Rassegna storica del Risorgimento
BIBLIOTECA UNIVESRITARIA DI GENOVA FONDI ARCHIVISTICI
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1978
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Libri e perioditi 231
vescovile veneziana ma anche craelli favorevoli dell'abate Carrara e forse dello stesso governatore; e le lettere dello Stefani, che ci testimoniano l'intenzione dei redattori di enugrare in Toscana, o m alternativa - di dover pubblicare non più // Care Pedrocchi, ma II Gambero! " '
Nonostante i controlli polizieschi, dovuti anche al fatto che alla redazione perve-nivano m cambio ben quaranta periodici italiani e stranieri, i quali passavano alla lettura pubblica nel caffè di San Daniele, II Coffe Pedrocchi continuò a comparire. I fatti dell'8 febbraio e 1 arresto dello Stefani non lo fecero cessare: solo lo costrinsero a diventare più prudente e ad ospitare lunghi (e pedanti) articoli del Cittadella, del Gar e del Leoni. Poi venne la fervida parentesi rivoluzionaria e la benefica aria di libertà
In marzo, rivoluzione a Venezia, liberazione dei detenuti politici, fra i quali lo Stefani, ritirata degli Austriaci sul Quadrilatero. Padova conosce un periodo di Governo provvisorio, mentre II Caffè Pedrocchi, per opera dello stesso Stefani, di Cesare Magarono, Cristoforo Negri e Marc'Antonio Sanfermo dibatte i problemi dell'unità italiana, sotto il profilo giuridico, amministrativo, economico e militare. Comune a tutta la terraferma veneta è un atteggiamento unitario più fermo che a Venezia, dove il governo del Manin sembra voler conservare anacronistici privilegi e visioni ristrette o municipali. Urge peraltro combattere, ed il settimanale come fanno nello stesso periodo gli altri fogli padovani, Il Tornaconto ed anche II Giornale dei Parrochi auspica quella fraternità d'intenti che possa salvaguardare la libertà dallo straniero.
Il 14 giugno 1848 a Padova rientrano gli Austriaci. Incomincia un periodo senza storia, di riflessione, di amare valutazioni sull'effimero operato de II Comitato provvisorio dipartimentale, di cui puntualmente Andrea Gloria ha scritto la storia (edita nel 1927 da Giuseppe Solitro). Nei mesi che seguono, mentre un altro diarista padovano, Carlo Leoni, descrive la resisteneza di Venezia (nella sua Cronaca segreta de1 miei tempi - 1845-1874, pubblicata un anno fa dal Toffanin), il Gloria ferma ancora sulla carta le sue impressioni, quasi giornalmente. Ma il suo manoscritto, per il periodo che va dal 14 giugno 1848 al 10 dicembre '49, è andato perduto. Nella biblioteca del Museo Civico di Padova è invece conservata, lascito dell'Autore, la Cronaca che va dalla caduta di Venezia alla liberazione del Veneto, un'opera nota agli studiosi e spesso consultata, la quale però solo ora vede la luce, arricchita di precise note e di rare illustrazioni per cura del Toffanin.
Non nuovo all'encomiabile fatica di far rivivere fatti e figure dell'800 padovano, Giuseppe Toffanin jr. pubblica ora esemplarmente la Cronaca del Gloria. Poiché questi era un uomo d'ordine e di severi studi, la narrazione è sobria e scrupolosa, priva di ampliamenti retorici o di interpretazioni interessate: fornisce il quadro d'una piccola città (cinquantamila abitanti con i sobborghi), che ha notevoli tradizioni culturali e religiose, ma politicamente è piuttosto conservatrice. Nell'Università (rimasta chiusa fra il '48 e il '50), gli studenti oscillano tra i 1000 e i 1500; sono delusi e strettamente controllati. La borghesia degli affari e i possidenti agricoli sono conservatori, i contadini indifferenti, l'alto clero e la nobiltà legati all'Austria. Solo la borghesia intellettuale è fermamente ostile al regime austriaco e confida nella ripresa del moto nazionale e liberale.
La Cronaca, tanto più preziosa in quanto in questi anni non escono giornali locali (solo II Brenta tra il '50 e il '51, ed 11 Comune tra U '64 e il '66), riporta tuttavia frequenti notizie di incidenti, d'arresti politici, di prepotenze militaresche. Lo stato d'assedio perdura, seguito da un governo militare, cui subentra il governo civile solo alla fine del '53; le imposte sono esorbitanti, accompagnate da prestiti forzati. La situazione economica e pesante (unica iniziativa industriale è la nascita della fonderia Rocchetti), quella sanitaria Precaria (con ricorrenti epidemie di colera), quella politica diificUe (impressionano specialmente l'arresto e la condanna del Cavalletto, in connessione con la congiura mantovana). Quindi aprono le speranze del '59, con le notizie della vittoria e dell avanzata dei franco-sardi. ,
Ma ai accavallano nuove delusioni: lo stato d'assedio, l'arrivo di circa 4000 feriti * guerra, il prestito forzoso e le requisizioni, l'armistizio firmato diNapoleone ffl e la pace che lascia il Veneto con le fortezze all'Austria. Sono fra il W' e il 66 ghanm *ua grande emigrazione politica, delle difficoltà economiche " 4d Veneto dalla Lmbardia, del vuoto che si fa attorno alle autorità pohtiche e militari triache. Possiamo verificare in sede locale la crisi finale del dominio austriaco, cui non