Rassegna storica del Risorgimento
BIBLIOTECA UNIVESRITARIA DI GENOVA FONDI ARCHIVISTICI
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1978
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210
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210 Emilio Costa
fermento del popolo genovese ansioso di sostanziali riforme. Erano stale promosse imponenti manifestazioni per celebrare l'episodio di Balilla. Il nostro marchese aveva inviato relazione degli avvenimenti genovesi al conte Cesare Trabucco di Castagnette, segretario particolare di Carlo Alberto, il quale gli rispose con la lettera seguente.
Torino, 15 dicembre [1847]
Ulano Sig.r Marchese.
Interessantissima mi riusci la cortese sua di cui ho tenuto il debito conto. Vedo che, inalterabile nel suo sistema, Ella continua colTottimo m[archese] Giorgio, ad adoperarsi per il mantenimento dell'ordine e ch'Ella può godersi la dolce consolazione d'avervi col-l'opera sua massimamente contribuito. Queste sono soddisfazioni che onorano la vita di un uomo e intanto io gliene porgo i miei sinceri rallegramenti.
L'episodio del pranzo 19> capisco che l'abbia funestata e se le conseguenze furono minime ciò rivela tuttavia resistenza di un partito che al certo non è mosso da quell'opinione che fa la gloria d'Italia tutta e della nostra parte in particolare. Guai se tali principii trionfano, perché o monarchia o protezione straniera potrebbero venirne al seguito, sebbene il governo è abbastanza forte per proteggere se ed i buoni ...20)
La salute del Re va migliorando d'assai. Egli stette 5 ore alzato. Non mi dimentichi ottimo xnarch[es]e e mi creda inalterabilmente suo devono, obb.mo servo
Di Castagnetta
Il 1 gennaio 1848 Roma era in allarme per le voci che correvano già dal giorno precedente circa probabili attacchi alle case dei gesuiti da parte di turbe popolari: la guardia civica era all'erta. Teresa Pallavicini Corsi ne inviava relazione in una lettera del 3 gennaio alla figlia Nina Balbi Senarega, moglie di Francesco, il quale, l'8 gennaio, la iniviava per staffetta a Torino, dove suo fratello Giacomo si era recato con la deputazione incaricata di esprimere al re la volontà dei genovesi circa le riforme. H Senarega aveva pensato che tale lettera potesse essere conveniente e utile documento a favore della deputazione. Eccone un brano:
...Avrai saputo il motu-proprio del Papa che fu applaudito, e quando tutti erano contenti, e si preparavano a dimostrarlo, anche in forma pubblica andando a Monte Cavallo il giorno primo dell'anno per augurarlo prospero a S.S., furono prese delle misure ostili verso la popolazione, la quale essendo inoffensiva se ne allarmò. Non si sa come questo spavento sia nato nella segreteria di Stato, ma quello che ordinò fu di alzare il ponte di Castel S. Angelo, di consegnare la truppa a quartiere, di consegnare sotto le armi tutti quei civici che non erano in fazione, di chiudere le porte del palazzo del Quirinale, di armare dentro e fuori del palazzo, dì spargere dragoni e carabinieri; insomma misure spaventose.
Tutto questo accadeva il di 1 del 1848. L'aspetto della città con tutti questi preparativi era poco piacevole. Una massa di popolazione si portò al palazzo Corsini a pregare il senatore che volesse andare dal Papa per domandare cosa significava questo apparato di spavento. H Corsini parlò dalla finestra benissimo: promise d'andare purché lo avessero lasciato andare solo. Infatti si mise in carrozza e andò dal Papa che trovò ignaro di queste misure prese. Subito ordinò che si riaprissero i portoni del suo palazzo, e la mattina di poi, quando il senatore coi conservatori tornarono a parlare in favore del popolo, il
ti) Allude al banchetto di fratellanza tra liguri e piemontesi offerto dai genovesi la sera del 12 dicembre àWBStd de VUU in risposta a quello organizzato il 7 novembre 2? daI1A8sociasaone Agraria presso la Trattoria dell'Universo. Puntini nel testo.