Rassegna storica del Risorgimento

COSTITUZIONALISTI ITALIANI; GRAN BRETAGNA SISTEMA COSTITUZIONAL
anno <1979>   pagina <31>
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II sistema costituzionale inglese 31
nente quella cultura politica britannica della quale erano nutriti larghi settori del ceto intellettuale dell'Isola, come venne dimostrato un cinquantennio fa da nn lucido e penetrante saggio di Rodolfo de Mattei.B) Al di là, infatti, delle caratteristiche fondamentali del dettato costituzionale del 1812, specchio imme­diato di tutte le contraddittorie posizioni assunte dalle forze politiche e sociali operanti nell'isola, incerte tra l'adesione alla tradizione del Parlamento siciliano, la recezione di canoni britannici e l'imitazione della contemporanea costituzione di Cadice, va sottolineato come nel linguaggio e nei contenuti la pubblicistica e la dottrina giuridica siciliana del tempo finirono per recepire da presso quelli propri del costituzionalismo britannico. Anche se gli storici insulari, mossi spesso da una visione autonomistica e settoriale di quella vicenda, hanno raramente sottolineato questo fenomeno, e da questo angolo visuale uno sguardo alle opere più recenti dello Sciacca e del Renda sembra confermare tale opinione,24) non v'è dubbio che l'influsso culturale inglese è stato determinante nella formazione prima dei caratteri tipici di una dottrina, poi di una storiografìa sulla costitu­zione del 1812.
La tendenza alla comparazione ed al confronto di norme, di istituti e di strutture, fortissima nei commentatori contemporanei del testo si mantenne anche nei posteri che cercarono il più delle volte di ravvisare identità o almeno somiglianze tra la costituzione siciliana e quella inglese, malgrado Michele Amari avesse avvertito sin dal 1847 nella prefazione anonima al Saggio storico del Palmeri le profonde differenze esistenti tra la realtà dell'isola mediterranea e quella della Gran Bretagna, ammonendo quindi, storicisticamente, a valutare in modo distinto le due esperienze tra loro assolutamente non comparabili.2 Nella tradizione culturale siciliana del primo Ottocento si mantenne comunque viva un'immagine stilizzata, anche se non sempre univoca, della costituzione inglese che per le origini normanne, la natura dell'istituto parlamentare ed i limiti al potere regio sembrava la più affine alla mentalità ed alle aspirazioni della parte più influente della società insulare. Questa, però, non si rendeva conto del ruolo esercitato in Inghilterra da una nobiltà fondiaria, che deteneva di fatto un vasto potere politico insieme e d'accordo con una salda borghesia mercantile ed industriale nelle cui mani confluivano quasi tutte le risorse economiche del paese. Ruolo certo non comparabile con quello degli stessi ceti siciliani tra loro destinati ad un profondo e mai sopito contrasto per la prepotenza del primo e la sostanziale debolezza del secondo. Per questo l'anglofilia costituzionale dei siciliani finiva per apparire astratto sentimento di ammirazione per un modello sostanzialmente differente di organizzazione politico-sociale che si auspicava, in nome di remote comuni origini storiche, di vaghi affini principi ispiratori anziché di puntuali e definiti contenuti normativi ed istituzionali, veder introdotto nel­l'isola. Ma tale auspicio era formulato da tutti solo contro l'assolutismo e la centralizzazione della monarchia borbonica di Napoli, che gli aristocratici lo intendevano come richiesta di una tutela dei propri privilegi di casta ed i bor-
23) g. DE MATTEI, H pensiero politico siciliano tra Sette e Ottocento, Catania, 1927.
24) p. RENDA, La Sicilia nel 1812, Palermo, 1963 ed E. SCIACCA, Riflessi del costitu­zionalismo europeo in Sicilia, Catania, 1967. Interessanti le note di S. M. GANCI, Un libro recente sul costituzionalismo in Sicilia, in Rassegna storica del Risorgimento, 1968, p- 29 sgg. .. ,
25) flf. PALMER i, Saggio storico e politico sulla Costituzione di Sicilia in fino al 1816, con prefazione di Anonimo (M. AMARI), Losanna, 1847.