Rassegna storica del Risorgimento

BIBLIOTECA UNIVESRITARIA DI GENOVA FONDI ARCHIVISTICI
anno <1978>   pagina <225>
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Libri e periodici
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filosofia della storia che si avvicina molto allo storicismo, 9 fatto, soprattutto, che il con-ceto di hherta pensato dai eattohci liberali giunga ad ipotizzare una posdbUe pinata teologie. c
Da ultimo un'ipotesi estremamente interessante: il cattolicesimo liberale è profon-damente legato ai sentimenti nazionali e alle esperienze unitarie; intorno agli anni 1830-1850 tra il giovane cattohcesimo liberale e l'affermazione o la rivendicazione dell'identità culturale nazionale, vi sono profonde correlazioni. Fino a che punto quindi (e il discorso vale solo per la Francia) il cattolicesimo liberale transalpino è legato alla mentalità gallicana f
Come si vede il volume non manca di ipotesi stimolanti che da un lato mostrano quanto l'argomento sia interessante ed attuale (più volte sia Poulat, sia Remond si richia-mano alla sinistra cattolica del dissenso contemporanea per stabilire un rapporto col catto­hcesimo liberale), e dall'altro mostrano come l'argomento sia ben lungi dall'essere esaurito e soprattutto come sia necessario fare appello ad una storia il più possibile totale (dalle istituzioni all'economia, al pensiero politico) per interpretarlo appieno.
GIUSEPPE PARLATO
BRUNO PELLEGRINO, rerra e clero nel Mezzogiorno: il reclutamento sacerdotale a Lecce dalla Restaurazione all'Unità; Lecce, I.T.E.S., 1976, in 8, pp. 153. L. 4.000.
Bruno Pellegrino volge da tempo il suo interesse di studioso soprattutto alla indagine sulla influenza esercitata dalla organizzazione ecclesiastica sulla società meridionale. Nel­l'ambito, quindi, di questa prospettiva va inquadrato il presente lavoro costituito dalla rac­colta di due articoli dello stesso Pellegrino, pubblicati il primo. Aspetti religiosi, sociali, eco­nomici del reclutamento sacerdotale nella diocesi di Lecce durante l'episcopato di Mons. Ni­cola Caputo (1818-1862), sulla rivista Critica storica del 1973 (pp. 10-78) e il secondo, Nicola Caputo (1774-1862) tra Religione e Politica, più recentemente sulla Rassegna sto­rica del Risorgimento del 1976 (fase. I, pp. 8-35). Entrambi i lavori, finanziati dal C.N.R., rientrano in un contesto più vasto di indagine sui vescovi, sulle diocesi e le associazioni cattoliche nell'età moderna.
Lo studio più recente, che costituisce il primo capitolo del lavoro qui esaminato, in­quadra la figura di mons. Nicola Caputo, ordinato vescovo di Lecce nel 1819, nella pro­spettiva storico religiosa in cui ha vissuto. A cavallo tra la rivoluzione napoletana del 1820 e l'unità d'Italia, la sua attività pastorale si svolgeva in un periodo difficile non solo per la Chiesa meridionale, a che ricercava un nuovo rapporto nei confronti del Borbone restau­rato , ma anche per la società che viveva di riflesso questa ricerca di un nuovo equilibrio politico-religioso. Ai primi anni di episcopato caratterizzati dall'impegno politico infatti fu uno dei pochissimi vescovi a schierarsi apertamente a favore della rivoluzione del 1820 segui un nuovo atteggiamento di disimpegno politico, che, necessario per riacquistarsi la fiducia delle autorità, era nato, secondo Pellegrino, dalla convinzione che, tenendo netta­mente distinto lo spirituale dal temporale e garantendo alla Chiesa i suoi diritti di libertà e di lasci*
scovo .
tari assunti nel 1848, non potè esimersi dal dovere di intervenire a favore dei perseguitati,
anche polìtici Un vescovo quindi fuori delle norme consuete e che si distingueva netta-
un 82 anni il Re tramite il nunzio, nnmava * -i
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