Rassegna storica del Risorgimento

BIBLIOTECA UNIVESRITARIA DI GENOVA FONDI ARCHIVISTICI
anno <1978>   pagina <216>
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Emilio Costa
zazione della guardia ma in compagnie e battaglioni ben organizzati e disciplinata. La scelta stessa dei militi deve esser severa, altrimenti non sarà sussidio, ma disturbo all'esercito.
Quel che più importa si è trovare denari. Si riapre rimprestito e, se non verranno offerte volontarie, sarà forza venir alla coazione. Se i ricchi non concorrono con alacrità, vi saranno costretti dal governo e dall'opinione pubblica. Pensino anche a schivare i pe­ricoli a cui potrebbero andar incontro.
Sebene direttamente più non possa secondare le vostre cure, ove vi occorra alcun che di urgente, scrivetemene, ch'io procurerò aiutarvi. Vostro afl*.mo amico
Vincenzo Ricci
Dalla sua partenza dal quartier generale in Lombardia, il Balbi Pioverà non aveva avuto occasione di scrivere al Castagnetto* si rivolse a lui il 15 agosto in un momento grave di pericoli, in seguito all'armistìzio Salaaco, in una città che era sempre sull'orlo della sedizione. Se la carica che il re gli aveva conferito era delle più onorifiche era anche una delle più difficili e delle più penose. Dalle 5 di mattina sino alla mezza notte quando mi si lascia quattro o cinque ore per riposare scriveva sono occupato con spiriti irrequieti senza disci­plina veruna: una vera gabbia di pazzi. Se conserverò due dita di cervello mi terrò molto fortunato . In questa e in altre tre successive lettere del 18, 19, 26 agosto, pubblicate dalla Montale,37) il Balbi metteva a fuoco gli aspetti nevral­gici della situazione genovese, che di ora in ora si faceva difficilissima da con­trollare: chiedeva al re, per mezzo del Castagnette, di far spedire immediata­mente a Genova truppe, ma truppe buone e non battaglioni di riserva senza disciplina.
Le reciproche del Castaglietto del 18 (due lettere), 19, 22, 30 agosto ci in* teressano non soltanto perché documentano i tratti di un'amicizia scarsamente conosciuta, ma anche perché offrono elementi interessanti e utili alla cono­scenza di quel drammatico momento storico, che fu nel mondo piemontese deter­minato dall'armistizio del 9 agosto 1848.
Il Castagnetto scriveva da Alessandria il 18 agosto:
Comunque languisse la nostra corrispondenza, non languiva invece la memoria della cara di lei persona e ben seppi come si adoperasse per il ben comune e come fosse utile la di lei presenza nella buona ma troppo agitata Genova. Ora della di lei lettera tanto interessante, io ho al momento data lettura a S. M. e non dubito che gli ordini saran dati per l'invio di truppe. Saperlo di positivo io noi posso perché è tanto dilicata la mia posi­zione che debbo astenermi da qualunque influenza e mi limito alle materiali funzioni di segretario.
H cuore però è sempre ugualmente caldo per la buona causa ed anche sta mattina, parlando con il Re, io diceva che non potevamo trovare più leale concorso di quello del marchese Balbi, che fu sempre conseguente a se stesso dopo che le istituzioni date da S. M. lo vincolarono al governo costituzionale.
H Castagnetto non mancò di fare coraggio al Balbi, di manifestargli la sua simpatia e di prodigarsi, nei limiti delle sue possibilità, a favore delle richieste invocate da Genova con vibrante consapevolezza.
In quei giorni difficili di fine agosto, il Balbi trovò certamente conforto
* Cfr. BIANCA MONTALE, Giacomo Balbi Pioverà, cit., p. 581. ) U quattro lettere al Castagnetto sono pubblicate integralmente in BIANCA MONTALE, Giacomo Balbi Pioverà cit., appendice, XVL, XXI, XXII XXIII.