Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA STORIA 1896-1900; STORIOGRAFIA ITALIA
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1979
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Anna Maria Isastia
in pochi anni un divario di decenni che la separava dalle altre nazioni europee già da tempo industrializzate e si trovò di conseguenza ad affrontare un som* movimento che altrove era avvenuto ben più lentamente e gradualmente In poco più di un decennio Gerschenkron455 e Tonfalo46* hanno individuato il periodo 1896-1908 come quello del grande balzo dell'Italia il nostro paese riduceva sensibilmente il divario che lo separava dalle nazioni europee industrializzate, e questo non poteva non avvenire senza profondi scompensi, alterazioni dell'equilibrio politico e sociale della Nazione, senza che l'inizio di questo processo non scuotesse dalle fondamenta le basi dello Stato provocando profondi malesseri e violente reazioni-In questo generale sommovimento si inserirono anche le sconfitte africane che ebbero nel paese un impatto profondo e portarono all'abbandono del programma di espansione coloniale cui si era guardato da alcuni come alla soluzione di tanti mali italiani.
Impegnati nello sforzo di trasformare una economia agricola in economia industriale, troppo presi dai processi di modificazione profonda in atto nel paese, si abbandonavano le avventure in terre lontane intraprese per motivi politici, sulla scia dell'espansionismo di altre potenze europee, e proseguite nella speranza di dare prestigio a uno Stato giovane-Questa situazione italiana, tratteggiata a grandi linee, evidenzia chiaramente i motivi di crisi che raggiunsero il loro culmine a fine secolo. L'Italia viveva un periodo di transizione; si trasformava l'economia nazionale, si modificavano i rapporti di forza tra le classi sociali. Era un processo di crescita, di sviluppo che avrebbe avuto una conclusione positiva, ma che a molti appariva solo estremamente critico e molto pericoloso. Gli interessi e la visione politica dei gruppi dirigenti che da decenni detenevano le leve del potere si scontravano con una nuova realtà sociale ed economica che essi tentarono invano di contrastare e combattere. Le nuove generazioni, con la loro diversa e più moderna visione della realtà, avrebbero finito fatalmente per prevalere, ma dopo un lungo periodo di violenta resistenza da parte degli uomini che erano ancora legati agli anni e alla mentalità risorgimentale.
L'ultimo grande di quella generazione fu Crispi, aperto fautore delle esigenze borghesi, in considerazione delle quali creò le strutture amministrative dello Stato moderno: dalla legge comunale e provinciale all'istituzione del sottosegretariato di Stato, al testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, all'isti-
**) AA.VVM La formazione dell'Italia industriale, a cura di ALBERTO CARACCIOLO, Bari, Laterza, 1969. AA.VV., Lo sviluppo economico italiano 1861-1940, a cura di GIANNI TONIOLO, Bari, Laterza, 1973. GIUSEPPE ARE, Alle origini dell'Italia industriale, Napoli, Guida, 1974.
*9 ALEXANDER GERSCHENKRON. Osservazioni sul saggio di sviluppo industriale dell'Italia 1881-1913, in II problema storico dell'arretratezza economica, Torino, Einaudi, 1965.
Sulla polemica Romeo-Gerschenkron si veda Consensi, dissensi, ipotesi in un dibattito Gerschenkron-Romeo, in La formazione dell'Italia industriale cit., pp. 53-81. Per il punto sul dibattito storiografico relativo allo sviluppo industriale italiano si veda GUIDO PESCO-SOLIDO, Lo sviluppo industriale italiano nel dibattito dell'ultimo ventennio, in Clio, a. XIII (1977), n. 3, pp. 187-237.
461 GIANNI TONIOLO, Alcune tendenze dello sviluppo economico indiano 1861-1940, in Lo sviluppo economico italiano eh., pp. 1-37.