Rassegna storica del Risorgimento

ASCOLI PICENO STORIA 1849; ORSINI FELICE; REPUBBLICA ROMANA 184
anno <1978>   pagina <175>
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Felice Orsini in Ascoli Piceno 175
molte e voleva far rispettare tutto quanto era stato decretato per legge dal-l'Assemblea e dal Governo della Repubblica,") e ingiungeva, pertanto, al facol-toso, ma riluttante ascolano, cittadino Ottavio Dalmonte Sgariglia , di pa-gare, [...], la somma di scudi centotré e baiocchi trentatré e decimi tre, quale terza parte dell'imposta allo stesso per il prestito forzoso. I7>
Pensava, imponendo il prestito forzoso, di rimpinguare la cassa pubblica provinciale e di avere una pronta disponibilità di denaro per le necessità di guerra. Tale maniera di procurare denaro venne poi allargata a tutta la pro­vincia ascolana dove per riuscire nell'intento, Orsini impegnò d'autorità tutti i Gonfalonieri e i Priori dei maggiori comuni.18) Il Liburdi, a questo propo­sito, dice che, quando Orsini fu in Offida, mise a contributo la città e i più facoltosi del luogo palesemente avversi al regime repubblicano, mirando ad accrescere il fondo di guerra con moneta sonante.19)
Il Commissario straordinario era altrettanto pronto e deciso, però, nel-l'ordinare che venisse pagato l'intero soldo a chi di spettanza, come testi­monia un drastico biglietto oVordine a favore del Governatore supplente di Amandola.
Orsini, nelle sue prerogative di Commissario, sancite nella stessa lettera di nomina da parte del Triumvirato il 13 maggio 1849, fu molto impegnato anche nella spinosa e logorante questione delle dimissioni, o dell'atteggia­mento malfido dei magistrati ed impiegati, che accettavano e adempivano al proprio ufficio di malavoglia e, spesse volte, di lontano e per procura. In me­rito all'accettazione per procura e contemporaneamente alla richiesta di restare lontano dall'ufficio per ragioni di salute, abbiamo rinvenuto un consistente car­teggio, relativo a un giudice di prima istanza, destinato da Viterbo al tribunale di Ascoli. Questo giudice, chiamato al suo nuovo ufficio, acconsentiva di rico­prirlo, ma nello stesso tempo chiedeva il permesso di starne lontano per motivi
W) Xn inerito a questa asserzione può risorgere l'interrogativo, posto e risolto con un'analisi convincente da G. TALAMO, Memorie e documenti cit., p. 18, a se vi fosse un dissidio insanabile tra l'Orsini ribèlle e l'Orsini restauratore dell'ordine . D'altronde il Gbisalberti aveva asserito: Felice Orsini ebbe nel sangue, fin dalla nascita, l'istinto della lotta, la spinta alla ribellione contro gli ordini costituiti e i Governi (Lettere cit., p. VII). Candido Augusto Vecchi, a suo tempo, definiva l'Orsini <c uomo di principi inflessibili e retti... fermo osservatore degli ordini ricevuti , La Italia - Storio di due anni cit., p. 177. Ora l'apparente contrasto dei due giudizi può essere spiegato dal fatto che il primo si rife­risce alla giovinezza del Meldolese, che, di temperamento insofferente di ogni costrizione e spinto alla afférmazione dei propri principi libertari, si rivolta contro il sistema paterna­listico familiare, e cospira contro il governo assoluto papale. Il secondo, invece, vedeva l'Orsini maturo, già entusiasta combattente, che aveva rischiato la vita più volte per la libertà e l'indipendenza d'Italia [...], strenuo difensore dell'ordine costituito in una Re­pubblica giovane dalle caratteristiche di una Repubblica nazionale.
") Si veda in appendice, doc III. Osserviamo, comunque, che, purtroppo, le ingiun­zioni del Commissario straordinario, data la resistenza passiva che opponevano i facoltosi ascolani, chiamati a pagare, non sempre producevano gli effetti voluti, se l'Orsini era co­stretto a ricorrere, Al Presidente del Tribunale di Ascoli..., per effettuare l'incasso del prestito forzoso ordinato dall'Assemblea Romana, [...], per deliberare sulle giustificazioni negative presentale dai Cittadini invitati, [...], allo sborso del decretato prestito . (Lettera, n. 3553 del 25 maggio 1849, in A. M. GHISAXBBBTI, Lettere cit., pp. 65-66).
J A. M. GHISALBERTI, Lettere cit., pp. 73-79.
19> E. LIBURDI, art. cit., p. 208.
Doc. IV in appendice.