Rassegna storica del Risorgimento
GRAN BRETAGNA POLITICA ESTERA 1848
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1979
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Franco Valsecchi
irata il simbolo del nuovo assolutismo, del neoassolutismo, come lo chiamano, animato da nuovo impulso e vigore. Campione della libertà, Palmerston si presenta sulla scena europea come il suo naturale antagonista. Un antagonismo, che disdegna le armi cortesi della consuetudine diplomatica. In un vero e proprio scontro con l'ambasciatore d'Austria, a proposito delle misure di repressione del comando austriaco in Lombardia, Palmerston rivolge alla politica austriaca le più pesanti accuse, a cominciare da quella di far del comunismo , di far leva sulle classi inferiori per colpire l'aristocrazia del sangue e dell'intelletto, come è avvenuto in Galizia, dove il restaurato dominio imperiale non ha esitato a mettere a prezzo le teste dei nobili. Schwarzenberg, a sua volta, replica a tono: non per nulla lo chiamano il Palmerston in uniforme bianca . Comunismo? ribatte ecco un linguaggio che ha se non altro il pregio della novità . Mi guarderei bene dall'imitare il Primo Segretario di Stato britannico, lascerei cadere i suoi acerbi sfoghi in silenzio, se non invadessero un terreno che appartiene essenzialmente, esclusivamente alla politica interna. Tanto più volentieri lo farei, in quanto comprendo pienamente il suo cattivo umore: è troppo giustificato per non essere naturale. Gli avvenimenti d'Italia hanno dato alle sue previsioni le più solenni smentite, ed egli ne è furibondo. Lo capisco. Vuole sfogare il suo malumore su di noi e sul vincitore di Custoza. Anche questo è comprensibile. Ma quel che stento a capire è che in un accesso di tenerezza per un partito che ha scambiato la spada con il pugnale, si sia lasciato traviare sino ad invadere il terreno della politica interna austriaca. Il governo imperiale non si cura certo di giustificare le sue misure dinnanzi al tribunale del Foreign Office. Lord Palmerston si crede un po' troppo l'arbitro dei destini d'Europa. Per conto nostro, non siamo affatto disposti a lasciargli recitare in casa nostra la parte di Divina Provvidenza. Non ci passerebbe mai per la testa di imporgli i nostri consigli sulle faccende d'Irlanda: ci risparmi i suoi su quelle di Lombardia . (Son le stesse parole della regina Vittoria!). A guardar le note, i dispacci, le comunicazioni che ci prodiga, si direbbe che nulla gli stia più a cuore della felicità e del benessere del nostro Impero. Trova che l'Austria sta crollando, e come rimedio escogita di farla a pezzi del tutto. Ecco dove mirano i suoi consigli, ecco lo scopo di ogni suo sforzo. Confesso francamente che ne abbiamo abbastanza delle sue insinuazioni, del suo tono ora protettore ora dottorale, ora ingiurioso e provocante, sconveniente sempre. Siamo decisi a non tollerarlo più oltre. Lord Palmerston ha detto una volta che se vogliamo la guerra l'avremo; gli rispondo che se vuole la guerra l'avrà. Non so se egli applichi a se stesso il motto di Luigi XIV, e identifichi l'Inghilterra con se stesso. Se anche fosse cosi, non cambierei una virgola di quel che ho detto . Così, in una lettera ad un suo confidente, Lebzeltern, destinata ad essere comunicata a Palmerston il 4 dicembre 1848.
3) KoHer a Wesscnbcrg, 20 novembre 1848, in HUBNER, Ein Jahr meines Lebens, 1848-49, Leipzig, 1891, pp. 359-360. Nel suo rapporto, indirizzato al predecessore di Schwarzenberg al Ballhaus, Wessenberg, il ministro d'Austria a Londra, Keller, riferisce le accuse mosse alla politica austriaca da Palmerston.
7) Schwarzenberg a Lebzeltern, 4 dicembre 1848, in HUBNER, op. cfc., La lettera è datata da Olmiitz e diretta a Vienna, dove il sottosegretario Lebzeltern rappresentava il ministro presso il corpo diplomatico. Una replica del genere diede Schwarzenberg agli interventi inglesi nei riguardi dell'Ungheria. Buttando sul tavolo senza aprirlo il dispaccio che l'ambasciatore inglese gli consegnava, aveva replicato: avrete presto i miei consigli da seguire nel Canada, poiché l'Ungheria rientra nella sfera dei vostri interessi quanto il Canada nei nostri .