Rassegna storica del Risorgimento
ESULI ROMANI BRASILE 1837
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Elio Lodolini
testimonianza di come almeno qualcuno degli emigrati avesse già intrapreso un'attività commerciale, con un discreto giro di affari. Se è idea del medesimo di chiedere un indennizzo al Governo - aggiungeva il Fabbrini - lo credo tempo perduto .
9. Alcuni dei deportati politici tornarono presto in Europa, come il forlivese Achille Galeffi esiliato in Brasile fino al 4 gennaio 1855 , che già nel 1838 era in Corsica.
Anche un altro emigrato politico, Giorgio Cherli, da Jesi (Ancona), cai-zolaio, non compreso fra i deportati del 1837, ma espulso dallo Stato pontifìcio dopo aver preso parte alla rivoluzione del 1831, emigrato in Francia e da qui in Brasile, tornò nel 1840 in Italia, sbarcando a Napoli. L'Incaricato d'Affari pontificio a Rio aveva informato che in Brasile la condotta del Cherli era stata plausibile, ed a Napoli il Nunzio appose sul passaporto del Cherli il visto con destinazione Marsiglia.
Questi ritorni preoccuparono le autorità pontificie, e nel 1842 la Direzione generale di Polizia diramò ai legati e delegati apostolici all'interno ed ai nunzi e consoli all'estero una circolare sulla sorveglianza da raddoppiarsi verso gli esiliati politici , nella quale si affermava di aver ragione di ritenere che alcuni dei deportati politici in Brasile e in America tentassero di rimpatriare.25
Un regolare permesso di rimpatrio fu chiesto invece nel 1840 da Ignazio Piazza da Forlimpopoli, già condannato a vita. In suo favore intervenne anche l'incaricato d'Affari brasiliano a Roma, cavalier Texeira de Macedo.253) Sul Piazza, i rapporti provenienti dal Brasile dichiaravano che la sua condotta a Bahia era stata sempre eccellente da quando vi è arrivato , a differenza di molti de' suoi compagni di esilio , che avevano avuto la disgrazia di persistere nelle loro idee, attirandosi il rigore delle leggi con nuovi delitti poli-tici:254) il Piazza, evidentemente, non aveva partecipato alla Sabinada.
Sulle successive vicende degli emigrati in Brasile poco è possibile apprendere dalle fonti romane.
Non tutti gli emigrati rimasero a Bahia: già dalla citata relazione del Fabbrini del 2 gennaio 1838 si rileva la presenza a Rio de Janeiro di un colono di
e Riguardo a coloro dei sudditi pontine j cui venne commutata la pena colTesilio al Brasile, lo Achille Galletti, uno degli esiliati medesimi, il quale per quanto sembra partito da Bahia, è pervenuto in Corsica, e di là ha scrìtto al proprio fratello a Forlì dandogli nuove di altri individui della stessa di lui condizione scriveva il direttore generale di Polizia nella citata lettera del 12 novembre 1838 (AS Roma, faac. a Nota dei principali ascritti alla Giovine Italia in Rio Janeiro , cit.).
251* AS Roma, Ministero e Direzione generale di Polizia, protocollo riservato, b. 120, a. 1840, tit. 8, rubr. 1, fascicolo non numerato dal titolo a Giorgio Cherli .
252> AS Roma, Ministero e Direzione generale di Polizia, protocollo riservato, b. 121, anno 1842, tit. 8, rubr. 1, fascicolo non numerato dal titolo a Circolare sulla sorveglianza da raddoppiarsi verso gli esiliati politici .
AS Roma, Segreteria per gli Affari di Stato interni, tit. 1, Affari ecclesiastici, rubr. 24, Oggetti appartenenti all'estero, b. 16, fascicolo dell'anno 1840; AS Roma, Ministero e Direzione generale di Polizia, protocollo riservato, b. 120, anno 1840, tit, 8, rubr. 1, fascicolo non numerato intitolato a Ignazio Piazza .
> AS Roma, Ministero e Direzione generale di Polizia, protocollo riservato, b. 120, anno 1840, tit. 8, rubr. 1, fase. Ignazio Piazza , cit.