Rassegna storica del Risorgimento

ASCOLI PICENO STORIA 1849; ORSINI FELICE; REPUBBLICA ROMANA 184
anno <1978>   pagina <178>
immagine non disponibile

178
Bruno Ficcadend
nano in Ascoli, Egidio Mazzoni, cerca di far sapere all'Orsini, già a Force, che proprio il maggiore Sgariglia e il comandante della piazza hanno senza stre­pito rattoppati i posti, aumentato le pattuglie in città per tenere a bada le minacciose bande dei briganti assediami.*
Orsini, nei limiti dei collegamenti possibili anche quando da Offida con tutto a suo seguito si porta a Montalto, continua a seguire e a ordinare le cose del capoluogo piceno, ragguagliando, inoltre, le autorità che ivi lo sostituivano e che cercavano di far fronte alla situazione, diventato ormai piuttosto critica, intorno alle sue mosse strategiche e alle sue intenzioni sul da farsi.
Il Ghisalberti e il Liburdi hanno pubblicato diverse lettere che il Commi* sario scriveva da Montalto negli ultimi momenti dei suoi poteri illimitati Dal contenuto di queste missive (salvo la lettera di risposta Al Cittadino Marco Sga­riglia, Gonfaloniere della città di Ascoli,37* piena di ragguagli e di consigli, che rilevava ancora una certa fiducia e un certo ottimismo e la concisa lettera A Giuseppe Caramelli,X) richiesta di urgenti notizie per una inderogabile mossa decisiva del Commissario ormai circondato di Tedeschi e briganti ), ci appare un Orsini quasi esclusivamente preoccupato d'imporre, di richiedere urgente* mente e di ricevere denaro, vettovaglie e altre cose necessarie per la sua truppa. Eppure il capitano commissario, infaticabile nel bene , fino all'ultimo giorno della sua straordinaria missione, si preoccupava di : porre al sicuro' la truppa , salvare l'onore e la dignità nazionale , non prendere parte ad uno stato di cose che si oppone[va] alli [suoi] principii , infine, di salvare la vita. Tutto ciò può essere confermato per diretta testimonianza dell'Orsini stesso, attra­verso due sue lettere, che abbiamo riscoperto tra diverse altre.39)
L'una fu scritta quando il commissario si era reso conto dell'impossibilità di fare di Montalto un centro di strenua resistenza armata.40) Ha un tono abba­stanza confidenziale; risponde ad una lettera di Egidio Mazzoni, che, da Ascoli, faceva rilevare al commissario di essere stato troppo severo nel minacciare Sante Jonni.4,) Orsini, appunto, si scusa, dicendo che chi comanda è sempre
36) Si veda doc. IX in appendice.
W E. LIBURDI, art. cit., p. 235.
**> A. M. GHISALBERTI, Lettere cit., p. 77.
3W II Fondo Delegazione Apostolica di Ascoli - 1846-1860, in cui è distinto Yaffare: Governo Pontificio e Repubblica, da poco tempo è stato riordinato e messo a disposizione degli studiosi. Il merito va al dott. Giuseppe Morichetti, attuale direttore dell'Archivio di Stato di Ascoli Piceno, e ai suoi collaboratori, che hanno recuperato questa considerevole raccolta documentaria da un enorme mucchio di carte buttate alla rinfusa in uno scanti­nato di un vecchio palazzo ascolano.
405 Orsini era giunto a Montalto, con la sua truppa, la sera del 6 giugno. Vista l'adatta posizione della città, egli concepì scrive il Pistoiesi il fiero e audace disegno di asserragliarsi in Montalto, e quivi tentare l'estrema resistenza sì agli Austriaci che ai Volontari pontifici che lo minacciavano da lungi . Ma dopo il terzo giorno di permanenza e di preparativi, I principali cittadini si fecero subito attorno al Commissario e cerca­rono di dissuaderlo, [...], mostrandogli l'assoluta impossibilito di una resistenza qualsiasi in un paese povero e sfornito di viveri, quale era Montalto. L'Orsini, conclude l'artico listo , si mostrò cortese e si lasciò, anzi, facilmente convincere, [...], decise di lasciare Montalto e spingersi verso la montagna in direzione di Force . F. PISTOLESI. art. cit., p. 3.
41) Era il cassiere deU'amniinistrazione provinciale, che, forse, aveva fatto adirare Orsini per non avergli risposto confacentemente e prontamente a qualche perentoria richie­sta di denaro.