Rassegna storica del Risorgimento
ASCOLI PICENO STORIA 1849; ORSINI FELICE; REPUBBLICA ROMANA 184
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Bruno Ficcadenti
mai allo loro incursioni, non venire mai a patii nel rìschio di lasciare a loro
discrezione la città.46*
Per tutto questo e anche per l'avanzata dell'esercito austriaco, ormai giunto a Macerata, là dove stanziava il quartier generale, in attesa della capitolazione di Ancona, il gonfaloniere di Ascoli, Marco Sgariglia, di comune accordo, appunto, con il pro-preside della provincia, Egidio Mazzoni, inviava a Macerata l'ingegnere ascolano Antonio Silvestri, per iniziare trattative di resa e di occupazione.
Orsini, ormai alla sua estrema resistenza a Force, circondato di Tedeschi e briganti e mancando di ogni notizia da più giorni , pur tuttavia non ignorava le circostanze che avevano indotto le autorità responsabili a trattare con lo straniero invasore. È vero che egli, negli ultimissimi giorni della sua missione, rimase all'oscuro della situazione creatasi oltre le mura di Force, ma questo non fu perché i presidi, i commissari e i gonfalonieri di Ascoli, di Fermo, di Macerata e di altre minori località rimanessero nel loro silenzio assoluto: dovevano usare tutte le ovvie precauzioni nella corrispondenza con l'Orsini, intenzionato a porre una resistenza senza quartiere anche all'esercito austriaco. Dall'ultima minuta della lettera del Mazzoni indirizzata all'Orsini a Force, la quale si presenta come un'ampia panoramica di come andavano le cose in Ascoli e dove l'autore apertamente confessava: Fra diversi mali che minacciano, converrà scegliere quel che non comprometterà la pubblica salute, ..., e mi è dolce il supporre, che anche gli stranieri vorranno rispettare le nostre determinazioni , dalle lettere del Silvestri allo Sgariglia, non possiamo più parlare di silenzio . È stato scritto, coll'intento di rendere edotto e partecipe il fuggiasco commissario straordinario, ma, per il precipitare degli eventi e per la morsa d'assedio che si andava sempre più stringendo intorno a Force, la corrispondenza sarà finita nelle trascurate minute di lettere o nelle lettere ufficiali non recapitate e, magari, nascoste nei Fondi degli archivi provinciali e comunali tuttora inesplorati. È vero anche che nell'incalzante drammaticità, e quindi nella preoccupazione di salvaguardare la città da rappresaglie, specie da quelle delle bande di briganti e borbonici travestiti, Mazzoni, come tante altre autorità responsa-
**) Il Gonfaloniere Marco Sgariglia, ancor prima, aveva rivolto un accorato appello ai cittadini per la difesa delle mura: Vi [chiamo] a difendere questa Patria divenuta bersaglio dei colpi dei faziosi, che, sotto il manto della Religione, mettono a ruba le vostre sostanze, attentano alla vostra vita . (Appello del Gonfaloniere, 10 maggio 1849, Manifesto, ivi).
Che le bande sanfediste non sarebbero andate tanto per il sottile è dato vedere dalla seguente dichiarazione del loro capo, in un momento piuttosto critico per Ascoli repubblicana, dato che il preside Calindri era fuggito a San Benedetto del Tronto con parte della truppa: a Io Giovanni Piccioni Generalìssùno dello Stato Pontificio e di Sua Maestà del Regno Napoletano (sic). Io sono dentro questa città e in breve a certo tempo comanderò in questa piazza d'Ascoli. Saluto tutti li miei fidi ascolani e si farà festa di tutti i framas-soni [genericamente così erano chiamati i liberali] di questa,gita e domani mi farò vedere in mezzo la Piazza del Popolo . (Lettera di Piccioni al Gonfaloniere Sgariglia, 4 maggio 1849, in Fondo Sgariglia, Archivio di Stato di Ascoli Piceno).
47> Per avere un'idea di come si svolsero le trattative, e per osservare un po' più da vicino la reale situazione ascolana, creata dalla uscita di Orsini dalla eKà, si vedano alcune lettere che il Silvestri da Macerata inviava allo Sgariglia in Ascoli [Fondo Sgariglia, Arch. ci!.].