Rassegna storica del Risorgimento
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1978
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Libri e periodici
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che si facevano allora e che sono state riesumate sotto altro aspetto da una parte della storiografia moderna .
Opportunamente il Marcelli ha definito notevolissima la proposta avanzata, nel 1869, per una riduzione delle spese militari, necessario contributo per quel pareggio del bilancio, raggiunto il quale si sarebbero potute costruire forze armate efficienti all'interno e prestigiose all'estero. Nell'amarezza del momento, il Pantaleoni non perdette l'esatta dimensione della votazione parlamentare del 18 marzo 1876, ma trasse da essa Io stimolo per impegnarsi e impegnare la Destra in una lotta dura, severa ma non demagogica. Con queste basi era naturale che avvenisse ciò che avvenne nel momento in cui trionfò il sistema trasformistico: il Pantaleoni, intransigente custode della tradizione, giunse a teorizzare una linea di rigorose opposizioni, aliena da qualsiasi collusione con la Sinistra e contrapposta a quella scelta da Minghetti.
Per Pantaleoni, questo è lo schematico ma valido riassunto del Marcelli, la politica trasformistica a significava corruzione e rovina , per Minghetti, all'opposto, lotta contro i radicali e i farabutti; per aprire un avvenire migliore nei limiti del possibile .
Confortati dalle indicazioni del Passerin d'Entrèves, abbiamo sopra rilevato la carenza di opere monografiche riguardanti Diomede Pantaleoni. Eppure, da posizioni ben distanti, sulla figura del padre del grande Maffeo hanno espresso giudizi lusinghieri tanto Mario Menghini quanto Paolo Alatri. Il primo (voce Pantaleoni, Diomede, in ENC. IT AL., voi. XXVI, Roma, ed. 1949, p. 206) ne ha tracciato un ritratto sobrio e pieno di riguardi per la sua correttezza e la sua lealtà, il secondo, presentando il rapporto sulle condizioni dell'Italia meridionale, inviato da Pantaleoni a Minghetti al termine di una minuziosa visita nelle regioni da poco annesse, ricordato un difetto per così dire di effervescenza che aveva talvolta indispettito il Cavour ed altri suoi collaboratori durante le trattative per la questione romana , ha riconosciuto al Pantaleoni buona e soda cultura e ingegno brillante ed acuto (P. ALATBI, Le condizioni dell'Italia meridionale in un rapporto di Diomede Pantaleoni a Marco Minghetti (1861), in Movimento operaia, V (1953), p. 751).
Da ultimo non possiamo rinunziare a lodare la finezza psicologica del Pantaleoni. L'Italia scrisse nella lettera del 1877, in cui cominciava a manifestare l'avversione ai progetti elettorali, sarà ognora la vittima di qualche parola vaga e vana sol che basti a mezzo d'ostilità e sfogo di odi partigianeschi ,
VINCENZO PACIFICI
I problemi della Sardegna da Cavour a Depretis (1849-1876), a cura di LORENZO DEL PIANO (Testi e documenti per la storia della Questione sarda, 8); Cagliari, Editrice Sarda Fossataro, 1977, in 8, pp. 532. L. 7.000.
1849-1876: due date di indubbia importanza nella storia d'Italia, e quindi anche della Sardegna; in particolare la prima. A dir la verità una data iniziale di maggior rilevanza è il 30 novembre 1847 quando l'isola veniva completamente assimilata alle Provincie di Terraferma , e il 1* ottobre 1848, con la cessazione dell'ufficio del viceré a Cagliari.
Questo perìodo, che dai moti antifeudali delTAngioj del 1792, influenzati dal clima giacobino, attraverso la soppressione (dietro riscatto) dei diritti feudali nel 1838, giunge alla acclamata fusione con la terraferma, vista come tappa per l'integrazione in un più vasto Stato italiano è illustrato nel primo magistrale saggio di questo volume di Alessandro Levi, giustamente ristampato. Indubbiamente fu un errore grave per l'isola chiedere la parificazione col Piemonte senza ottenere in cambio il mantenimento di alcuni privilegi ; le virgolette sono d'obbligo, perché in realtà si trattava di predisporre gradatamente Pisola in un più moderno e diverso sistema economico, passando in un decennio dal feudalesimo al liberismo. Ciò non fu, e rinacque cosi il mai sopito autonomismo dei sardi, dovuto ad esigenze prima geografiche che psicologiche, e che doveva aspettare la Costituente per avere una risposta neUUstìtuto regionale.
Il curatore, Lorenzo Del Piano, ha raccolto trentacinque scritti contemporanei di autori diversi a cominciare da Cavour, che si adoperò per l'istituzione di una banca sarda; formata con capitali isolani (p. 141) si rivelò un fallimento. Analoga sorte ebbero altre iniziative locali, per cui rimasero ad operare in Sardegna filiali di istituti del continente,