Rassegna storica del Risorgimento
PET?FI S?NDOR; UNGHERIA STORIA 1848-1849
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1979
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S. Petofi nella rivoluzione del '48-'49 45
Noi non vogliamo essere traditori, noi ci ritiriamo e ce ne andiamo a casa; ma se voi con questo decreto non siete capaci di ottenere un vero successo, allora i traditori siete voi; voi, che del tutto soddisfatti di esso, avete soffocato l'entusiasmo della gioventù, l'unica speranza di questo paese, con la costrizione morale! Dunque disperdiamoci, miei giovani amici, che durante queste due settimane di vita pubblica avete agito con tanta arditezza e risolutezza, quali soltanto da voi mi potevo aspettare. Addio! La rivoluzione è finita... ma no! La rivoluzione non è finita, questo è stato soltanto il primo atto... arrivederci dunque fino a quando non ci incontreremo di nuovo!
Nelle prime elezioni politiche libere dell'Ungheria, organizzate dal primo governo ungherese indipendente e tenutesi il 15 giugno 1848, Petofi, per quanto come s'è visto popolarissimo, non venne eletto al Parlamento, anche a causa di loschi intrighi e brogli elettorali che caratterizzarono le votazioni nella circoscrizione elettorale del poeta, una provincia agricola della pianura ungherese, arretrata e ancora fortemente condizionata dalla vecchia classe dirigente di stampo feudale. Cosicché al poeta non rimane che assistere come spettatore alla seduta inaugurale del primo parlamento ungherese, convocato 1*11 luglio 1848 e ormai fortemente influenzato dalla personalità carismatica di Lajos Kos-suth. Costretto a ritirarsi dall'arena politica, Petofi dedicherà tutte le sue energie alla poesia e subirà anche una forte crisi di coscienza, ma sarà subito pronto a intervenire, questa volta come soldato, non appena la patria sarà seriamente minacciata dai nemici aizzatile contro dall'abile regìa di Vienna.
L'azione politica di Petofi non fu mai disgiunta dalla sua missione poetica nella quale egli vedeva lo strumento dell'altra. E Petofi, come poeta, fu un innovatore e non seguì la poesia vecchia e superata del periodo cosiddetto delle riforme; un nuovo elemento emerge: l'internazionalismo di stampo mazziniano che si manifesta nel suo cantare ed inneggiare alla libertà universale. IL pregio maggiore di Petofi, poeta politico, è che egli seppe essere popolare e nazionale, e, allo stesso tempo, sacerdote della libertà. Egli cantò la rivoluzione nazionale dell'Ungheria consapevole che essa era parte di un grande movimento di libertà europeo:
Il mare s'è mosso, il mare dei popoli: con le sue ondate feroci la sua tremenda forza spaventa e cielo e terra.M)
In ciò il poeta dissenti dalla visione politica che del problema delle minoranze interne all'Ungheria storica aveva Kossuth: per Petofi libertà dei popoli significa veramente libertà di tutti i popoli. Egli fu consapevole che la libertà e l'indipendenza dell'Ungheria si sarebbero potute acquisire, oltre che con la sfida delle armi ungheresi all'Austria guardiana dei popoli , anche e soprattutto con la presa d'atto, da parte magiara, delle analoghe esigenze di libertà e d'indi pendenza delle popolazioni minori , slave e romene, che componevano il Regno di Santo Stefano. À dimostrazione di questa sua posizione e della sua consapevol ezza sta tutta la sua poesia sul tema della libertà di tutti i popoli oppressi, fra i quali non facevano per lui certo eccezione i serbi d'Ungheria, i croati e i romeni.
14) a u mare s'è mosso (Foltamadott a tcnger), poesia scritta nel marzo 1848, trad. di F. Tempesti, in Poesie cit., pp. 119-120.