Rassegna storica del Risorgimento
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1978
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477
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Libri e periodici
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I problemi politici erano, a mezzo secolo dalla proclamazione del Regno, ancora grossi e in qualche caso imponenti, anche se il malcontento innegabile serpeggiava fervido non tra i gruppi sociali, ma all'interno di essi. Dopo le numerose e a volte serie critiche, pptrà apparire contradditoria la conclusione, eppure non sembra censurabile la Marmo quando sostiene per Napoli la nascita, a partire dalle elezioni amministrative del 1914, di un blocco popolare dalle molte anime, che come movimento d'opinione e di mediazione tra ceti medi e popolari poteva ancora riassorbire le istanze sovversive di alcune minoranze .
Chissà, però, se non si tratta di ima concordanza soltanto formale e apparente?
La società italiana, in effetti, in quegli anni, senza distinzioni di classi e senza particolari e accentuate sfasature locali, respirò xur atmosfera nuova, più matura e più consapevole delle difficoltà e dei problemi, un'atmosfera che significava principalmente progresso sulla via della definitiva fusione nazionale.
VINCENZO PACIFICI
FRANCESCO PERFETTI. Il nazionalismo italiano dalle orìgini alla fusione col fascismo; Bologna, Cappelli, 1977, in 8", pp. 292. L. 3.500.
L'attenzione degli storici è sempre stata piuttosto scarsa nei confronti del nazionalismo italiano, considerato, al di là delle varie interpretazioni storiograficamente serie, il fratello povero o il fratello sfortunato (talvolta anche patetico) del fascismo. Occorre quindi dare atto a Francesco Perfetti di continuare l'analisi di questo filone, sul quale già ha fatto uscire uno studio alcuni anni or sono, *) con la pubblicazione di questa opera che, interpretativamente, si discosta, e non di poco, dalle tesi più correnti sull'argomento.
Il volume, che fa parte della collana ce storia dei partiti politici diretta da Renzo De Felice, si compone di un'ampia scelta di testi sul nazionalismo, comprendente quindi sia articoli o parti di libri scritti da esponenti del movimento, sia saggi sull'argomento scritti da personaggi non necessariamente legati ad esso.
È chiaro che la parte più importante è, però, l'introduzione dell'À., il quale, facendo il punto sulla situazione storiografica relativa al nazionalismo, pone in evidenza come la tesi oggi predominante è quella espressa da Luigi Salvatorelli nell'ormai notissimo Nazional-fascismo.
Tale posizione, che Perfetti non condivide, si basa sulla presunta cattura del fascismo da parte del movimento nazionalista, in termini di cultura ed anche operativi, e fissa così una sorta di continuità tra il movimento di Corradini (la mente) e quello di Mussolini (il braccio).
A questo proposito, la stessa evoluzione del fascismo da movimento oc di sinistra , san-sepolcrista, a partito d'ordine alleato dei liberali e dei conservatori, è in gran parte da attribuirsi (secondo i sostenitori della tesi di Salvatorelli) all'influenza del nazionalismo, visto come ideologia guerrafondaia e sostanzialmente reazionaria.
Tale tesi, se può essere interessante a livello di ipotesi, è di difficile comprovazione nella realtà dei fatti. Lo dimostra, ad esempio, la stessa fusione tra i due movimenti, che, come Perfetti mette in particolare risalto, non fu tanto voluta dai nazionalisti (anzi, non mancarono resistenze e prese di posizione contrarie), quanto imposta da Mussolini, poco convinto dell'esistenza di un partito non antifascista, possibile punto di riferimento dell'opposizione non di sinistra.
Oltre a ciò, la sistematica emarginazione della classe dirigente nazionalista da parte del fascismo (se si esclude la personalità di Alfredo Rocco, la cui azione peraltro si esprimeva esclusivamente nell'ambito della struttura giuridica dello Stato e non nell'ideologia di fondo del regime), è indice di una volontà di assumere gli elementi di stabilità statale e giuridica portati dal movimento di Corradini e di Federami (si ricordi la riforma del
J) Cfr. F. PERFETTI, // Nazionalismo italiano, Milano, 1969.