Rassegna storica del Risorgimento
GRAN BRETAGNA POLITICA ESTERA 1848
anno
<
1979
>
pagina
<
14
>
L'INGHILTERRA E IL PROBLEMA ITALIANO H NELLA POLITICA EUROPEA DEL 1848 H
Non è senza esitazione che ho scelto il soggetto della mia relazione. Parlare a un pubblico britannico, in una sede di tanto prestigio, della politica inglese, può sembrare un atto di presunzione. Ma non intendo qui che sottolineare alcuni aspetti, fornire alcuni elementi ad una indagine più approfondita. Il tentativo, insomma, di contribuire, sulla base delle ricerche compiute, allo studio di un problema di particolare rilievo nella storia del Risorgimento italiano.
Il 1848, la crisi europea dal 1848, si presenta, in Inghilterra, sotto una prospettiva del tutto diversa da quella delle Potenze continentali. Le parole di Macaulay, nel congedare, in quell'anno, i primi volumi della sua storia d'Inghilterra, ne sono l'eloquente espressione. Attorno a noi, il mondo è straziato dal* l'agonia dei grandi popoli. Regimi che sembravano Baldi per l'eternità sono improvvisamente crollati. Nelle orgogliose capitali dell'Occidente è corso a fiume il sangue dei cittadini. Tutte le peggiori passioni, la sete di guadagno e la sete di vendetta, l'odio di classe e l'odio di razza sono straripate oltre le dighe delle leggi umane e divine... Mentre questo avveniva, sulla nostra isola non un momento si è interrotto il corso regolare della vita politica. I pochi malintenzionati non hanno avuto il coraggio di affrontare nemmeno per un attimo la forza di un paese che si stringe compatto intorno al trono. Perché siamo tanto diversi dagli altri? Perché non abbiamo mai perduto quello che gli altri cercano di guadagnare con cieco e selvaggio impeto...; perché, avendo avuto la libertà quando ovunque trionfava la schiavitù, abbiamo l'ordine quando ovunque trionfa l'anarchia 2.
Nella voce dello storico, il lettore vittoriano trovava l'espressione del suo stato d'animo, superbo del contrasto fra il continente convulso nelle rivoluzioni, e l'isola serena nella sua libertà. Atteggiamento che si riflette nella politica britannica, che costituisce la premessa intellettuale morale della presa di posizione britannica di fronte alla crisi del 1848 in Europa.
Nel 1815, nel quadro del sistema del 1815, la diplomazia britannica, di fronte alla gara austro-russa per l'egemonia, si era attenuta rigorosamente alla norma classica dell'equilibrio; e nei termini dell'equilibrio si poneva, per la politica inglese, il problema italiano, nei termini tradizionali di Utrecht e di Aquisgrana : la presenza dell'Austria in Italia, l'aumento stesso della potenza austriaca nella penisola, come barriera contro una eventuale ripresa espansionistica francese.
Un calcolo politico, indipendente da ogni presa di posizione ideologica. Castlereagb non si allinea sulle posizioni dottrinarie della Restaurazione, in Italia; ma nemmeno si schiera con l'opposizione liberale e nazionale. A B enti ne k, che propugna una revisione dell'assetto della penisola in accordo coi patrioti italiani, esprime, in una lettera del 14 maggio 1814, il suo compiacimento che non abbia dato seguito ai suoi progetti. Non si può negare ammette che un grande mutamento morale si vada verificando in Europa, che i principii della libertà siano in pieno sviluppo... Ma non è il caso di accelerare degli sviluppi
*) Conferenza tenuta a Londra il 13 dicembre 1978 per il Convegno organizzato dalla Britiah Academy e dall'Accademia nazionale dei Lincei.