Rassegna storica del Risorgimento

anno <1978>   pagina <460>
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Libri e periodici
ed autore di a un colpo di Stato vero e proprio , e Hasicr arriva a mettere in dubbio la stessa salute mentale dì Papa Mastai facendo esaminare i documenti raccolti da esperti di malattie psichiche. Se tatti gli avvenimenti, si dice, devono passare al vaglio del tribunale della storia, è anche vero che si dovrebbe trattare di un tribunale figurato e non reale; Pio IX imputato, Hasler Pubblico Ministero e Martina difensore: cosi si è sviluppato in modo inconsueto il recente e interessante Convegno di studio organizzato a Poscia dalla Società toscana di storia del Risorgimento; e non posso che esprimere rammarico per il fatto che scottanti p'tuazioni attuali abbiano falsato e distorto un dibattito che almeno noi laici, iute* ressati, ma cum modo alle polemiche per la beatificazione di Pio IX e alle discussioni del post-concilio Vaticano II, vorremmo un pò1 meno a tesi.
Se il 1978 non favorisce una serena ricostruzione della personalità di Pio IX, speriamo che gli anni futuri ci riserbino una maggiore fortuna; e vorremmo indicare nella biografia di Pio IX pubblicata da Giacomo Martina per gli anni 1846-1850 il punto di partenza da cui muovere per continuare il giudizio sul pontificato più lungo della Chiesa in una dimensione equilibrata e serena (ed è ovvio che questo augurio lo facciamo in primis allo stesso Martina). Stesa in anni più tranquilli, la biografia di Pio IX nei primi cinque anni di pontificato appare impostata e condotta in modo estremamente accurato. Alla ricchezza delle fonti si accompagna un apparato critico di raffinata puntualità e tutto si mescola in una narrazione insieme incisiva e scorrevole, precisa nel mettere a fuoco i problemi senza cadere in un eccesso di tecnicismo. Ci troviamo dunque di fronte ad uno dei più importanti lavori usciti negli ultimi anni; la biografia si inizia con un capitolo dedicato alle Inter­pretazioni di Pio IX. Storia di una storiografia , che si deve guardare come una sorta di contributo a parte nell'economia del volume, non solo perché travalica gli anni cui il volume si riferisce, ma anche perché il punto della situazione nella storiografia che riguarda Pio IX. per la sua completezza, si fa leggere come una specie di saggio sull'argomento. E veniamo al ritratto di Pio IX disegnato da Giacomo Martina.
Gli anni presi in esame (1846-1850) sono quelli fondamentali nell'impostazione po­litica e religiosa del pontificato piano, gli anni che condizioneranno i successivi, imponendo una scelta poi divenuta definitiva tra potere spirituale e temporale. Il clima in cui Pio IX fu eletto Papa alla giovane età di 54 anni non era però certamente tale da far presumere la necessità di una simile scelta. Al contrario, tutto concorreva dagli scritti di Gioberti a quelli di Azeglio, ai desiderata della diplomazia e dell'opinione pubblica a che il suc­cessore di Gregorio XVI potesse adeguare le strutture della Chiesa alla realtà europea di metà Ottocento. Questa esigenza era sentita anche dagli stessi cardinali riuniti in Conclave, che videro in Mastai Ferretti l'uomo adatto alla bisogna, l'uomo che con la sua modera­zione era riuscito a governare bene la sua diocesi, accattivandosi simpatie e riconoscimenti per il suo equilibrio tra tradizione e innovazione. L'ambasciatore austriaco a Roma Lxitzow fin dal 1842 aveva pronosticato Mastai al soglio pontificio, il che indica come la fama del­l'alloro, cardinale fosse già tanto diffusa da penetrare nei circoli diplomatici. Padre Martina, nel seguire minutamente il Conclave, fa giustizia e speriamo in maniera defi­nitiva della radicata convinzione, espressa ancora in alcuni libri, di un Mastai eletto sorprendentemente nonostante un veto austriaco. La sorpresa fu invece del popolo romano che si aspettava Gizzi, ma il clima di favorevole attesa che, ancora vivo Gregorio XVI, si era creato nei riguardi del futuro Papa non aveva certo bisogno di un cognome preciso. H Papa Pio IX era giovane, di gradevole figura e dotato di un sorriso accattivante...
L'amnistia diede il via all'entusiasmo generale: non ve ne era ragione specifica, sia perché provvedimento consueto di un Papa eletto, sia per la sua applicazione assai ristretta, ma anche qui il contingente era superato dal desiderio e dalla speranza di un Papa liberale. Da questo momento nasce il lungo contrasto fra Pio IX, sovrano illuminato nel senso paternalistico del termine, e la classe dirigente italiana, ormai avviata ad un liberalismo a concreto ed istituzionale. Una sorta di equivoco nascose per qualche tempo le divergenze di fondo. Questo qui prò quo si esplicò attraverso i vari provvedimenti presi da Pio IX 15 marzo 1847: concessione di una moderata libertà di stampa; 19 aprile 1847: la Con­sulta di Stato; 12 giugno 1847: il Consiglio dei Ministri; 5 luglio 1847: la Guardia civica e fu in certo senso convalidato dall'errore commesso dagli Austriaci con l'occupazione di Ferrara, che portò la classe dirigente italiana ad identificare nel Papa l'ideale liberale di progresso e di indipendenza nazionale. Quest'identificazione giustificata dalle trattative