Rassegna storica del Risorgimento
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1978
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Libri e periodici
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stabilire quale delle due tesi sia la più esatto? Non rischia la domanda fatta prima di divenire una querelle di tipo filologico alla quale spesso gli storici indulgono? E non ci si può contentare, come in ultima istanza conclude il Halli e il suo stesso intento di affrontare la storia interna dell'associazione e del periodico lo convalida , di riconoscere a libertà e Giustizia una sua particolare autonomia nella dilagante crisi del mazzinianesimo e, soprattutto, nella deludente realtà politica, economica e sociale della Napoli postunitaria? Ecco, a tal proposito, le parole del Halli che ci piace riportare testualmente: Bakunin o Pisacane, l'uno come elemento dissolvente degli schemi mazziniani e catalizzante delle nuove energie, l'altro come tradizione ideale intimamente riscoperta come attuale nella misura in cui nel Mezzogiorno l'esperienza di ogni giorno veniva rimuovendo la coltre delle illusioni depositatavi dai plebisciti del '60, possono aver avuto la loro parte, ma sempre nel contesto di ima situazione morale, sociale, politica concreta, di fronte alla quale ce Libertà e Giustizia , come associazione e come giornale, rappresenta la prima reazione consapevole e organizzata (p. XXXV).
Sotto questo aspetto a noi sembra particolarmente importante il meeting dell'I 1 febbraio 1866 dei democratici napoletani. In questo meeting provocato, si badi, da un'occasione precisa, vale a dire dall'aumento delle tasse voluto dal governo, prendono la parola, distinguendosi da tutti gli altri, Carlo Gambuzzi e Alberto Tucci, due dei personaggi della futura associazione, l'uno già menzionato legato a Mazzini e a Garibaldi, l'altro più giovane, senza un passato alle spalle e, quindi, più esposto a subire l'influenza della propaganda dell'esule russo. Nei loro discorsi che, ovviamente, prendono lo spunto dall'inasprimento fiscale, c'è in embrione il programma e l'azione dell'associazione che poco a poco va enucleandosi: decentramento politico e amministrativo, autonomia dei comuni e delle province, ridimensionamento dell'esercito, risanamento finanziario, istruzione, attiva partecipazione popolare alla cosa pubblica. Sono tutte richieste, queste, essenzialmente democratiche, ma avanzate con forza come rivendicazioni popolari che andranno sempre più assumendo tono e carattere progressivo definito, sulla spinta negativa delle deficienze mazziniane, sull'attrazione che indubbiamente esercita, anche se non in modo assorbente e risolutivo, Bakunin, e sulla, apertura a quanto avviene in Europa nel mondo operaio e socialista.
Le tappe del sinuoso cammino che portano alla costituzione ufficiale dell'associazione e al programma di pubblicazione del periodico, dapprima con l'aperto attacco ai cattolici e ai moderati considerati forze politiche essenzialmente mistificanti della libertà e dappoi con l'approdo al socialismo, sono percorse dal Ralli con acutezza e insieme vigilanza, attraverso la società segreta bakuniana , il foglio clandestino La situazione sorto in opposizione alla mazziniana Alleanza Repubblicana e il ce Manifesto elettorale del principio del '67, col quale l'associazione esce una prima volta allo scoperto, precedentemente alla sua effettiva costituzione, il 3 aprile dello stesso anno.
H programma definitivo dell'associazione Libertà e Giustizia , ripubblicato sul 1 numero del settimanale uscito alcuni mesi dopo la costituzione di quella, precisamente, il 17 agosto, consta di 15 punti ed è accuratamente posto a raffronto con quello a suo tempo presentato sul Manifesto elettorale . Tra l'uno e l'altro non vi sono troppe differenze, eccettuata la proposizione contenuta nel punto 15 che appare osserva il Ralli una vera e autentica integrazione programmatica della quale certo, dati i precedenti, non ci si può meravigliare, ma che non lascia dubbio sull'approdo socialista dell'associazione: <c L'emancipazione dei lavoro dalle condizioni di servaggio sociale al dispotismo della terra e del capitale per mezzo dell'istruzione e dell'associazione proletaria contro l'organizzazione dell'ignoranza del popolo e degli interessi del privilegio e della banca, per la realizzazione della libertà, e del benessere delle moltitudini, per l'attuazione della giustizia fra gli uomini (p. XLII; si noti che queste espressioni sono riportate nell'articolo dei Quaderni di a Giustizia e Libertà sopra citato).
La lettura del periodico, che usci per appena 16 numeri dal 17 agosto alla vigilia di Natale del 1867, conferma il carattere sopra delineato. Intanto troviamo in esso uno spirito d'insofferenza, un linguaggio senza peli sulla lingua, talvolta addirittura insolente (ce II prefetto Gerbino, burocratico di mente cretina e perfetto gesuita , p. 136), una cruda analisi degli avvenimenti passati e coevi, un severo giudizio sulle persone (in particolare su Mazzini e Garibaldi), una spregiudicatezza nelle denuncio, un'energia nel prospettare soluzioni radicali e, in definitiva, un'impronta antiborghese che già lo distinguono nella pub-