Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA STORIA 1896-1900; STORIOGRAFIA ITALIA
anno <1979>   pagina <55>
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Storiografia sulla crisi di fine secolo 55
timone della IV sezione del Consiglio di Stato sul piano giurisdizionale.47) Ma Crispi era anche, culturalmente e politicamente, espressione di una gene­razione che aveva ormai portato a termine il suo compito. Legato a un concetto di democrazia che molti hanno definito giacobino , e che lo portava ad avere una mentalità dittatoriale, a considerarsi l'uomo forte, l'uomo della provvidenza, egli riteneva suo compito quello di guidare la nazione, per la cui unità aveva combattuto, verso la potenza e la gloria. Questa ottica tutta risorgimentale, lo portava anche a considerare nemici da abbattere a qualunque costo, tutti i movi-nienti di destra o di sinistra formatisi fuori e contro il sistema, nei quali egli vedeva 6olo forze che potevano minacciare o, quanto meno, porre in discussione l'unità d'Italia. I profondi cambiamenti che venivano maturando nel tessuto connettivo nazionale rendevano, però, vani tutti i tentativi di cristallizzazione politica. Il popolamento delle città e il conseguente progressivo spopolamento delle campagne, unitamente alla nuova legge elettorale del 1882, modificando le basi e i risultati del suffragio, ebbe un peso determinante nell'origine delle organizzazioni politiche. All'ultimo decennio del secolo infatti data la nascita travagliata dei partiti che, inizialmente, dovettero chiarire al loro interno la loro stessa ideologia, eliminare le componenti o le frange spurie, darsi uno statuto e una organizzazione.
All'interno del movimento dei lavoratori, emarginata la componente anar­chica, messi in minoranza gli operaisti e i nostalgici di Bakunin, si giungeva nel 1892 alla costituzione del partito socialista.48) Nel 1895, dopo un periodo di crisi e di confronto, spinti dalla necessità assoluta di definirsi di fronte all'incal­zare dei socialisti e alla modificata realtà radicale, si costituivano in partito anche i repubblicani.49) La nascita di queste due formazioni politiche annullava il pro­getto vagheggiato da alcuni di dar vita ad un grande partito democratico radi­cale che unificasse le tante associazioni esistenti, così come attorno al 1890 era fallito il progetto di Stefano Jacini di unire liberali e moderati in un grande partito conservatore e, pochi anni dopo, fallirà l'analoga aspirazione di Budini.
Al di fuori del Parlamento rimanevano i cattolici, assai differenziati al loro interno perché, mentre i possibilisti si venivano accostando lentamente alle posizioni moderate, gli intransigenti vincevano l'emarginazione cui avrebbe po­tuto condurli il loro integralismo, con l'impegno sociale che li poneva in aperto contrasto con i socialisti.
47) MASSIMO GANCI, II caso Crispi cit., pp. 193-200.
48) GAETANO ARPE, Storia del socialismo italiano (1892-1926), Torino, Einaudi, 1966.
49) GIOVANNI SPADOLINI, I repubblicani dopo l'Unità, Firenze, Le Monnier, 1963 (2" ediz.), pp. 74-75; FERNANDO MANZOTTI, Partiti e gruppi politici dal Risorgimento al Fa-seismo, Firenze, Le Monnier, 1973, p. 23. Per la storiografia sul movimento repubblicano a parte il lavoro di LUIGI LOTTI, La storiografia sul movimento repubblicano in Italia, in Appendice al volume dello stesso autore, Romagna e Toscana dall'Unità ad oggi, Firenze, Le Monnier, 1969; si veda il recente articolo di Lucio CECCHINI, La storiografia sul movi­mento repubblicano italiano, dalla costituzione del PRI all'avvento del fascismo al potere (1895-1926). Saggio bibliografico, in Archìvio Trimestrale, a. Ili (1977), n. 1-3, pp. 147-172.
50 GABRIELE DE ROSA, Storia del movimento cattolico in Italia dalla Restaurazione all'età giolittiana, Bari, Laterza, 1966; AA.W., Il movimento cattolico e la società italiana in cento anni di storia, Roma, Ed. di Storia e Letteratura, 1976. Di estremo interesse l'espo­sizione e la discussione di alcune delle tendenze storiografiche relative ai movimenti catto­lici italiani tra il 1870 e il 1904 fatta da FAUSTO FONZI nella Nota alla terza edizione del volume / cattolici e la società italiana cit., pp. 161-192.