Rassegna storica del Risorgimento
ASCOLI PICENO STORIA 1849; ORSINI FELICE; REPUBBLICA ROMANA 184
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Bruno Ficcadenti
di salute.2 Tutta la faccenda, a un dato momento, cadeva nelle competenze del Commissario; quando, appunto, il ministro Giovila Lazzari, interessato direttamente affinché Pietro Tirato, commissario governativo in Somiino, venisse nominato giudice del tribunale di Ascoli, dava il ano nulla-osta alla nomina per procura. Il ministro, infatti, dava riscontro all'istanza del Tiraterra, scrivendo testualmente: Si accorda di poter prendere possesso per procura e l'assenza per tutto il mese di maggio corrente e al Preside di Ascoli per la esecuzione .22) A quest'ordine Orsini non poteva che apporre la propria sigla e fare avanzare la pratica, annotando di proprio pugno, Al Segretario perché ne dia comunicazione.23* Il segretario provinciale di Ascoli, per competenza, dava comunicazione al presidente del tribunale, perché questi, da parte sua, confermasse legalmente la qualifica di giudice al Tiraterra e prendesse atto dell'autorizzata assenza. Ma, poiché il neo-giudice, al quale interessava piò stare lontano dal suo nuovo ufficio che averne formale riconoscimento di possesso, aveva rivolto regolare istanza per rimanere a Viterbo, ma non si preoccupava di formalizzare la procura, il presidente del tribunale faceva osservare all'Orsini: Affine di poter dare al giudice Tiraterra il possesso della sua qualifica col mezzo di procura, necessita, Cittadino Commissario, ch'egli mandi la sua procura, in cui potrà lasciare in bianco il nome del mandatario. Quante le volte non l'abbia rimessa a Lei, troverei necessario, ch'Ella gliene facesse sollecita richiesta, quando pure non credesse di addossarmene l'incarico.24' Orsini, presa conoscenza della lettera del presidente del tribunale, comandava al segretario della provincia: Si accetti l'esibizione del Presidente di scrivere egli stesso al Tiraterra .
Dai documenti da noi reperiti, non è chiaro se la posizione del Tiraterra rientrasse in quell'atteggiamento tipico di ambiguità, di timore e di malevolenza, nei confronti dell'amministrazione repubblicana, di cui altre volte lo stesso Orsini s'era dovuto lamentare.26* Comunque, senza dubbio, il caso costituì una nota di disturbo per una sollecita e decisa amministrazione della giustizia in un momento critico e rivoluzionario, quando proprio l'Orsini veniva a ritrovarsi in una imbarazzante situazione, che egli stesso così descrisse: provveduto a parecchi arresti di persone, più che note pel loro spirito politico avverso in termine sulle quali pesavano indizi forti, [esse] furono processate, e dopo quindici giorni poste in libertà, perché non si trovarono prove sufficienti .
a> Cfr. Dispaccio del Ministro di Grazia e Giustìzia al giudice Pietro Tiratemi n. 16829 del 3 maggio 1849, copia dell'originale, in Archivio di Stato di Ascoli P., Fondo: Delegazione apostolica di Ascoli, Affare: Governo pontificio e Repubblica Romana 1849; Istanza del giudice Pietro Tiraterra al Ministro di Grazia e Giustizia da Viterbo 5 maggio 1849, copia in Archivio cit.
22) Ordine scritto, sottofirmato e datato 22 maggio 1849, nel retro della stessa Istanza del Tiraterra, che il ministro di Grazia e Giustizia aveva inviato al ministro dell'Interno per le sue competenze. Doc. V in appendice.
> La sigla del nome e cognome è seguita, per scrupolo formale, dal n. 3559 del protocollo e dalla data 25 maggio 1849. Ivi.
24> Lettera allV Egregio Cittadino Commissario e Presidente , n. 377, del 25 maggio 1849, si veda doc. VI in appendice.
25) In un foglio dove è anche la lettera-minuta, n. 3594. Si veda doc VII in appendice.
* Cfr. Lettera Al Cittadino Ministro dell'Interno - omo , da Ascoli, 2 giugno 1849, in A. M. GHISALBERTI, Orsini minore cit., p. 133.
tf) Lettera al Saffi cit.