Rassegna storica del Risorgimento
BIBLIOTECA UNIVESRITARIA DI GENOVA FONDI ARCHIVISTICI
anno
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1978
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pagina
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217
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Le carte di Francesco Balbi Senarega 217
nelle lettere del segretario del re. Soprattutto l'ultima che ebbe a ricevere, quella del 30 agosto, gli poteva offrire spunti di meditazione, perché in essa vi ebbe a leggere parole che lo aiutavano a trovare un senso alla sua condotta.
In villa, ove sono venuto a riposarmi alcuni giorni, mi giunge la gratissima sua del 26 e non posso che ripeterle qui, sigj Marchese, quel che già le scrissi altre volte ch'io sempre la trovai conseguente a se stessa e piacesse a Dio che tutti avessero seguito il di lei esempio.
È inutile farsi illusione: qualunque sia il governo e qualunque i governanti, se non si spiega fermezza non si potrà stabilire l'ordine ed il rispetto alle leggi e senza questi estremi impossibile di governare. Ora, per qual via cammineremo, io non ci vedo chiaro ancora in mezzo allo spirito d'opposizione che altamente si manifesta; ma l'indole della nazione è così buona, il bisogno della tranquillità tanto universale che giova sperare lo scopo sarà men forte di quanto si teme.
Le affermazioni del Castagnetta interpretavano il sentimento convinto di una larga fascia dell'opinione pubblica piemontese, quella dei moderati, saldi nel loro albertismo, intransigenti nell'ordine e nella legalità quanto aperti alle speranze, appena il loro re ebbe a passare il Ticino. Per questo i termini confidenziali della lettera sono illuminati da un pieno significato politico.
EMILIO COSTA