Rassegna storica del Risorgimento

anno <1978>   pagina <450>
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Libri e periodici
ed e merito degli AA. dell'Inventario l'aver resi pubblici con grande immediatezza i fratti del loro lavoro, permettendo agli studiosi di disporre d'una esauriente e approfondita infor­mazione della consistenza del fondo.
GABRIELLA CIAMPI
MICHELE MONACO, La vita, le opere ed il pensiero di L. A. Muratori e la sua concezione della pubblica felicità; Lecce, Edizioni Milella, 1977, in 8, pp. 144. S.p.
Michele Monaco, nell'introduzione, sostiene che lo studio del pensiero di Lodovico Antonio Muratori ancora oggi interessa. Ed è vero; infatti la sua personalità, complessa fino ad apparire talvolta contraddittoria, attrae gli studiosi per la rilevanza del ruolo nella società del tempo e per l'eredità prolungatasi nell'Ottocento e ancora sensibile nella nostra cultura. E attuale, per fare solo qualche esempio, il tentativo di conciliare le esigenze religiose con quelle culturali e sociali in modo squisitamente cristiano e l'idea che la concezione cattolica non sia di necessità ancorata a posizioni tradizionali e conservatrici, ma anzi sia capace di concorrere alla soluzione dei problemi che l'evoluzione della società va proponendo.
Il Muratori fu uno degli studiosi italiani più noti anche all'estero del periodo razio­nalistico che precedette quello riformistico, periodo ricchissimo di fermenti, in cui ai prepara e affonda le radici l'età nuova, che ancora noi viviamo. Gli intellettuali del Risorgimento lo considerarono un maestro e attinsero assai spesso al suo pensiero. Pertanto studiare le sue opere è penetrare lo spirito della cultura risorgimentale, è capire alcuni dei motivi profondi che ispirarono le idee con cui vennero affrontati i problemi politici e sociali della formazione del nostro Stato unitario.
D Settecento è comunemente considerato il crogiolo di formazione delle ideologie che diedero il supporto morale e intellettuale ai movimenti che, durante l'Ottocento, portarono all'evoluzione delle istituzioni politiche e sociali. Di qui il rinnovato interesse per quel secolo, interesse a cui si allinea il saggio di Michele Monaco. Esso raccoglie le lezioni svolte presso l'Università degli Studi di Lecce, durante l'anno accademico 1972-73. Pur avendo un movente celebrativo, in quanto coincideva con il terzo centenario della nascita del Muratori, avvenuta il 21 ottobre 1672, non ha affatto le caratteristiche di un lavoro di tal genere. È un'opera essenzialmente analitica e critica, che si prefigge lo scopo di por­tare un contributo alla valutazione del Muratori, come uomo e come studioso, e alla, sua collocazione nell'ambiente del primo Settecento. A questo fine, eminentemente scientifico, corrisponde la serietà con cui è condotto il lavoro, che si giova di un ampio panorama della cultura nella quale si mosse il Muratori, e traccia una chiara sintesi del pensiero e della personalità dello storico in questione. Tra le caratteristiche più positive del volumetto è quella di essere conciso, ma denso di significato; piano e discorsivo, ma penetrante.
L'autore inizia tratteggiando il mondo culturale e morale in cui vive il Muratori e toccando i punti essenziali della crisi di passaggio da una civiltà basata sui doveri verso una basata sui diritti. Sullo sfondo del pensiero europeo e italiano in particolare e del con­tegno dei cattolici nei riguardi dell'evoluzione in corso intreccia le vicende della sua vita e la formazione della sua personalità e del suo pensiero. Indi prende in esame i primi studi, l'orientamento sotto l'influenza del Bacchini verso la filosofia storica e l'erudizione eccle­siastica, che, pur nella varia attività, predilesse sempre; e prosegue con l'analisi dei mol­teplici scritti, dai quali deduce la forte personalità, l'acuto spirito critico, il profondo senso civile e la costante ricerca della verità. Ad essa il grande storico non derogò mai, anche a costo di compromettere la carriera ecclesiastica e di sollevare vivaci polemiche con l'ardi­tezza delle prese di posizione ancora oggi almeno in parte attuali. II bisogno della verità nasceva dalla sua coscienza morale, la stessa che lo spingeva all'indipendenza di giudizio e gli faceva valutare gli uomini e le cose in modo personale. Egli era uno spirito liberale sul piano civile, sebbene intransigente su quello religioso. Questo atteggiamento deve essere presente a chi vuole comprendere la sua personalità, che talvolta lascia perplessi per le con­traddizioni.
Senza dubbio nel suo pensiero si riflettono e si riassumono motivazioni culturali, sociali, ma vi predominano quelle religiose. Egli considera i problemi del mondo laico at­traverso un'ottica moralistica in cui si avverte la presenza dei principi cristiani ispiratori