Rassegna storica del Risorgimento
GRAN BRETAGNA POLITICA ESTERA 1848
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1979
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Inghilterra, Italia, Europa nel '48 17
come alle mire francesi. Io vorrei vedere scrive Palmerston a re Leopoldo del Belgio nel giugno 1848 l'Italia del Nord riunita in un regno che comprenda il Piemonte, Genova, la Lombardia, Venezia, Parma e Modena; Bologna potrà farne parte, o unirsi alla Toscana. Un simile ordinamento dell'Italia del Nord sarebbe assai profittevole alla pace d'Europa, poiché porrebbe fra la Francia e l'Austria uno Stato neutrale, forte abbastanza per farsi rispettare, ed egualmente estraneo sia all'Austria che alla Francia per carattere e costume .3J
A Corte, si è ben lungi dal condividere questa sua impostazione. Per la Regina, i trattati rappresentano l'ordine e la legalità: una politica di revisione dei trattati può portare a incalcolabili conseguenze. E a pericolose contraddizioni. Che triste figura facciamo con questa nostra mediazione! scrive a Leopoldo del Belgio il 10 ottobre 1848 Davvero, è immorale costringere l'Austria a abbandonare i suoi legittimi possedimenti, quando noi teniamo in nostro potere l'Irlanda... Cosa diremo se il Canada, Malta, etc cominciano a crearci delle noie?... Il principio di tutte le nostre azioni private e pubbliche dovrebbe essere: non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te (nel testo, was du nicht willst dass dir geschieht, da thu auch einem anderen nicht). Si sente la eco degli ammonimenti del principe Alberto: liberale, secondo le tradizioni della sua Casa i Coburgo si atteggiano a campioni del liberalismo germanico ma di un liberalismo rigorosamente legalitario, ridotto entro i rigorosi limiti dello schema conservatore.4)
Palmerston prosegue sulla sua via. Prosegue sulla sua via con un duttile empirismo, che si modella sugli avvenimenti, e ne accompagna il corso. Al Piemonte, che gli chiede un aperto, impegnativo appoggio, risponde: È norma costante del governo britannico non assumere impegni per l'avvenire, e conservare libertà d'azione secondo le circostanze che si presentano .5) Nel maggio 1848, quando le sorti della guerra appaiono ancora in sospeso, e si affaccia la possibilità di una soluzione di compromesso fra Vienna e Torino, interviene da una parte e dall'altra per un accordo che conceda al Piemonte la Lombardia, ma conservi il Veneto all'Austria. Più. tardi, quando la situazione precipita, quando, dopo la perdita della Lombardia, e l'armistizio, il Piemonte riapre le ostilità, Londra condanna l'iniziativa piemontese come un passo temerario e intempestivo, che può fare precipitare una situazione già in bilico.
Ma, se l'applicazione si adatta, di volta in volta, agli eventi, i punti fermi della politica di Palmerston restano sempre gli stessi. Quando Vienna prende il sopravvento, egli si trova costretto a rinunciare ai suoi progetti di rimaneggiamento dell'assetto italiano; ma non recede di un passo nella sua battaglia per il liberalismo. La rivincita viennese ha trovato il suo interprete in Felice di Schwarzenberg, il ministro del giovane imperatore, la cui ascesa al trono è dive-
3) Palmerston a Leopoldo del Belgio, 15 giugno 1848, in EVELIN ASHLEY, Life of Viscounl Palmerston, London, 1876 (2* ed. 1879). voi. II, p. 83 (volami pubblicati a integrazione della classica biografia di Palmerston, di Sir HENRY LYTTON BULWER). La battuta del tallone d'Achille e dello scudo di Ajace si trova in questa lettera.
4> Sui rapporti fra Palmerston e la Regina, vedi E. DANIELS, Lord Palmerston v. die Konigin Victoria in Englische Staatmùnner, Berlin, 1925, pp. 72 sgg. Sul principe Alberto, ancora fondamentale la biografia di Sir THEODOR MARTIN, The Life of the Prìnce Consort, London, 1873, stesa per ordine della Regina sulla scorta dei documenti da lei stessa forniti: una ricca miniera di notizie nonostante il suo carattere ufficiale.
5> Emanuele d'Azeglio a Massimo d'Azeglio, 23 febbraio 1851, Archivio di Stato di Torino, lettere Ministri Gran Bretagna.