Rassegna storica del Risorgimento

anno <1978>   pagina <462>
immagine non disponibile

462
Libri e periodici
I due densi volumi, apparsi nei mesi scorai, appunto, con il titolo Copialettere. 1873-1876 nella Biblioteca scientifica del nostro Istituto, curati da Maria Pia CuccoU, sono aperti da un'ampia prefazione ancora del Marcelli, al massimo dettagliata nella ricostru­zione delle vicende politiche di quell'importante triennio.
Nella collana oc Storia del Risorgimento e dell'Unità d'Italia della casa editrice Patron, non senza qualche difetto tipografico, che ci auguriamo sia eliminato in una pros­sima ristampa, il Marcelli ha presentato un altro contributo alla conoscenza dell'uomo di Stato bolognese. Salvo alcune omissioni (mancano due lettere dell'ottobre e del novembre 1870, sintetizzate dallo Chabod nella sua Storia della politica estera italiana dal 1870 al 1896 (voi. II, Bari, ed. 1971, p. 734)), lo studioso emiliano pubblica, riassunto e commen­tato, il lungo carteggio fra il Minghetti e Diomede Pantaleoni.2) Senza possederne nem­meno vagamente l'intento, il volume permette una opportuna messa a fuoco della figura di Pantaleoni, priva, come ha fatto notare il Passerin d'Entrèves (E. PASSERIN D'ENTHÈVES, Il cattolicesimo liberale in Europa, in Nuove Questioni di Storia del Risorgimento e del-l'Unità d'Italia, voi. I, Milano, 1969, p. 605), di buone monografie e avvilita dal giudizio del Cavour, che considerava il medico maceratese, sfortunato responsabile assieme al padre Carlo Passaglia della missione romana del 1861, un po' vanesio e chiaccherone (F. CHABOD, op. cit.-i voi. I, p. 323). Con una valutazione più equilibrata, a ragione lo Chabod (F. CHA­BOD, op. cit., voi. I, p. 399) lo definisce sempre loquace : le lettere sono assai spesso esageratamente lunghe, verbose e gratuitamente retoriche. Basti per un semplice esempio la illustrazione dell'opposizione al suffragio universale, fatta in uno scritto del 1882 al de Laveleye. Attuare questa riforma avrebbe significato cedere il potere politico alle masse che erano agli antipodi della scienza, a quei greggi di bipedi ancora immersi nelle tenebre dell'età della pietra (F. CHABOD, op. cit., voi. I, pp. 284-285).
II volume del Marcelli, addirittura, mostra il primo, già sicuro, insorgere delle preoc­cupazioni del Pantaleoni nei mesi immediatamente successivi alla traumatica sconfitta del gabinetto Minghetti del marzo 1876. L'avversione di Pantaleoni alle proposte elettorali della Sinistra è profonda e, pur nei lìmiti già indicati, convinta e leale. Al '77 risalgono le prese di posizione, dalle quali nascerà una dura polemica con il capo riconosciuto della Destra, che lo stesso Minghetti, non senza segni di fastidio, si sforzerà di attenuare.
Dopo la definitiva approvazione della legge di riforma, che ampliava fortemente il corpo elettorale e introduceva l'infelice sistema dello scrutinio di lista, scoppiò, scrive oppor­tunamente il Marcelli, <c H furore del Pantaleoni, ormai da circa nove anni senatore. E questa esplosione cosi violenta fu l'epilogo di un travaglio, sul quale si macerò e incrinò fino a rompersi un sodalizio politico pluridecennale. Nel carteggio esistono testimonianze suc­cessive di un ininterrotto scambio epistolare (le lettere nel loro assieme sono 137,67 del Minghetti e 70 del Pantaleoni), svoltosi soltanto ce su argomenti personali, con la solita, reci­proca richiesta e prestazione di incombenze personali .
Accanto alle ombre evidenti e indiscutibili, il libro offre diversi spunti per una valu­tazione del medico maceratese, tutt'altro che negativa e critica. Egli fu un devoto sostenitore della causa nazionale, che identificò appassionatamente con la politica del Cavour, tanto da lasciarci una vibrante e sofferta testimonianza con la lettera scritta al Minghetti all'indo­mani della scomparsa della grande guida, la cui perdita gli sembrava preludere ad un cata­strofico futuro.
Sul piano politico compilò una te Traccia per un programma dell'Opinione Nazionale moderata italiana nel 1856 , ricca di buoni suggerimenti e fondata sulla necessità di un'cc azione legalitaria degli Italiani, confortata dal consenso delle Potenze . Il Pantaleoni palesò, poi, spesso la dote dell'obiettività. Ad esempio, in una lettera del 1865, come ha notato giustamente il Marcelli, presentava tutto le critiche alla classe dirigente italiana.
2) Per la conoscenza di Pantaleoni occorre rifarsi ai due volumi, intitolati La Que­stione Romana negli anni 1860-1861. Carteggio del conte di Cavour con D. Pantaleoni, Passaglia, 0. Vimercati, Bologna, 1930, ai documenti editi da A. BERSELLI in Archivio sto­rico Italiano, CXI1I (1955), pp. 73-100 ed al remoto Carteggio inedito fra Massimo d'Aze­glio e Diomede Pantaleoni, a cura di G. FALDELLA, apparso nel 1888.