Rassegna storica del Risorgimento

ASCOLI PICENO STORIA 1849; ORSINI FELICE; REPUBBLICA ROMANA 184
anno <1978>   pagina <183>
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Felice Orsini in Ascoli Piceno 183
1 Orsini fece ogni sforzo per mantenere il suo governo su di nn piano di lealtà, di rettitudine e di giustizia.*) Le altre autorità, che dapprima ressero Ascoli repubblicana affiancate ad Orsini, poi, quando il commissario uscì dalla città, dovettero governare da sole e studiare il miglior partito per salvare l'onora civile e militare, infine proteggere la città dalle incursioni, rapine e violenze dei bri-ganti, pensarono, sì, di rimanere in contatto con l'Orsini ed ascoltarne alcuni consigli, ma anche di sollecitare, previa intesa con il comando più vicino, l'oc­cupazione pacifica della città da parte delle truppe austriache.
Orsini fuggiasco, ma non ancora disposto a capitolare, veniva informato del­l'intenzione di avvicinare gli Austriaci per una transazione. Egli per tutta rispo­sta scriveva: Io sono pronto a tutti i costi di discendere in Ascoli. E se i tede­schi si inoltrano tento delle imboscate. La mia truppa è moralizzata [...] Voglio mettere insieme il denaro necessario per due mesi di mantenimento delle mie truppe.59) Consigliava, quindi, di resistere e di non scendere ad alcun patto, sia con gli Austriaci, sia coi borbonici, tanto meno coi briganti. Il gonfaloniere Sgariglia, conoscendo il pensiero, il coraggio e la coerenza dell'Orsini, ma avendo anche presente la drammatica situazione di Ascoli, rispondeva al com­missario con garbo ma con fermezza e decisione : Conoscete lo stato delle cose e da quali motivi io mi sia indotto a fare quello che si doveva per il bene della città [...] E benché sia ben penetrato della ragionevolezza dei vostri consigli, non saprei come seguirli nella critica situazione in cui mi trovo [...] Nella presente nostra critica situazione, tutto quello che si può e si deve fare, è di non man­dare deputazioni ad incontrare le truppe: riceverle in silenzio, talora, è più eloquente della resistenza, e lasciare che per loro si compia il cambiamento del Governo. Viltà non se ne sono commesse e non se ne commetteranno, e quello che si è operato e si opererà non fu né sarà a caso [...] Abbiate a calcolo anche il pericolo in cui siamo che non potendo i tedeschi venire [.] pare sia riserbata ai Napoletani l'invasione di questa parte dello Stato! s.6
Frattanto, da Macerata, il Silvestri aveva riferito allo Sgariglia sul suo col­loquio con un consigliere militare austriaco, mettendo in risalto la possibilità che i borbonici, alleati coi briganti, potessero, da nn momento all'altro, sconfi­nare al di qua del Tronto e prendere d'assalto la città. Scriveva appunto: Il Cav. Jhon mi disse ancora che Ascoli poteva venire occupato dai Napoletani, ma in via di dnbbio. No, gli dissi! Ascoli sarebbe sacrificato Non aggiunse altro, e mi ripetè che i Tedeschi non venivano per ora .6l)
Così, mentre Orsini, intrepido, non disposto ancora a cedere, pur preso in una morsa, che fli stringeva sempre più, continuava la sua ritirata strategica verso
5 G. TALAMO, op. cit., pp. 12-13, analizzando un po' tutta la polemica di accusa, che sorse subito intorno alle due missioni orsiniane, in Ancona e in Ascoli, ette-provoco una lettera aperta del Mazzini in difesa, apparsa sulla Concordia del 23 agosto 1850, e che sollecitò Orsini a pubblicare le sue Memori* (che piacquero per queBaria venta che ne emanava,), decisamente ci convince che il Commissariato repubblicano di Orsini in Ascoli, dal punto di vista morale, fu ineccepibile.
a Al cittadino Marco Sgariglia Gonfaloniere, Montalto, 9 giugno 1849, m E. Li-
MTlusario Straordinario, Ascoli, 11 giugno 1849, Archivio di
*~ 1 ifSnS lunga lettera , All'Odo fg * glia Gonfaloniere , senza data, ma si può pensare scritta U 10 giugno 1849, Fondo Sgariglia cit.