti di abbandonare l'Italia per qual­che misfatto, che sotto un'amministrazione meno dolce della Sua, avrebbero corsa una ben triste fine.2*')
Del tutto diverso dall'astioso giudizio del Ney, invece, quello del capo della polizia di Bahia: quando, difatti, alla Camera brasiliana un deputato rivolse insulti agli Italiani, a proposito del comportamento degli emigrati romani a Bahia, il capo della polizia di questa città, anch'egli deputato alla Camera, ne prese la difesa e ne fece anzi l'elogio, dichiarando che parlava con conoscimento di causa >.2A6i
Oltre ai ventidue emigrati elencati dal Ney (di cui diciassette tre dei quali feriti fatti prigionieri dalle truppe imperiali, uno ucciso e quattro liberi) è possibile che altri romani abbiano preso parte alla Sabinada, riuscendo poi a sfuggire alla cattura ed alla identificazione da parte dei governativi. Anche te­nendo conto dei soli nomi forniti dal Ney, tuttavia, la partecipazione degli emi­grati politici alla rivoluzione appare notevole: più di un terzo,-sul totale dei 62 deportati.
È singolare come la segreteria di Stato valutasse a sessanta i politici atti alle armi, dichiarando che gli altri emigrati erano o non idonei alla milizia o emi­grati volontari:2*7 il numero di sessanta coincide con la quasi totalità dei depor­tati politici. Secondo rapporti napoletani, la partecipazione degli esiliati romani alla Sabinada sarebbe stata la causa del fallimento delle trattative per una nuova spedizione di detenuti napoletani in Brasile.248)
Nei combattimenti furono indirettamente coinvolti anche alcuni emigrati che non vi avevano preso parte:
Un certo Giovanni Pirozzali, bolognese, tra i coloni liberi, per mezzo della Legazione austriaca, in difetto di un nostro Console in Bahia scriveva il Fabbrini il 10 giu­gno 1838 mi ha fatto pervenire una nota dei danni che pretende aver sofferti nell'in­cendio della città, nella somma di reia 740.000, pari a circa in tre o quattrocento scudi. W
Ms> Lettera del 6 giugno 1838, in AS Roma, cit.
*") Lettera del Fabbrini al Segretario di Stato, n. 585 (Brasile 435), del 20 agosto 1838, in ASV, SS, rubr. 252, b. 452, anni 1838-1843, faso. 1, Nunziatura del Brasile (7), a. 1838.
247> Lettera del 7 aprile 1838 al Fabbrini, òit.
**> P. SCASATO, op. cit., XXXVIL. 1957, PP. 313-814.
* Lettera n. 576 (Brasile 427), in ASV, SS, a. 1847, rubr. 7, fase. 2.