Rassegna storica del Risorgimento
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1978
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Libri e periodici
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gianato , realizzato con l'applicazione delle norme della riforma Dcprclis. Che l'idea fosse posseduta e consolidata da remotissima epoca, è testimoniato, poi, da imo dei primi atti compiuti in veste di parlamentare. Nel dicembre del 1880, Fortunato aveva sottoscritto una mozione di Sonnino, così formulata: La Camera, convinta che il diritto al voto debba riconoscersi in ogni cittadino italiano, che goda della pienezza dei diritti civili e non si sia mostrato indegno dell'esercizio dell'elettorato politico, passa alla discussione degli articoli .
L'opera offre ancora molti altri argomenti di rilevante interesse, da ritrovare nel fittissimo intreccio dei rapporti e degli scambi epistolari e nei giudizi, dati e ricevuti, su persone, fatti e ambienti del lungo periodo trattato. La valutazione d'assieme è estremamente lusinghiera, dal momento che solo cecità e superficialità potrebbero indurre a negare al Carteggio il valore e il peso di una fonte, d'ora in poi ineludibile per tutti gli studiosi e non solo per quelli della questione meridionale .
Al suo curatore possiamo muovere un solo appunto formale, forse frutto di una nostra eccessiva pignoleria: le note biografiche di alcuni parlamentari, come, ad esempio, quelle di Raffaello Pignatari, Vito de Bellis, Massimo Samoggia e Beniamino Pandoifi-Guttadauro, sono presentate inspiegabilmente incomplete rispetto a tutte le altre, precise ed esaurienti. Proprio la pignoleria, che ci ha spinto a rilevare la lacuna, ci consente ora di colmare questo, sia chiaro, perdonabilissimo difetto. Pignatari nacque nel 1880 e scomparve appena quarantenne, il secondo, tanto legato a Giolitti e tanto fortemente rimproverato da Salvemini quale organizzatore dei famigerati mazzieri , nacque nel 1855 e morì nel 1928. L'emiliano Samoggia e il nobile siciliano Pandolfi-Guttadauro, infine, vissero rispettivamente dal 1870 al 1942 e dal 1839 al 1909.
VINCENZO PACIFICI
Libertà e Giustizia , Edizione integrale, a cura di MARCELLO BALLI; Salerno, Pietro Laveglia Editore, in 8, pp. LXVIII-387. L. 7.500.
Il 17 agosto 1867 usciva a Napoli Libertà e Giustizia, settimanale democratico-sociale , organo dell'omonima associazione costituitasi alcuni mesi prima. La riproduzione integrale di questa rivista si deve a Marcello Ralli, che vi ha premesso un'ampia e impegnativa introduzione di oltre 40 fitte pagine. La bella pubblicazione, da ascrivere a merito dell'editore Pietro Laveglia di Salerno, nell'ambito dei testi e documenti per la storia del Mezzogiorno, è una vera primizia della letteratura socialista, o proto-socialista, e risveglia l'attenzione di quanti da tempo avvertono la necessità di allargare e approfondire lo studio delle origini del socialismo italiano.
Libertà e Giustizia non si trova elencata tra i periodici , tratti dalla pur ricca raccolta della Biblioteca Nazionale di Firenze, nella Bibliografia del socialismo e del movimento operaio italiano (2 tomi, Roma-Torino, Ed. ESMOI, 1956), ma non perché non abbia giusto tìtolo per comparirvi. In realtà, si tratta di un periodico molto raro di cui l'unica copia esistente dell'intera collezione come precisa il Ralli è presso la Fondazione Issoco di Roma.
Libertà e Giustizia richiama subito alla mente, per contrapposizione, Giustizia e Libertà, Ed è curioso notare che nel n. 2 del marzo 1932 dei a Quaderni di Giustizia e Libertà si può leggere un piccolo articolo (che non si sa bene a chi attribuire: forse ad Aldo Garosei o a Carlo Rosselli) intitolato: Libertà e Giustizia e ce Giustizia e Libertà . Qui, con riferimento al titolo, si parla di un ce antenato ideale del glorioso movimento antifascista, a dell'associazione Libertà e giustizia, fondata da Bakunin a Napoli nell'estate del 1865, che era la manifestazione in forma pubblica della segreta e famosa Fratellanza dell'agitatore russo. L'associazione aveva per suo organo un giornale omonimo, del quale furono collaboratori efficacissimi, oltre al Bakunin, l'avv. Carlo Gambuzzi, il pubblicista Alberto Tucci, il sarto Stefano Caporusso, Fanelli e Friscia, e che non ebbe vita lunga a causa delle persecuzioni giudiziarie . Vi è, in queste righe, qualche notizia inesatta, ma l'articolo continua ponendo in rilievo che, nell'assai a lontana parentela vi era un punto in comune tra il movimento antifascista, l'associazione e il settimanale napoletano vecchio