Rassegna storica del Risorgimento
ESULI ITALIANI GRAN BRETAGNA 1800-1850; GRAN BRETAGNA STORIA 18
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1979
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Esuli italiani e società inglese 11
tivi, dopo lo sbandamento iniziale. Basti per tutti Mazzini che la considererà la patria del suo io individuale.
I noBtri esuli sottolineano anche il fatto che la Gran Bretagna appare all'avanguardia in un settore particolare, quello della beneficenza, per le infinite iniziative che i privati organizzano e sovvenzionano largamente. L'ammirazione, però, cede il posto alla malinconia, quando quelle iniziative li riguardano personalmente, come avvenne nel 1824, all'arrivo a Londra dei reduci spagnoli e italiani. Malinconia perché si accorgono che si tratta solamente di autentica beneficenza e non di solidarietà politica; malinconia ingiustificata perché i più offrirono uno spettacolo assai triste di risse intestine ed anche di discussioni sull'amministrazione e la ripartiziane dei fondi. Purtroppo questa mala pianta prospererà negli anni, persino per le somme raccolte per aiutare gli ergastolani napoletani nel 1859 e Garibaldi nel 18601 Uno dei più illustri esuli che arrivano a Londra dalla Spagna, Carlo Beolchi, lo riconosce apertamente quando scrive che diedero di sé tristo spettacolo innanzi ad un popolo libero, mostrandosi quasi indegni della libertà, mal sapendo moderare le passioni, e privi essendo della prima di tutte le virtù, la prudenza .
Bisogna anche aggiungere, però, che non dovevano essere molto al corrente della realtà dei fatti quei governanti inglesi che, sul principio, nel 1824, pensarono che i sussidi potessero essere erogati dal re delle Due Sicilie! L'appello del Times raccolse un successo insperato; si potè erogare un aiuto settimanale in attesa che gruppi di scolare in provincia fornissero stabile sostentamento. Sistemazione materiale, non morale perché è ancora Beolchi che parla la qualità politica dell'esule era disconosciuta, e solo si parlava di umanità, di carità cristiana .37) Sono quei sentimenti che non bastano a uno degli iniziatori della rivoluzione del 1820, Lorenzo De Conciliis, per fargli accettare ben 150 sterline! Erano state raccolte a Southampton. De Conciliis rifiuterà anche quando il dono sarà mutato in prestito e non era certo ricco: dovrà guadagnarsi la vita facendo il domatore di cavalli! 38>
Orgoglio forse eccessivo degli esuli, dettato anche dal fatto che volevano distinguersi dagli emigrati. Questi giustificavano troppo spesso l'idea che gli Inglesi si erano fatti dell'Italiano capace di eccellenza nelle belle arti e soprattutto nel suono e nel canto, ma codardo e atto ad usar il pugnale dietro le spalle.3 Poveri emigrati, bambini venduti dalle loro famiglie, saltimbanchi, girovaghi, tutto un sottobosco sociale del quale si prenderà cura Mazzini che per loro fonderà la scuola italiana di Greville Street. Che avesse anche la speranza di infondere la sua fede politica, è vero; ma voleva soprattutto, con l'istruzione, toglierli dall'abbrutimento al quale erano condannati in Inghilterra gli analfabeti.
Arriviamo così alla seconda ondata di esuli, quella degli anni trenta che deve affrontare uguali difficoltà materiali, ma può inserirsi solamente in un con-
36) CABLO BEOLCHI, Reminescenze dell'esilio, 2" ed., Torino, 1853, p. 199.
37) Ibidem.
38) La lettera di rifiuto in VINCENZO CANNAVIBLLO, Gli Irpini della rivoluzione del 1820 nell'esilio, in Rassegna storica del Risorgimento, a. XXVII (1940), n. 2, pp. 148-
149.
39) c. BEOLCHI, op. cit., p. 200.