Rassegna storica del Risorgimento

ASCOLI PICENO STORIA 1849; ORSINI FELICE; REPUBBLICA ROMANA 184
anno <1978>   pagina <174>
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Bruno Ficcadenli
avrebbe avuto da lui [Orsini] tiene a sottolineare il Liburdi stesso , una ben Bpiccia soluzione... a base di polvere e piombo .*>
I ritrovamenti del Liburdi si fermano al 12 giugno 1849. Per questo ab­biamo insistito nella ricerca di qualche documento scrìtto dall'Orsini o riguar­dante lui dopo quella data, quando, alla testa di un relitto di corpo armato, egli lasciava Montalto Marche, per andare ad arroccarsi a Force, e di qui, per sfuggire alla stretta degli Austriaci e dei briganti, dimesso ogni potere militare e civile, si dirigeva solo e incognito verso Roma. E siamo stati fortunati nel trovarci di fronte a diverse lettere, indirizzate al Commissario straordinario, o scritte dallo stesso Orsini, sia nel pieno della sua autorità, sia quando ormai si andava rassegnando all'inesorabile capitolazione e studiava il modo con fl quale sgusciare in mezzo alle truppe austriache che l'avevano accerchiato e sottrarsi alla certa cattura .10J
Come è noto, il Triumvirato, nominando l'Orsini, intese mettere in campo il potere militare e lasciar le lungaggini, [e porre] alla testa delle Provincie ufficiali giovani, intelligenti, arditi, rivestiti di facoltà illimitate per far rispet­tare la volontà governativa .n*
In Ascoli la situazione diventava insostenibile: nonostante i frequenti e bellicosi proclami del preside Ugo Calindri, fra il marzo e il maggio del 1849, la ribellione era in pieno sviluppo *. 12> Pertanto, fuggito dalla città anche quel preside, il Triumvirato era costretto ad inviare Felice Orsini come Com­missario straordinario di tutta la provincia.
Sappiamo che il giovane capitano, oltre ad essere stato nelle cose militari buon giudice , autore di un piccolo capolavoro d'audace strategia ,13> fu anche un ottimo e scrupoloso amministratore. E abbiamo trovato alcuni docu­menti che lo confermano. All'indomani dell'assunzione dei pieni poteri in Ascoli, l'Orsini sollecitava, potremmo dire personalmente, le riscossioni e i pagamenti pubblici. E non poteva fare diversamente, se impiegati malfidi o sfiduciati [...] aveva fin troppi attorno a sé.14) D'altronde persino il paga* mento delle spettanze al Tipografo governativo doveva rientrare nelle sue cure. Ciò è attestato da due minute di lettere, indirizzate una al Ministero dell'Interno, l'altra a quello di Grazia e Giustizia, che recano in fondo, come firma, semplicemente le due iniziali dell'Orsini, e sono di risposta ad altret­tante lettere dei rispettivi ministeri.,5)
Forte dell'autorità di Commissario straordinario applicava poi rigorosa-
*) E. LIBURDI, art. cit., p. 104. L'opera del Liburdi si inizia con una panoramica sulla situazione politica e sociale delle Marche dal momento in cui l'Orsini viene mandato in Ancona, per reprimere i soprusi e le licenze criminose degli a Ammazzarelli ; poi si sofferma sugli eventi ascolani, da quando il capitano Orsini arriva in città, fino a quando ripartendo da Force, la sera del 19 giugno, sorto il falso nome di Francesco Pinelli da Terni, non raggiunse Roma, per assistervi, combattendo, alla fine della Repubblica.
10> A. M. GHISALBERTI, Lettere cit., p. XV.
ll> A. M. GHISALBERTI, Orsini minore cit., p. 98.
I2> E. LIBURDI, op. cit.,, p. 201.
,J> A. M. GHISALBERTI, Orsini minore cit., p. 136.
,4> Ivi, p. 133. A maggior chiarezza della situazione, l'autore aggiunge: a Mentre egli si affaticava e vigilava, per la salute e gli interessi della Repubblica, alcuni impiegati, che sfiduciavano il Governo perché lo aborrivano [...], lo avversavano .
J5> Si vedano i documenti III in appendi.