Rassegna storica del Risorgimento

GRAN BRETAGNA POLITICA ESTERA 1848
anno <1979>   pagina <21>
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Inghilterra Italia, Europa nel '48 21
loro vitalità.121 Di questa tesi, diciamo, legalitaria la diplomazia inglese si serve per calmare i sospetti e le apprensioni degli altri governi. Lord Minto, l'emissario di Palmerston, che si trova a Roma, si sforza di combattere le pre­venzioni del Papa, osservando che l'adozione della costituzione del 1812 non costituisce nn atto rivoluzionario, in quanto non costituisce un fatto nuovo, bensì il riconoscimento di una situazione storicamente preesistente.13)
All'Inghilterra, che vanta sulla costituzione del 1812 una specie di paternità storica, si rivolgono i siciliani perché intervenga a loro favore. Il governo napo­letano chiede a sua volta la mediazione inglese; ma, si badi, assieme a quella francese. Lo scopo? Napier ritiene che Napoli miri a guadagnar tempo, in attesa che la situazione internazionale maturi, e il moto siciliano si esaurisca da sé. Io credo scrive al rappresentante inglese a Palermo che non vi sia alcuna vera intenzione di venire a un accordo, e che tutto quello che si sta facendo non abbia altro scopo che di trascinar le cose in lungo per aspettare il momento favo­revole, e l'eventuale opportunità di un aiuto straniero .14) Quanto all'associare la Francia alla mediazione, Napier ha parlato chiaro a Montessuy: mi spiace ha detto ma mi è impossibile unirmi a voi in questa occasione; in qualsiasi altra parte del mondo, forse, potrei fare quello che mi domandate; ma in Sicilia, Francia e Inghilterra hanno interessi troppo diversi .15* Il diplomatico francese non può far altro che ripiegare su di una mediazione collettiva di tutte le Grandi Potenze; ripiego, d'altronde, inattuabile, per la dichiarata ostilità delle Corti del Nord a qualsiasi concessione costituzionale.
L'Inghilterra agisce da sola. Palmerston vorrebbe una soluzione conciliativa, che accontenti i siciliani senza rompere l'unità del regno. Il governo britan­nico dichiara non desidera affatto che il regno venga indebolito da una separazione fra il territorio continentale e l'insulare. Una soluzione del genere non sarebbe nell'interesse dell'Inghilterra, poiché potrebbe provocare una situa­zione imbarazzante per la politica inglese .16) Una rottura fra Napoli e Palermo sostiene verrebbe a complicare con la situazione interna la situazione inter­nazionale, e potrebbe portar lontano l'Inghilterra, decisa com'è a difendere ad ogni costo questo settore, che considera vitale per i propri interessi.
Ha mandato, Palmerston, un suo inviato speciale , Lord Minto, a studiar la situazione, a controllarne gli sviluppi, a trattarne le possibili soluzioni. Minto si affretta a scendere da Roma, la sua prima tappa, a Napoli, a prender le fila delle trattative. È dominato anche dalla preoccupazione che le cose si compli­chino. Coi napoletani, fa la voce grossa: io giudico la sospensione della costi­tuzione del 1812, e lo stabilimento di un governo assoluto in Sicilia come un atto illegale, al quale i siciliani hanno il diritto di ribellarsi .!7) Nello stesso tempo, però, si preoccupa di non dare ai siciliani l'impressione di un appoggio incondi­zionato, che li incoraggerebbe all'intransigenza.18)
i?) Napier a Palmerston, 27 gennaio 1848, in Correspondence respecting the affairs of Naples and Sicily, presented to bolli llouses of Parliument by command of Hcr Majcsty, London, 1849.
J3) Minto a Palmerston, 23 gennaio 1848, ivi.
14) Minto a Mount Edgecumbe, 22 febbraio 1848. V. anche Napier a Palmerston, 19
febbraio 1848, ivi.
J Montessuy a Guizot, 27 gennaio 1848, ivi. 16) Palmerston a Napier, 16 febbraio 1848, ivi. W) Minto a Palmerston, 11 febbraio 1848, ivi. ) Minto a Palmerston, 5 febbraia 1848, ivi.