Rassegna storica del Risorgimento

anno <1978>   pagina <481>
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Libri e periodici
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un'appendice contenente il a commiato dal Corriere di Luigi e Alberto Albertini (apparso sul numero del 28 novembre 1925 del quotidiano milanese), due brevi appunti sui fratelli Albertini tratti dal Diario di Alvaro ed infine da una breve nota di Agostino Cajati su Alvaro e il fasciamo.
Tutt altro che pcdcstremcnte agiografico, questo profilo offre ancor oggi interesse ed attualità come contributo ad una più precisa messa a fuoco della personalità di Luigi Alber­tini e della sua opera politica e giornalistica. È soprattutto questo secondo aspetto dell'atti­vità di Albertini che emerge con particolare vivezza e forza persuasiva dalle pagine di Al­varo, il quale era stato egli stesso per qualche tempo redattore al Corriere ed aveva cono­sciuto di persona l'ambiente di via Solferino. E si potrebbe dire, anzi, che in questo volu­metto venga offerto al lettore altrettanto un ritratto prezioso del Corriere nel primo quarto di secolo, quanto un profilo del suo direttore e principale artefice delle sue fortune e del suo prestigio.
Più attenta invece a valutare l'aspetto politico della figura e dell'opera di Luigi Albertini, talora in parziale dissenso con le posizioni espresse da Alvaro, è l'introduzione di Piero Treves, che si sofferma in particolare sull'insorgere dell'impegno antifascista di Albertini dopo le incertezze e gli ondeggiamenti dei primi anni del dopoguerra, individuan­done la matrice in una formazione politico-ideologica profondamente radicata nella tradi­zione del liberalismo occidentale*
ALBERTO AQUARONE
ANNA MARIA CITTADINI-CIPRI, Proust e la Francia dell'affare Dreyfus (Storia e Letteratura, 1); Palermo, Palumbo Editore, 1977, in 8, pp. 135. L. 3.500.
L'assunto della nuova collana prende le mosse da uno dei postulati fondamentali della critica marxista. Marx ed Engels, infatti, esaminarono gli elementi conoscitivi di un'opera d'arte in riferimento alla portata ed all'ampiezza della sua prospettiva storica cer­cando in essa la capacità di esprimere i tratti dominanti e caratteristici degli antagonismi sociali di un dato periodo, e Lukacs, nella Teoria del romanzo, formulò la tesi, ancora non efficacemente contestata, secondo la quale il romanzo, oc grazie alla convergenza costitutiva delle sue categorie costruttive con la situazione nella quale il mondo è venuto a trovarsi , è la forma rappresentativa dell'epoca. Pertanto da questi presupposti Ganci scrive nella presentazione: oc Un romanzo, anche mediocre, può costituire un reperto insostituibile per focalizzare la condizione umana nel complesso inscindibile delle idee, dei miti, dei pregiu­dizi, delle passioni che ne costituiscono la ragione d'essere. La lettura più concreta della piccola borghesia americana anni venti non ce la dà forse Sinclair Lewis con il suo Bàbitt? Lo zoom su questo piccolo individuo e sulle sue abitudini non ha messo in primo piano tutta la Old America che Ford aveva appena fatto salire sull'utilitaria modello T? .
Il fatto è che la creazione artistica può spesso offrire al ricercatore elementi di verità più vari ed articolati di quelli che a volte offre la considerazione di altre fonti. La collana si propone di valutare il romanzo proprio come fonte , di individuare, cioè, nella forma romanzata quegli elementi che possono aiutare a capire meglio la realtà storica. Non si tratta di un'analisi facile perché se è vero che il romanzo ha una particolare ed efficacissima forza di rappresentazione, è pur vero che questa risente della soggettività, della wel-tansehauung dello scrittore. L'esegesi allora per prima cosa deve individuarne la matrice ideologica onde valutare quanto meno passivamente possibile i dati offerti.
Questo lavoro determina una serie duplice di risultati: da una parte porta alla identificazione culturale dell'autore e contribuisce alla definizione dell'opera in un contesto più ampio, dall'altra fornisce tranches de vie da utilizzare in sede storiografica. Tale utiliz­zazione va intesa nel senso di un raffronto ed un'integrazione con dati di altra provenienza al fine di un'analisi più dettagliata che parta dall'interno del contesto sociale, quale apparo già ricostruito nella rappresentazione letteraria, con l'intento di coglierne le dinamiche di gruppo e di definirne il milieu.
L'operazione e tentata da A. M. Cittadini nel saggio di cui parliamo. Dapprima l'A.