Rassegna storica del Risorgimento

anno <1978>   pagina <447>
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LIBRI E PERIODICI
Grandi problemi della storiografia del Risorgimento. Atti del XLVIII Congresso di storia del Risorgimento italiano (Mantova, 26-29 settembre 1976) (Atti dei Congressi, 16); Roma, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 1978, in 8, pp. 414. L. 15.000.
La opportuna scelta del tema congressuale, nonché il felice andamento ed esito com­plessivo dei lavori, si riflettono pienamente, per quanto riguarda non solo le relazioni, ma anche i numerosi e stimolanti interventi, in questo volume di Atti, destinato senza dubbio a costituire per lungo tempo un punto di riferimento obbligato per gli studi di storia risorgimentale.
La problematica affrontata dal XLVIII Congresso, come si ricorderà, era suddivisa in tre sezioni: Le due Rome , a Autonomismo e unitarismo e La questione meridio­nale . H tutto preceduto da una densa, incisiva relazione introduttiva di Aldo Garosci su II Risorgimento negli indirizzi intellettuali e politici dell'Europa, che con grande effi­cacia metteva sinteticamente a fuoco la dimensione europea della riflessione storiografica sul Risorgimento italiano. Seguono ora nel volume le due relazioni su Roma, cosi felice­mente complementari, di Ettore Passerin d'Entrèves, Il problema di Roma nella prospet­tiva della classe dirigente italiana fra Risorgimento e unificazione, e di padre Giacomo Martina, La questione di Roma nell'opinione degli storici cattolici negli ultimi cento anni.
La seconda sezione contiene le relazioni di Ettore Roteili, Autonomie e accentramento nello sviluppo del sistema politico italiano, e di Francesco Traniello, Centralismo, decen­tramento, autonomie e gli sviluppi del sistema economico. Due contributi questi di tanto maggior interesse, in quanto affrontano una problematica storiografica che, malgrado la sua particolare importanza per l'analisi e la comprensione dello sviluppo della società italiana moderna, presenta ancora in vari settori d'indagini notevoli carenze. E tuttavia, bisogna anche riconoscere che è proprio in tale campo, un tempo tradizionalmente così trascurato, che in questo dopoguerra si sono registrati alcuni tra i progressi più significativi, sia sul piano metodologico sia su quello della verifica empirica, negli studi risorgimentali. Di questi progressi i due relatori sono stati fra i protagonisti più impegnati e originali, e il loro bilancio storiografico è anche una ricca fonte di sollecitazioni verso ulteriori approfondimenti in varie direzioni.
L'ultima sezione, dedicata alla questione meridionale, si articola in tre relazioni, dovute a Domenico Demarco (Le basi economico-sociali della Questione meridionale da Genovesi a Nitti), a Giuseppe Galasso (La storiografia) e a Luciano Cafagna (Sviluppo eco­nomico e movimento nazionale). Anche in questo caso, ognuna delle relazioni, che si pre­sentano al tempo stesso come rassegna degli studi in materia e come contributo cri­tico originale sui problemi toccati, meriterebbe un'ampia discussione a sé stante, impossi­bile in questa sede, ma che non mancherà certamente di essere condotta in avvenire, ciascuno per le proprie competenze e a seconda dei suoi interessi specifici e, a volte, proba­bilmente, con qualche vivacità polemica, dagli storici dell'economia e dei movimenti so­ciali. Da questo punto di vista, la relazione di Cafagna, in particolare, suggerisce gran numero di stimolanti temi di confronto storiografico che non mancheranno di essere ripresi e ampiamente discussi.
ALBERTO AQUÀRONÉ
Atti del XXVII Congresso di storia della Medicina (Caserta-CapuaSàlerno, 12-13-14 set­tembre 197), a cura della Società Italiana di storia della medicina; Capua, 1977, la 8, pp. 668. S.p.
Il tema prescelto dagli storici della medicina (Evoluzione delle scienze mediche nel-l'Italia meridionale), pur nella particolare e tanto specifica angolazione scientifica della