Rassegna storica del Risorgimento
ESULI ITALIANI GRAN BRETAGNA 1800-1850; GRAN BRETAGNA STORIA 18
anno
<
1979
>
pagina
<
6
>
6
Emilia Morelli
quanto per far quadrare il bilancio. La ricerca di un alloggio è certamente più facile per i borghesi che possono abitare dovunque. Gli aristocratici intellettuali si rendono conto subito dell'importanza dell'indirizzo e, in sostanza, per evitare le spese eccessive dei quartieri eleganti, finiscono alla periferia, nei coUagesy dove il sole era meno velato dal fumo dei carbon fossile,1* ma
I incontro con gli amici era molto più faticoso per chi aveva lasciato troppo lontano i cavalli e le carrozze. È triste che
I poveri signori, accostumati A uscirsene a cavallo od in vettura, Or di mota e sudor tutti bagnati, E tutta scontraffatta la figura, Si trascinino a certi tempi cupi E che debbano far strade da lupi.
Sono versi del toscano Filippo Pananti, giunto in Inghilterra nel 1803; egli con-ti mia sottolineando uno degli scogli che devono essere affrontati dagli Italiani:
Che per arrivare pronti e puntuali
Sien sempre con la smania e i batticuori.17'
II proverbio il tempo è denaro trova, infatti, la sua pratica attuazione nel Regno Unito. questa una nazione operante a battute di orologio come un'orchestra che procede a battute del direttore, come un reggimento che marcia a suon di tamburo... Il tempo è una rendita, è un tesoro, è una cosa inestimabile. L'Inglese non è avaro di denaro, ma è avarissimo di tempo . Quelle che ho letto sono frasi del Pecchio. Il quale aggiunge una osservazione assai strana: La pronunzia stessa inglese sembra inventata per guadagnar tempo, si mangiano le lettere e si spingono fuori le parole come sibili .18) Torniamo così a parlare delle difficoltà della lingua.
Cera chi credeva di sapere l'inglese e cercava giustificazioni varie al suo non capire e, soprattutto, non farsi capire; tra questi è Mazzini: la non abitudine [a parlare] fa sì, ch'io non intenda gran fatto questa gente che parla prestissimo, accorciando, mozzando le parole, e pronunciando in modo che non m'è familiare . ,9> Direi che è più sincero Santarosa che può leggere correntemente i giornali, ma... la mia incapacità di parlare inglese ammette è un grande incomodo; appena so domandare alle persone che mi insegnino le vie. Non intendo poi una parola .20) I commenti sullo scoglio linguistico sono infiniti. Credo, però, che nessuno li abbia descritti con la vivacità con la quale Guglielmo Pepe, napoletano, spiega perché sul principio si rifiuta ma poi l'imparerà di uscire dal mutismo al quale è condannato. Il me pris fantaisie d'apprendre l'anglais, mais lorsqu'on m'eut expliqué que pour exprimer une heure et demie, il fallait dire half post one, et que mouchoir se traduisait par hand kerchief,
16> Ivi, p. 120.
17> JAN GRBENLEES, Filippo Pananti: Un poeta italiano a Londra , in Atti del V Convegno storico toscano. Relazioni fra Inghilterra e Toscana nel Risorgimento, Lucca, Accademia lucchese, 1953, p. 240.
i G. PECCHIO, op. cit., pp. 371, 422.
,9> Scritti editi e inediti di GIUSEPPE MAZZINI, voi. XII, p. 282.
20 S. DI SANTAROSA, op. cit., p. 281.