Rassegna storica del Risorgimento
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1978
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Libri e periodici
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PIERO BARUCCI, GABRIELLA GIOLL, VANNI MALACOLA, GIANNINO PALIAGA, PIERO ROGGI, Primo inventario dell'Archivio di Antonio Scialoja; Firenze, Università degli stadi, Facoltà di Economia e Commercio, 1976, in 8, pp. 730. S.p.
Dopo anni di inutili ricerche è stato finalmente ritrovato l'Archivio di casa Scialoja, che si trovava in una villa di proprietà della famiglia, a Procida.
H materiale, di imponenti dimensioni, copre tutto l'arco della vita di Antonio Scialoja ed è di fondamentale importanza per chi voglia studiare il Nostro dal punto di vista sia economico-giuridico, sia storico. Di fronte a questa mole di documenti ora trasportati a Siena in modo da permettere una migliore conservazione ed una più facile consultazione un gruppo di studiosi, guidato da Piero Barucci, ha ritenuto opportuno procedere, prima di tutto, ad un'opera di classificazione e di catalogazione: i risultati di questo lavoro archivistico sono stati pubblicati dagli stessi curatori, i quali, come sottolinea il Barucci, non sono rimasti vittima della gelosia di chi fa ritrovamenti di fonti, specie di cosi ampio respiro, come nel caso in questione. Il materiale è stato ordinato seguendo un criterio simile a quello della partita doppia : divisione in due settori, uno analitico ed uno cronologico, raccordati fra loro, per quanto possibile, con un sistema di sigle. Il settore analitico è stato a sua volta suddiviso in varie sezioni, 29, per la precisione, che riguardano le carte di Antonio Scialoja, più un'Appendice che raccoglie materiale concernente più genericamente la famiglia Scialoja. Pur nella relativa indipendenza di lavoro che i curatori delle varie sezioni hanno mantenuto, c'è un'organicità di fondo che permette allo studioso di reperire facilmente la documentazione cercata e che offre un quadro d'insieme dell'effettiva consistenza dell'Archivio stesso.
Com'è logico, uno dei settori di maggiore interesse è quello relativo agli anni 1866-67, durante i quali lo Scialoja ricoprì l'incarico di ministro delle Finanze, nei Gabinetti La Marmora e Ricasoli. La grave crisi finanziaria in cui si trovava il Paese, crisi che aveva colpito l'Europa tutta, ma che in Italia doveva farsi sentire ancora di più per la imminente guerra contro l'Austria, rese inevitabile che il Governo italiano prendesse provvedimenti finanziari eccezionali, quali il corso forzoso che tante critiche doveva suscitare.
L'interesse della documentazione conservata nell'Archivio è giustamente messa in risalto da Giannino Paliaga che ha curato la sezione, in quanto essa, a partire dall'aprile '66 e soprattutto nell'ultima decade del mese, è ce manifestamente complementare ad un settore del materiale pubblicato per iniziativa della Commissione di inchiesta sul corso forzoso e precisamente a quello raccolto sotto il titolo: ce Carteggio relativo alla introduzione del Corso forzoso dei Biglietti di Banca (p. 189). Inoltre, poiché i documenti presentati allora furono esibiti dallo stesso Scialoja, si può presumere che le carte ritrovate siano il residuo della selezione da lui operata.
Oltre alla documentazione attestante l'intensa attività svolta dallo Scialoja nel periodo post-unitario, interessante è quella relativa agli anni della sua formazione culturale e politica. Ad esempio sono state trovate le lezioni di Economia politica che tenne fra il 1846 ed il 1854, dapprima all'Università di Torino, fino al '48, dopo a Napoli in corsi privati, ed infine di nuovo a Torino, dove egli ritornò, esule, nel 1852: questo secondo ciclo torinese non fu, però, svolto all'Università, in quanto la cattedra di Economia politica era stata affidata al siciliano Ferrara, e perciò per lo Scialoja fu istituito l'isegnamento di Economia e Diritto Commerciale alla Camera di Commercio.
Innumerevoli le annotazioni che il materiale suggerisce: vogliamo ricordare, da ultimo, le carte relative al processo subito dallo Scialoja nel 1848, che permettono di ricostruire la tragica vicenda nelle sue varie fasi: l'elemento più interessante che ne emerge è la precisa sensazione che anche nel suo caso, come in quello di altri imputati, dato lo scarso spazio concesso agli avvocati, sia stato Io Scialoja stesso ad impostare la sua difesa scrivendo da sé i vari ricorsi e seguendo attentamente le udienze. E stato trovato, infatti, un prezioso portafoglio contenente appunti di sua mano che porta sul retro la dicitura: a Questo libro comprende le note da me prese in pubblica udienza, nella grande Corte Criminale di Napoli, come inquisito per reati di Stato; mentre il P. Ministero faceva le requisitorie, e le conclusioni orali. Le note suddette sono scritte sul banco degli imputati dove io sedeva. Scialoja (p. 118).
Da questa rapidissima analisi emerge l'importanza del ritrovamento di queste carte