Rassegna storica del Risorgimento
QUARANTOTTI GIOVANNI
anno
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1978
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pagina
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206
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206 Sergio Cella
magistrale Storia della Dieta del Nessuno (1938) a completa documentazione del. l'opera svolta dai deputati istriani nel 1860-61.
Accanto agli studi storici, il Quarantotti, passato a presiedere 1 IsUtnto ma-gistrale di Trieste, pubblicò articoli sulle riviste scolastiche, sulla riforma della scuola media iu Italia e in Francia, sulla storia degli istituti medi giuliani. Fallita dopo breve tempo la ripresa delle Pagine Istriane a Capodistria, egli rese più assidua la sua collaborazione al Piccolo di Trieste, agli Atti e Memorie della Società istriana di archeologia e storia patria, aU'Archeografo Triestino, alla Porta Orientale, alla Rassegna storica del Risorgimento e agli Annali dell'istru* zione media, ed entrò nella Deputazione di storia patria per le Venezie e nelle Accademie di Udine e di Cortona. Nel 1941 venne chiamato per corsi sulla cui* tura italiana in Germania all'Ambasciata di Berlino, dal 1943 al *51 tenne nuovamente la presidenza del Carducci di Trieste.
Nel secondo dopoguerra, il Quarantotti è ancora in linea per la difesa dell'italianità conculcata dell'Istria e di Trieste. Lo fa sui giornali e attraverso la Radio Venezia Giulia, ma ancor meglio con i robusti e precisi studi sugli Sviluppi dell'idea nazionale e unitaria a Trieste e nell'Istria dal 1859 al 1866, L'Istria nel 1848, P. Kandler e l'Istria, N. De Ria nel movimento risorgimentale a Trieste, l'edizione delle memorie di A. Madonizza, il saggio su Le origini storiche della lotta nazionale a Trieste e in Istria. Inscindibili sono in lui lo studioso rigoroso e documentato, il patriota fermo nella difesa del patrimonio civile proprio della gente istriana.
Così possiamo spiegarci il favore incontrato dalle sue opere fra il grande pubblico e nella più ristretta cerchia degli specialisti. Non solo Francesco Salata e i fraterni amici Attilio Tamaro e Camillo De Franceschi lo ebbero caro, ma critici di diversa formazione e tendenza si sono trovati d'accordo nel riconoscere l'importanza fondamentale dei suoi lavori. Il suo volume di largo respiro su Trieste e VIstria nell'età napoleonica (1954), che autorevolmente colma una sentita lacuna della storiografia regionale, ha riscosso le fervide lodi di Gioacchino Volpe e di Nino Valeri, mentre Pietro Silva ne ha definito alcune parti senz'altro perfette e il francese Ferdinand Boyer l'ha ricordato fra i migliori lavori usciti nel decennio sul periodo napoleonico.
Anche negli anni più recenti, il Quarantotti ha continuato a Venezia la sua attività di studioso di storia iniziatasi alla vigilia del primo conflitto mondiale con un volumetto sulla questione universitaria nel 1848. Dopo le commosse commemorazioni del De Franceschi e del Tamaro, son venuti il grosso Epistolario di Carlo Combi e il Carteggio Cavalletto-Luciani, gli studi sulla prima e seconda Dieta istriana, sulla campagna navale del 1859 in Adriatico, e ancora gli inediti del Fachinetti e di Vittoria De Rin. Amareggiato dall'esodo degli italiani dal-ristria e dalla Dalmazia, duramente colpito dalla prematura scomparsa del figlio Pier Antonio (lo scrittore Quarantotti Gambini) e della moglie (Fides, figlia del patriota capodistriano Pier Antonio Gambini), Giovanni Quarantotti s'è dedicato fin nella tarda vecchiaia alle predilette ricerche sulla storia della sua terra; ricordiamo, fra le ultime, i nuovi apporti alla biografia del Madonizza e l'interessante articolo Mettermeli contro Leopardi, basato su corrispondenze inedite.
Bene ha duncru* meritato della Patria e degli studi l'antico patriota e uomo di scuola, uno degli ultimi superstiti tra i protagon dell'irredentismo istriano, che alla stona * era dedicato con la passione dell'indagatore e di colui che vuol comprenderne fanima e vivificarne il suo impegno civile.
SERGIO CELLA