Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA STORIA 1896-1900; STORIOGRAFIA ITALIA
anno <1979>   pagina <57>
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Storiografia sulla crisi di fine secolo 57
Zanardelli e a Giolitti, che erano preparati ad operare profonde riforme nel tessuto politico e sociale della Nazione. I radicali, su posizioni più legalitarie, pronti ormai ad accettare le istituzioni vigenti nel cui ambito operare le riforme indispensabili per un progresso democratico, si avviavano a diventare partito di governo. La pregiudiziale istituzionale rimase invece la questione nodale che motivava la ragion d'essere dei repubblicani impegnati a salvaguardare la propria coerenza sia nei confronti del Governo sia nei confronti degli altri due partiti della sinistra e, in campo sociale, a difendere il proprio movimento associazio­nistico e con esso la propria base elettorale dall'avanzata socialista.
H partito operaio coll'inizio del secolo si attestò su. posizioni prevalente­mente riformiste che, pur contrastate duramente negli anni seguenti dall'ala sindacalista rivoluzionaria, riuscirono a prevalere nel 1908.
Gli avvenimenti di fine secolo, l'attacco del governo al sovversivismo cleri­cale, l'avanzata della dottrina marxista, operarono una profonda metamorfosi anche in campo cattolico. Nascevano le premesse per una collaborazione tra l'Italia liberale e i cattolici e, in questa chiave di difesa delle istituzioni e di barriera al socialismo, il Vaticano rispondeva allo sciopero generale del set­tembre 1904 abolendo in parte il non expedit nelle successive elezioni generali, prodromo alla successiva abrogazione definitiva.51) Del resto la necessità per i liberali di appoggiarsi alle forze cattoliche contro l'estremismo di sinistra e la parallela necessità del Vaticano di isolare i democratici troppo a sinistra, insieme al venir meno dell'anticlericalismo violento negli altri partiti e nel paese fini­rono con lo svuotare di contenuti la questione romana.
Negli stessi anni anche in campo europeo gli equilibri tra le nazioni si modi­ficarono profondamente e portarono ad un Ravvicinamento dell'Italia alla Francia e alla Russia mentre le relazioni con l'Inghilterra si mantenevano buone e si riduceva invece l'importanza della Triplice, cardine a suo tempo della politica crispina.
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Abbiamo brevemente tratteggiato i fatti salienti che determinarono il pas­saggio dall'epoca risorgimentale al nuovo secolo. Questi avvenimenti per il passato erano stati studiati, come si è accennato, come parte di un contesto più ampio; da poco tempo e per i motivi già detti, si è sentita l'esigenza di analiz­zarli più particolarmente.
Il primo lavoro che risponde a questa nuova tendenza è quello di Umberto Levra.53) H taglio dato dall'autore alle sue ricerche, la tesi che con tutta evi­denza egli ha cercato di dimostrare in ogni pagina, erano tali da dover suscitare contrasti e polemiche molto accese. La tesi di Levra è chiara ed egli ha tenuto
Si) Va comunque tenuto presente ohe già nelle elezioni del 1900, sebbene fosse stata ribadita la validità del non expedit, l'intervento dei cattolici a favore dei moderati era stato massiccio. (CESARE MARONGIU B DONAI UTI, Non expedit . Storia di una politica (1866-1919), Milano, GfauTrè, 1971, pp. 96-97).
52) Si veda ENRICO DECLEVA, Da Adua a Serajevo, La politica estera italiana e la Francia 1896-1914, Bari, Laterza, 1971.
53) UMBERTO LEVRA, Il colpo di Stato della borghesia La erisi politica di fine secolo in Italia 1896-1900, Milano, Feltrinelli, 1975.