Rassegna storica del Risorgimento

BIBLIOTECA UNIVESRITARIA DI GENOVA FONDI ARCHIVISTICI
anno <1978>   pagina <238>
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238 Libri e periodici
fuochi di Mukden vanno spegnendosi nella notte del 9 mazzo 1905. La proferia non ai è
avverata!
Questi documenti, che ci riconducono a quella guerra disastrosa che sbalordì il mondo agli inizi del secolo, suscitano un immediato e vivissimo interesse per la ricostruzione di alcuni aspetti della storia russa nel periodo d'incubazione della prima guerra mondiale. Una presentazione del Capo dell'Ufficio Storico e una introduzione del Biagini, doviziosa di annotazioni storiche e di suggerimenti bibliografici di largo respiro, predispongono ad una lettura critica dei carteggi che vedono la luce dopo settanta anni.
La prima parte dei manoscritti pubblicati consta di rapporti e di relazioni che rad-detto militare a Pietroburgo, ten. col. Paolo Ruggeri Laderchi, inviava regolarmente al Comandante in seconda del Corpo di Stato Maggiore; la seconda raccoglie alcuni estratti dei rapporti, redatti sotto forma di diario giornaliero, del ten. di vascello Filippo Camperio, osservatore militare italiano presso Peserei to russo in Manciuria. Queste testimonianze, oltre che pregevoli per le considerazioni tecniche sulle operazioni belliche e sulla disorga­nizzazione militare russa, sono da considerare con la massima attenzione ai fini di una visione sempre più completa e di una analisi più acuta dell'andamento di quella campagna, delle sue cause e degli effetti che produsse nell'ambito interno della Russia. H quadro che se ne ricava tratteggia un Impero bloccato nelle sue multiple articolazioni dagli spasmi di una crisi strutturale, un Impero guidato da Nicola II, monarca autocrate... gretto di idee... debole ma testardo... incapace... circondato da consiglieri ignoranti e presuntuosi (p. 49); nelle armate russe che, secondo i progetti dello Zar, dovevano condurre una piccola guerra vittoriosa contro un esercito di scimmie , regna ce confusione, malcontento, corruzione, indisciplina (p. 62).
L'imperatore e la sua cricca reazionaria (p. 50) trascinano la Russia verso tragici eventi anche perché non si contrappone loro una borghesia forte, cosciente, capace di pro­porre cambiamenti essenziali; quelle forze di produzione, che sole avrebbero potuto salvare il paese dalla catastrofe, non riescono ad affermarsi sia per la tenace opposizione di una classe avvinghiata a privilegi feudali, sia perché l'economia della Russia è condizionata dai capitali europei, dato il suo forte indebitamento con i creditori stranieri.
Sull'altro fronte abbiamo un Giappone che ha liberalizzato l'accesso alla carriera poli­tica e militare, ha abolito realmente vitalizi e privilegi e ha avviato un concomitante pro­cesso di razionalizzazione sul piano politico, economico e sociale. L'esercito su cui fa affida­mento il Mikado è quindi moderno, giovane, pieno di slancio, avido di gloria ... persuaso di difendere la giusta causa e l'esistenza della stessa patria (p. 8); i servizi logistici come quelli d'informazione sono molto efficienti: i soldati giapponesi depositano regali per i russi con lettere che dipingono la situazione in Russia e mostrano come questa guerra non sia voluta dalla classe lavoratrice... si dice anche che i giapponesi abbiano dato 45.000.000 di yen per incitarli allo sciopero s (p. 160).
Si evince, quindi, che il popolo giapponese e che per amore alla terra ove nacque e devozione alle istituzioni ha un altissimo sentimento della disciplina e dignità personale t> (p. 186) non potrà non avere ragione delle armi russe i cui capi sono inefficienti o perché presi da polemiche di vertice o perché realmente incapaci (l'ammiraglio Rozdestvenskij dopo Tzushima visse esperienze politico-giudiziarie analoghe a quelle che a suo tempo do­vette soffrire il nostro Penano). Gli stessi soldati e i quadri, inferiori e superiori, che preferiscono combattere in Manciuria piuttosto che in Russia perché meglio pagati e non chiamati a sparare contro i loro compatriota (p. 132), in zona di guerra si rendono prota­gonisti di episodi che lo stesso Camperio definisce or orribili ; ci sono uomini che invadono, saccheggiano, bruciano le umili case degli indigeni e violentano le loro donne; sempre ce avvinazzati si ribellano, uccidono, si lasciano corrompere con molta facilità. Volendo concludere, possiamo raggiungere che il tutto è narrato da R. Laderchi in una prosa riflessa, sintatticamente ben costrutta e scorrevole; Camperio fa rivivere gli avvenimenti con un periodare immediato, agile, vivace, senza trascurare, però, i dettagli tecnici delle operazioni militari mentre le sue interpolazioni spontanee di uomo personalizzano con gusto il diario.
ANTONIO ROSSILLI