Rassegna storica del Risorgimento
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1978
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Libri e periodici
collana di a Studi e Fonti per la storia della regione tiburtina che è ora al dodicesimo volume.
Il dodicesimo volume cui abbiamo accennato è appunto il lavoro di Vincenzo Pacifici. Esso sì innesta nel filone e documentario e, bisogna subito dirlo, nella migliore accezione che quel filone può avere per la storia locale. Innanzi tutto per l'argomento, l'inchiesta napoleonica del 1809-1810, che per quanto riguarda il Dipartimento del Tevere era stato finora studiato solo da De Felice. Pacifici ci propone quindi la parte dell'Inchiesta che concerne la a regione tiburtina ritagliandola e, come si vede anche dal numero delle pagine, non si tratta certo di povera cosa dalla immensa documentazione esistente negli Archivi Nazionali di Parigi. Un'accurata edizione del testo, una premessa storiografica precisa ancorché breve e gli indici dei nomi e delle località citate ci mettono nella migliore condizione per una buona lettura dei documenti pubblicati. E in verità dai documenti emerge una quantità di dati sulla situazione economica della et regione . sui tentativi del-ramministrazione napoleonica di migliorarne le condizioni di vita in un contesto pressoché ostile (particolarmente interessanti sono infatti i continui accenni al brigantaggio filopapale che rendeva difficile il commercio). Si tratta di documenti assai interessanti e vorremmo che, al di là della polemica sulla loro attendibilità, non fossero dimenticati o trascurati. I tanti e approfonditi lavori sulla Statistica murattiana del 1811 dovrebbero darci la misura dell'importanza che studi di questo genere hanno nel fornirci un quadro più sfaccettato della realtà meridionale di inizio Ottocento. Forse, iniziando da Tivoli e circondario, si potrebbe cominciare a fare la stessa cosa per il Dipartimento del Tevere.
ROMANO UGOLINI
MASSIMO GUIDETTI e PAUL H. STAHL, Un'Italia sconosciuta. Comunità di villaggio e comunità familiari nell'Italia dell'800; Milano, Jaca Book, 1977, in 8, pp. 408. L. 10.000.
Un libro che tratta istituti giuridici dell'Italia e di quella deU'800, a prima vista dovrebbe rientrare perfettamente in quella categoria storica che va sotto il nome di Risorgimento. Poi, entrando in argomento, ci si accorge che non è cosi, o per lo meno l'800 non segna l'apoteosi degli istituti trattati nel libro, ma il loro progressivo decomporsi ed agonizzare di fronte alla rivoluzione industriale e all'estendersi del liberismo nelle campagne più remote, col crollo di un antico modo di vita. È proprio alla fine del secolo scorso che l'illustre economista belga Laveleye nel suo classico libro sulla proprietà in Europa illustrò forme di non perfetta proprietà, di comunanze, di università agrarie, ma non concede che poche pagine all'Italia. Questa dimenticanza provoca un vivace seppur modesto fiorire di studi sull'argomento nella penisola; e questi studi, ormai introvabili, sono stati selezionati dai curatori di questa raccolta, un rumeno, Paul Henry Stahl, e un italiano, Massimo Guidelli, che già hanno affrontato lo stesso argomento su scala europea.
Nel primo di questi ventotto saggi, Aspetti generali delle comunità di villaggio in Italia di Alberto Cencelli Perii (1890) c'è l'epicedio di questi istituti relitti. Io non rimpiango davvero che aia stata abolita la promiscuità di diritti fra privati e popolazioni, impedimento assoluto ad ogni miglioria agricola; ma mi sarà permesso dire che si sarebbe dovuto tenere maggior conto dei diritti delle popolazioni, i quali in qualche caso furono soppressi senza nessuna indennità da pagarsi dai privati (p. 43). Questo avvenne in grandissima scala in Sardegna, dove esisteva l'ademprivio, cioè il complesso dei diritti spettanti una volta alla comunità del villaggio sulle terre di sua pertinenza. In seguito ha significato il diritto di raccogliere ed appropriarsi i prodotti naturali o industriali del suolo, senza riguardo ai diritti di proprietà che potessero ad altri spettare su di essi (p. 375). L'equiparazione giuridica colla Terraferma , sanzionò il crollo della magra economia isolana, eolla cessazione di questi diritti. Ma gli autori mirano a dimostrare l'estensione del fenomeno su vasta scala; e se non stupiscono forme di compascui in zone montane e remote come il Cadore, la Val d'Aosta, l'Appennino Ligure-piemon 1 ese e marchigiano: e ugualmente zone alloglotte o allogene come la Slavia italiana, la comunità albanese di Sicilia e quella cimbrica dei Monti Lessini hanno mantenuto oltre alla lingua e i costumi, anche