Rassegna storica del Risorgimento

anno <1978>   pagina <461>
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Libri e periodici
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per la lega doganale con gli altri Stati italiani e da affermazioni del Papa che si prestavano a conferme in tal senso (il Benedite, gran Dio, l'Italia è del 10 gennaio 1848) si protrasse fino alla concessione dello Statuto, il 14 marzo del 1848, ma di fronte all'applica­zione dei provvedimenti e di fronte al conflitto confederale con l'Austria, il divario fra assolutismo illuminato e liberal esimo si rivelò in tutta la sua ampiezza e si espresse nella messa a punto dei limiti dell'azione papale contenuta nell'allocuzione del 29 aprile. Dal 29 aprile del 1848 Pio IX e classe dirigente liberale si allontanano progressivamente fino a giungere, dopo la fuga da Roma del novembre, all'aperta contrapposizione degli anni 1849 e 1850.
Padre Martina studia con estrema puntualità gli anni critici del pontificato piano e assai spesso come nell'esame delle diverse redazioni dell'allocuzione del 29 aprile riesce nel difficile compito di contemperare un'approfondita analisi dei documenti con la sintesi generale della personalità di Pio IX, così come a mano a mano si esprimeva nelle diverse circostanze. Padre Martina tratta a parte l'atteggiamento assunto da Pio IX verso gli affari interni della Chiesa negli anni 1846-1850, ma sottolinea giustamente come fac­cende religiose e politiche fossero continuamente intrecciate.
Nella questione cardine che la storiografìa si è sempre posta nel trattare di questi anni e cioè se fosse possibile rendere compatibile potere temporale e potestà religiosa con la realtà del tempo Padre Martina opta chiaramente per una risposta negativa: i due poteri nelle mani del Papa erano oramai antitetici perché antitetici ne risultavano gli obiettivi. Se la Chiesa mirava a raccogliere a Roma la direzione delle cose religiose e ad imprimere ad esse una connotazione veramente ecumenica, lo Stato nella sua trasformazione da assoluto a costituzionale si adattava alla realtà delle nazionalità e ad una gestione di tipo decentrato. Pio IX cercò, per quanto gli era possibile, di riunire i due poteri e di impri­mere loro una gestione moderna e adatta ai tempi, ma la cosa non era più possibile e, posto di fronte ad una scelta, Pio IX abbandonò il temporale per lo spirituale; padre Martina riconosce esatta, pur con opportuni aggiustamenti, l'argomentazione di chi aveva visto nella allocuzione del 29 aprile il momento critico di quella scelta.
Nel libro di Martina ci sarebbero tante altre cose da segnalare, ma non vogliamo di­lungarci ulteriormente: ricordiamo solo gli ottimi ritratti di Corboli Bussi, Lambruschini, Soglia e Gizzi; un po' in ombra resta Antonello, ma attendiamo i successivi volumi per una definitiva messa a fuoco. Quello che vogliamo ancora sottolineare è l'equilibrio storico del lavoro, un equilibrio oggi cosi difficile da raggiungere e che, comunque, nel trattare in futuro di Pio IX, non si potrà che prendere ad esempio.
ROMANO UGOLINI
UMBERTO MARCELLI-, Marco Minghetti e Diomede Pantaleoni. Carteggio (1848-1855) ; Bo­logna, Patron Editore, 1978, in 8, pp. 128. L. 4.700.
Umberto Marcelli, autore di interessanti studi sull'Italia nel sistema napoleonico, sulla politica sia ecclesiastica sia estera del conte di Cavour e sul Regno di Sardegna dal 1854 al 1856, in questi ultimi anni ha mostrato una notevole predilezione per la pubbli­cazione delle fonti riguardanti Marco Minghetti. Ha stimolato e guidato, infatti, la trascrizione e la revisione dei sette Copialettere del Minghetti, presidente del Consiglio e ministro delle finanze, risalenti al periodo 1873-1876, quale prima, impegnativa premessa alla pubblicazione dell'intero carteggio.
1) Olire la Cuccoli e Marcelli, altri tre studiosi si sono occupati della pubblicazione delle fonti su Marco Minghetti. Tra il 1924 e il 1931, ad Imola, in ben quattro volumi, G. Pasolini ha pubblicato il Carteggio tra Marco Minghetti e Giuseppe Pasolini, più bre­vemente, poi, negli Atti della Società Colombaria (Firenze, XIII, 1937, pp. 393-396), M. Puccioni ha presentato le Lettere di Marco Minghetti a G. B. Giorgini (1859-1881). Con diversi limiti di metodo, infine, Lilla Lipparini, autrice di una biografia sull'uomo di governo bolognese, si è occupata del carteggio tra il Minghetti e la regina Margherita (Let­tere fra la regina Margherita e Marco Minghetti (1882-1886), a cura di L. LIPPARINI, Milano, 1947).