Rassegna storica del Risorgimento
BIBLIOTECA UNIVESRITARIA DI GENOVA FONDI ARCHIVISTICI
anno
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1978
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pagina
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228
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VIGENTE ORCBL ORTI, Correspondencia diplomatica del nuneio lJr{8'18 Pam" plona, Ediciones Universidad de Navarro, 1976, in 8, pp. LXXXIII-873. b.p.
Si tratta del quarto volume di una collezione dedicata ad illustrare la storia delle relazioni tra Chiesa e Stato nella Spagna dell'Ottocento, primo ad apparire in ordine ero-nologico, prevedendosi imminenti i volumi dedicati alle nunziature Amat (quinto) e Franchi (ottavo), un criterio ben comprensibile e largamente adottato, ma che non finisce di persuadere, attesa l'assoluta autonomia ed estraneità che in tal modo vengono ad assumere reciprocamente i singoli volumi, con gli annessi inconvenienti della mancanza d'aggiornamento, dei ritorni su periodi che si riterrebbero già esauriti nelle loro conseguenze, e cosi via.
Comunque ciò sia sul piano metodologico, non si può non salutare con particolare favore un'iniziativa largamente e fecondamente parallela a quanto è stato fatto e si va facendo in Italia sulla medesima impostazione, i volumi documentari di Giuliano Procacci, ad esempio, quanto ai rapporti tra Roma e Parigi durante la monarchia di luglio, che non a caso FA. sfrutta con ampiezza come indispensabile fonte integrativa del suo discorso.
Questo discorso si direbbe accertato nella circostanza su un personaggio minore, rispetto alle figure estremamente rappresentative di uno zelantismo integralista, il predecessore Giustiniani, o di un tecnicismo duttìlissimo, ancorché talora fine a se stesso, alla Ber-netti, il successore Amat.
Tuttavia gli argomenti che vengono prospettati alla nunziatura Tiberi sono tutt'altro che secondari, ed anzi, a parte l'indisciplina delle famiglie del clero regolare spagnolo o la gran lite per la successione di Ferdinando VII, che involgono problemi strutturali del governo della Chiesa e della storia del liberalismo europeo nella prima metà dell'Ottocento, direi che proprio la nomina dei vescovi sudamericani, sulla base della quale Leone XU procede alla nomina di Tiberi, e che costa al nunzio un'espulsione dal suolo spagnolo protrattasi per più di tre mesi, costituisca la novità più. sconvolgente e feconda nella storia della Chiesa della Restaurazione, quell'esigenza di presenza religiosa mondiale, e non soltanto politica europea alla Consalvi, che avrebbe giustificato in papa Pecci il richiamo nel nome pontificale, a nomine amen, al predecessore Della Genga.
Tiberi era uditore di Rota all'atto dell'incarico, una ce scoperta diplomatica, dunque, non meno azzardata di quella dell'astronomo Capaccini per il Consalvi, appunto, o, tanti anni più tardi, del burocrate ed agronomo Tittoni per Giolitti.
Ma una ce scoperta analoga a quella di cui il Consalvi medesimo era stato protagonista, l'uditore di Rota che diventa segretario di Stato, perché il diritto, la libertà della Chiesa, è il porro unum del momento, e va affermato oggi dinanzi al giurisdizionalismo spagnolo come ieri di fronte a Napoleone.
Certo, i tempi e gli uomini sono ampiamente diversi: Tiberi, se è stato chiamato a far parte della commissione Turiozzì per la riforma amministrativa e legislativa a cui lo zelantismo tiene tanto contro gli ce arbitri consalviani, è anche il delegato di Macerata che a suo tempo fece perdere le staffe ad un Monaldo Leopardi per la pedantesca pignoleria del suo procedere restauratore, che pretendeva anche nelle pacifiche Marche rispolverare gli spadini e le parrucche di savoiarda memoria.
Mediocre uomo di legge, dunque, il Tiberi, la cui virtù preminente, peraltro, l'ostinazione, la testardaggine, è proprio quel che ci vuole per far intendere le ragioni ad una corte ancora cosi perduta dietro sogni imperialistici ed ecumenici come quella di S. Ilde-fonso, e nei cui retroscena di camarille e di gruppi di potere Giustiniani e Solaro avevano sguazzato cosi volentieri alla ricerca d'inquisizioni, di giunte ecclesiastiche e di altri ferri-vecchi medievaleggianti che al dottissimo principe romano e vescovo d'Imola costeranno poi non a caso la ben meritata esclusiva spagnola nel conclave di Gregorio XVI.
Tiberi non ha di questi vaneggiamenti, e men che meno li coltiva il vecchio scettico gentiluomo settecentesco che l'ha destinato a Madrid, quel cardinal Della Somaglia che è stato mdcfettibilmente tra i <r neri > quando s'è trattato di resistere al tiranno, ma che conosce abbastanza il mondo da giustificare l'operato di Leone XII, nel loglio 1827, come